Grandi campioni: Giacomo Agostini

Grandi campioni: Giacomo AgostiniGrandi campioni: Giacomo Agostini

Quindici titoli mondiali, 122 gran premi vinti, 18 volte campione italiano, un totale di circa 300 successi e nessuna caduta significativa.
Chi meglio di Giacomo Agostini può presentarsi solo con dei numeri?

Scegliere lui come pilota di apertura di questa nuova sezione, mi è sembrato doveroso.
Forse oggi sta maturando il suo erede per numero di vittorie, per carisma, determinazione…ma questo sarà un altro capitolo.

Giacomo Agostini nato a Brescia il 16 giugno del 1942 e cresciuto a Lovere vicino Bergamo. Bastarono pochi anni per capire quale sarebbe stato il destino del grande campione. A soli nove anni scappa in sella al motorino del padre per farsi un giro in paese davanti a tutti. Purtroppo il grande talento non gli fu sufficiente per tenere in piedi il ciclomotore una volta arrivato in piazza. La caduta fu inevitabile anche per un campione come lui.

I genitori tentarono invano di dissuadere Giacomo, Mino, dalla sua passione ma lui non si arrese e presto arrivò una MotoGuzzi Lodola 175. Una monocilindrica in grado di scatenare “ben” 9 cavalli a 6000 giri e di raggiungere i 110 km/h.

Malgrado le non proprio notevoli prestazioni del mezzo, il giovane Ago si accapigliava con l’avversario di turno qualunque egli fosse e non c’era verso di stargli davanti. La sua passione ed il suo talento iniziavano a maturare sulle strade di paese sfilando via veloce tra un muro ed una siepe.

A diciotto anni il grande salto. Morini 175 Settebello. Monocilindrica quattro tempi da 23 CV a 10.500 giri per una velocità superiore ai 160 km/h.

E’ con lei che Ago affronterà il battesimo di gara partecipando alla undicesima edizione della Trento-Bondone, nel 1961. Gara di velocità in salita che Ago correrà giungendo secondo.

Continuerà a correre in altri campionati italiani raccogliendo le prime vittorie fino a che la Morini non si accorge di lui dandogli una 250 ufficiale con cui a ventuno anni debutta nel campionato del Mondo del 1963.

Si presenta alle porte della massima categoria con un palmares di primo classificato al Campionato Italiano della Montagna conquistato con otto vittorie e due secondi posti e come vincitore del Campionato Italiano velocità Juniores, classe 175 dopo essersi aggiudicato tutte le gare del calendario.

Ad accompagnarlo nella sua grande avventura trova un altro mito: Tarquinio Provini.
Lo scenario del suo debutto non è da meno dato che si corre il Gran Premio delle Nazioni nel tempio della velocità: Monza.

L’anno seguente, con il passaggio di Provini alla Benelli, Agostini diventa la prima guida della Morini vincendo il titolo della 250, aggiudicandosi sei gare sulle sette in programma.

Col passare del tempo comunque “Mino” si rende conto dei limiti della sua moto rispetto alla concorrenza e per chi ha il Titolo Mondiale come obiettivo serve una cavalcatura all’altezza.

Nell’anno successivo all’esordio nel Mondiale, Ago abbandona Alfonso Morini tra le lacrime e la consapevolezza di non poter fare più di così con la monocilindrica contro le giapponesi a quattro e sei cilindri.

E’ il 1965 e Giacomo Agostini diventa un pilota MV. La casa varesina rientra nel mondo delle competizioni con un progetto innovativo. Un tre cilindri, quattro tempi, inclinato di 10° con una cilindrata di 350cc (successivamente con 500cc) e distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro con cambio a sette rapporti. Telaio doppia culla in tubi d’acciaio e forcellone a sezione quadra con possibilità di variare l’inclinazione degli ammortizzatori posteriori.

La MV decide di affidare quest’arma totale proprio ad Agostini, lasciando la 500 quattro cilindri al compagno di squadra, l’altrettanto mitico Mike Hailwood detto “Mike The Bike”.

