Claudio Costa: “Valentino Rossi poteva già rientrare ad Assen o Barcellona”

Claudio Costa: “Valentino Rossi poteva già rientrare ad Assen o Barcellona”Claudio Costa: “Valentino Rossi poteva già rientrare ad Assen o Barcellona”

Il Dr. Claudio Costa è per i piloti del motomondiale una specie di angelo custode. E’ colui a cui affidano tutte le speranze di poter rientrare in pista dopo un infortunio, colui che per esempio ha tirato fuori dal tunnel nel 1992 niente di menò che Mick Doohan, strappato dal letto dell’ospedale in Olanda quando la sua gamba rischiava l’amputazione. Di recuperi nella storia della Clinica Mobile ce ne sono stati tanti, ora però Costa parla del rientro di Valentino Rossi al Sachsenring, per tutti un mezzo miracolo, non per lui che addirittura afferma che il pesarese sarebbe potuto rientrare ad Assen o a Barcellona. Ecco le sue parole.

“Il recupero di di Doohan fu più eccezionale – afferma il Dr. Costa a “Lastampa.it” – Dopo la caduta, in Valentino prevaleva un chiaro sentimento di rinuncia. Non aveva mai provato quel dolore, desiderava solo rifugio sicuro. Tutti mi dicevano che non avevano fretta, ma io so solo guarire così: sono un medico da corsa. Poi ha prevalso la passione. Lo scetticismo del pubblico è naturale, il genere umano è propenso alla salvaguardia della specie, ma i piloti inseguono una loro trascendenza». Rossi poteva rientrare ad Assen? «Ho ridotto subito la frattura, ho scelto per l’operazione un fenomeno come il dottor Burzi. Installando l’impianto, abbiamo messo una vite in meno per permettere un recupero veloce. Lì ho pensato ad Assen e sicuramente Valentino poteva già esserci a Barcellona.”

Costa ha poi parlato anche dell’infortunio alla spalla di Rossi, un infortunio che aveva incrinato i rapporti tra i due, rapporti che poi sono tornati quelli di prima.

“Valentino cade il 15 aprile, viene da me e capiamo subito che c’è un interessamento neurologico ascellare. Lo porto dallo specialista Porcellini. Tutti, compreso Valentino, concordiamo sul minimizzare: lui era d’accordo con noi. C’era Motegi pochi giorni dopo, il vulcano islandese è stato un segno del destino. Valentino ha fatto podio a Jerez e Le Mans, ma la spalla non migliorava. Il suo è stato uno sfogo legittimo, ci siamo chiariti. Mi assumo le mie responsabilità, non gli abbiamo detto con chiarezza che la spalla avrebbe impiegato mesi per guarire, ma non abbiamo sbagliato diagnosi. La spalla non deve essere operata: l’anno prossimo, Ducati o Yamaha che sia, sarà come nuova .”

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