Amarcord 1: esattamente 20 anni fa il mitico duello Roberts/Spencer….
AMARCORD 1: ESATTAMENTE VENTI ANNI FA IL MITICO DUELLO
ROBERTS/SPENCER
Di Mike1964
E’ l’ultimo appuntamento della stagione.
Il vecchio leone dagli occhi di ghiaccio osserva il suo braccio destro; quando
sente il fuoco che cova sotto i muscoli ed i tendini sa che questa è
l’ultima possibilità. Non potrà disputare un’altra stagione, non
a quel livello. Non con quegli avversari; soprattutto, non con quel ragazzino
irriverente.
Dovrà essere oggi; o mai più.
Il ragazzino della Louisiana lo guarda con occhi buoni e smarriti da cucciolo;
così educato, così gentile…
Il vecchio leone lo sbranerebbe. Dietro i modi gentili lo sente beffardo; ride,
sicuramente ride di lui. E’ scappato subito via, dall’inizio del campionato;
tre vittorie, una dietro l’altra… ma il ruggito della belva ferita si è
levato alto, ancora troppo alto per considerarla spacciata. Ha risposto colpo
su colpo, vittoria su vittoria, sempre all’inseguimento con la determinazione
tenace del cacciatore nato.
Gli altri del branco ammutoliti, annientati.
Mamola, Lawson, Lucchinelli, Uncini, Sheene, Haslam, Roche…
Nemmeno una vittoria per loro, solo le briciole. Come se non fossero Campioni,
come se nelle loro vene non scorresse il sacro fuoco della velocità,
come se non sapessero anche loro domare quei mostri a due tempi da centoquaranta
cavalli. Ma questo è un anno particolare, irripetibile. La lotta tra
i due titani ha annichilito ogni altro avversario: comparse, semplici comparse…
“Ce la farà Eddye?…”, si chiede il vecchio leone.
Gli secca ammetterlo, ma ha bisogno di lui; il ragazzino ha ancora troppo vantaggio.
“Cinque punti”, pensa il vecchio leone “ancora cinque dannati
punti…”. Se nessuno riuscirà ad impedire al giovane fenomeno di
conquistare almeno il secondo posto, anche la vittoria sarà inutile.
Ed il trono non più raggiungibile.
L’aria settembrina accarezza dolce lo schieramento di partenza.
E’ il momento… si va!
Lucky prende subito la testa; ma oggi non è il suo giorno, anche se gioca
in casa. Il maledetto ragazzo che lo ha umiliato fin dal primo momento – lui,
fresco campione del mondo – è immediatamente, ancora una volta alle sue
spalle.
Non c’è storia, come non ce n’è mai stata. “The fast”
lo supera, con disarmante naturalezza.
Primo!
Ma sa che non sarà così semplice… sa che il vecchio leone arriverà,
per far sentire ancora una volta la sua rabbia, il suo terribile e impotente
ruggito finale.
La sagoma biancorossa si staglia improvvisa alle spalle dei due centauri dell’ala
dorata.
Con assoluta determinazione li mette dietro.
“Non basta, non basta ancora…” pensa il vecchio Re. In tanti anni
di corse ha imparato che le vittorie si ottengono non solo con la forza, ma
anche con il ragionamento. Lo ha già fatto altre volte.
Così tenta l’ultima carta: rallenta. Dolcemente, in modo suadente, per
imbrogliare il giovane pretendente; “Eddye ce la farà, deve farcela”
pensa.
Ma il giovane della Louisiana sa che quel gioco è pericoloso; non può
permettersi di restare semplicemente dietro al vecchio leone; c’è il
rischio che arrivi l’altro pilota biancorosso a complicare le cose; uno scontro
a tre è l’ultima cosa di cui ha bisogno in questo momento.
Sotto la visiera scura gli occhi dolci da cucciolo si induriscono; l’avversario
di tutta la stagione è davanti a lui, forse crede di avere il gioco in
mano, ma gli dimostrerà che non è così. Gli occhi diventano
sottili come due artigli affilati. Calcola attentamente i tempi, le traiettorie,
la frenata. All’improvviso, affonda il suo attacco; va in testa.
Se il vecchio leone vorrà vincere, dovrà batterlo.
Non c’è più niente da fare; il gioco ormai è ben definito.
Sono solo loro due sulla scena, come è stato in tutto il campionato;
troppa la determinazione, troppa la forza spesa, troppo il desiderio bruciante.
Nessuno potrà competere con loro, nessuno potrà intromettersi.
La moto numero quattro passa nuovamente in testa, come una furia.
La rabbia, l’istintualità, la voglia della vittoria non possono più
essere represse, e il vecchio Re non vuol più reprimerle. Si lascia andare
ad esse, le libera dal suo profondo, mettendo a nudo l’intima natura del predatore
che è. Affonda la zampata con tutta la forza che ha. Forse perderà
la sfida finale per il campionato, ma essere battuti ancora una volta in pista,
quello no: non dovrà accadere più; mai più.
Gli ultimi giri bruciano di rabbia e passione, frustrazione ed euforia, come
bruciano il petto ed il braccio del vecchio leone, lanciato verso l’inutile
vittoria.
E’ la fine.
C’è una smorfia sul viso del Re detronizzato, ma vincitore, mentre il
nuovo Re bambino sale sul podio insieme a lui.
Ha vinto la sua ultima corsa; l’ultimo ruggito.
Imola, 4 settembre 1983.
Kenny Roberts SR vince il suo ultimo GP, lottando per il titolo fino all’ultimo.
Freddie Spencer arriva secondo, ma, per soli due punti, vince il suo primo mondiale.
Lawson arriva terzo, senza riuscire ad aiutare Roberts; vincerà in seguito
quattro mondiali.
Fu un’annata indimenticabile.
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