Alla prima gara tenutasi al Nürburgring c’è un Agostini teso ed emozionato. I tempi in prova non lo confortano e la rottura del motore non fa che acuire le preoccupazioni del giovane Ago per la gara dell’indomani.

Il giorno seguente Mino prende il via della gara e vince davanti al suo compagno di squadra, Hailwood in sella alla quattro cilindri.

Nel 1966 Hailwood passa alla Honda lasciando la prima guida ad Agostini.
Mino, dopo un avvio di stagione deludente, passa ad una tre cilindri di 464 cc con la quale conquisterà il primo dei tredici titoli mondiali vinti in sella alla MV.

Il 1967 vede la Honda e Hailwood in affanno nel tentativo di arginare la coppia italiana. Né la 350cc sei cilindri, né la 500cc quattro cilindri di casa Honda potranno nulla contro Ago e la sua MV.

Insieme con la MV, Mino conquisterà anche il titolo nel 1968 contro un Hailwood ridotto a pilota privato a causa del ritiro di Honda dalle competizioni.

Da lì in poi Ago risulterà imbattibile ed incontrastabile. Sette anni di successi nella 500 e nella 350cc durante i quali battè piloti del calibro di Hailwood e Reed, fino al 1972.

Il ’72 assiste all’arrivo nel mondo delle competizioni del finlandese Jarno Saarinen in sella alla Yamaha due tempi.

Alla MV si reagì con un’evoluzione della 350 a quattro cilindri, resa più maneggevole e performante. Le successive evoluzioni si basarono si di un diverso frazionamento dei cilindri (sei cilindri), che però furono abbandonate per incompatibilità con il regolamento tecnico.

Il nuovo compagno di squadra, Phil Reed gli sottrae di prepotenza il titolo della 500 nel 1974 lasciandogli quello della classe 350.

Nel 1974 matura la rottura tra Ago e la MV. Una serie di scelte che portano mezzi migliori ad altri piloti ed evoluzioni poco efficaci per lui, spinge Mino a chiudere con la casa di Cascina Costa per finire tra le braccia della Yamaha che nel 1974 lo accoglie offrendogli una moderna e vincente due tempi.

Lo stesso anno gli regala il titolo di campione del mondo classe 350 mentre per quello della classe 500 dovrà aspettare ancora un anno. Nel 1975 Giacomo Agostini vincerà il suo quindicesimo ed ultimo titolo mondiale a 33 anni; il primo titolo mondiale della Yamaha con una due tempi dell’era moderna.

Come i quattro tempi dovettero cedere il passo ai due tempi, così anche Mino dovette rendersi conto del tempo che avanzava. Le giovani leve come Barry Sheene o Kenny Roberts crescevano e iniziavano ad intimorire.

Ago inizia un pellegrinaggio che lo riporterà in sella ad una MV e poi ancora su una Suzuki RG 500 prima di tornare nuovamente in sella ad una Yamaha nel 1977.

La scelta si rivelò ben presto un errore ed Ago decidette di abbandonare il mondo delle due ruote ma non quello delle corse. Nel 1978 corre con la Formula-2 e con la Formula Aurora ma senza risultati brillanti.

Agostini lascia definitivamente la pista come pilota per iniziare una nuova carriera come team manager.

Apre la sua nuova avventura con la Yamaha e con Kenny Roberts ed Eddie Lawosn; due piloti che ben presto regaleranno enormi soddisfazioni al pubblico di appassionati motociclisti.

Solo un anno e arriva il primo titolo come team manager grazie al talento dello Statunitense di Upland, Eddie Lawson che si ripeterà due anni dopo.

Ma la carriera di Agostini non è stata circondata solo dai motori. Idolo degli appassionati delle corse in moto, amato dal pubblico femminile e protagonista anche come attore, Giacomo Agostini resta il più vittorioso pilota di tutti i tempi.
Stile di guida impeccabile, rotondo, pulito. Sempre alla ricerca di nuove traiettorie. Perfezionista maniacale nella messa a punto della sua moto.
Mondano come Biaggi, umano come Rossi, Agostini ha precorso i tempi anche in questo. Un personaggio positivo e corretto sempre in cerca di vittoria e di nuove sfide.

Davide Giordano

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