Valentino Rossi, un Re senza corona

Valentino Rossi, un Re senza coronaValentino Rossi, un Re senza corona

La AGV intende chiudere e la perdita dell’attuale corona sembra essere il destino dell’attuale campione in carica classe MotoGP, Valentino Rossi.
Dopo aver vestito numerose teste iridate tra cui quella di Giacomo Agostini, Randy Mamola, Kenny Roberts e la mia, anche se

non iridata, la casa italiana di caschi chiuderà entro il 2005. La causa: impossibile contrastare la concorrenza orientale con i suoi costi così bassi.

La AGV ha come testimonial principale il Dottor Rossi. E’ vero, sostanzialmente ha un solo pilota di punta nella classe regina ed altri nelle classi minori. Nella MotoGP, non ha solo un pilota bravo, un pilota di punta: è la casa che veste la testa del cinque volte campione del mondo e lo fa quasi dall’inizio della carriera di Rossi.

A questo punto cerchiamo di analizzare quelle che vengono definite le cause della chiusura. La concorrenza a costo così basso da non poterci competere. Hm!

Diamo una rapida scorsa alle case italiane che produce caschi.

Suomy, italiana, di Varese credo, da i caschi a Bayliss, Capirossi, Biaggi,
Tamada, Xaus e Poggiali nella 250. Diversi investimenti nella pubblicità tra cui
lo spot pre-gara in cui un tecnico Suomy cincischia con la bella di turno un attimo
prima di portare il fido casco al Max nazionale.
L’ultima volta che ho chiesto un costo di un Suomy, mi sembra di ricordare che il modello top della casa non raggiungeva i 400 euro. Inoltre credo che la casa Varesina esista da non più di 7 anni.

Vemar, italiana anche lei. Modello di punta il Diadem utilizzato anche
come premio per chi ne avesse realizzato la grafica più accattivante. Un casco
leggero, fatto con fibre e materiali compositi. Lo indossa sicuramente Roberto
Rolfo in 250.

Dainese Marca nota più per altri capi di abbigliamento protettivo ma che
produce anche caschi. Anche qui si parla di oggetti di qualità. Lo indossa Nieto
nella 250.

Nolan – X-Lite Due marche per lo stesso padrone. Italianissima casa la
Nolan che ha creato la X-Lite per dare vita ad una marca orientata alla produzione
di caschi destinati all’uso agonistico e non solo con l’intento di contrastare
lo strapotere giapponese. Numerose pagine pubblicitarie per promuovere X-801,
l’ultimo nato, un testimonial in MotoGP, Carlos Checa e svariati in 250. Come
Nolan invece vediamo altri piloti in MotoGP. Il grande Macio Melandri indossa
Nolan da molti anni e la replica del suo N93 è sempre nelle vetrine. Anche per
questi caschi si parla di materiali pregiati, multifibra, ben rifiniti, disponibili
in svariate grafiche anche replica e costi che con il modello di punta, l’X-801,
raggiunge un costo di listino inferiore ai 400 euro in colorazione replica.

AGV In testa al cinque volte campione del Mondo classe 125, 250, 500 e MotoGP, Valentino
Rossi.
Rossi indossa l’ultimo sforzo della AGV, il Ti-Tech. Un casco interamente in fibra e materiali compositi, con uno studio dell’aerodinamica approfondito, dotato di prese d’aria per facilitare l’ingresso di aria fresca nel casco e l’estrazione di quella calda a mezzo di prese d’aria sulla parte frontale e posteriore, realizzate in titanio. Colorazioni disponibili tinta unita, grafica, e replica Rossi. Costo, oltre i 600 euro.
Non nego che sin dalla prima apparizione il Ti-Tech mi sia piaciuto subito e molto. Forse perché lo indossava Valentino, forse perché è realmente bello, sicuramente perché è un prodotto italiano ed io sono in campanilista (fin dove è possibile e non si rasenta il martirio). Bene, in giro su internet inserendo la parola Ti-Tech, al massimo usciva una pagina che lo definiva il prossimo casco di AGV per Rossi; sul sito internet della AGV non se ne è trovata traccia fino a qualche mese fa. Ci sono voluti quasi due anni per vedere una foto e le grafiche disponibili. Pazienza, mi sarei rifatto ammirandolo in qualche negozio di Roma ben fornito. Ma che? Io ho cercato un po’, non tantissimo, ma non ho trovato altro che Nolan, X-Lite, Vemar, Suomy, Premier, ecc. L’unica volta che sono riuscito a trovare un negozio con un discreto numero di caschi AGV (dove per discreto intendo qualsiasi numero diverso da zero), trovo il casco di Nieto. Costo? Non lo ricordo, forse l’ho cancellato volontariamente e inconsapevolmente allo stesso tempo. L’impressione non è stata quella di un casco Mondiale.
Ancora oggi nelle vetrine si vedono tanti caschi, non solo i blasoni giapponesi, ma del Ti-Tech ancora non ho visto nemmeno lo scatolone.
Ironia della sorte, il mitico casco usato da Rossi nell’ultima gara a Valencia nel 2003 ed usato anche durante i test invernali si trova in commercio…in Giappone!!! Ho scovato un sito che li vende, trattasi della AGV-Japan o qualcosa di simile. Il catalogo ricevuto per posta dalla AGV non lo elenca nemmeno.

A questo punto, per trarre una conclusione che dia un senso a queste righe mi chiedo? Possibile che la causa della chiusura di una azienda con esperienza decennale, una storia alle spalle, piloti storici come referenze oltre all’attuale campione del mondo in carica, possa chiudere per colpa dei costi bassi della concorrenza orientale? Forse ci sono state scelte di marketing (brutta parola per brutta scienza), non proprio azzeccate. Forse trovare un prodotto in negozio dopo molti mesi, spinge i futuri acquirenti a comprare un altro casco (uno mica può comprarsi un casco di transizione aspettando quello definitivo, visti i costi), forse si è anche temuto che, se il casco esce così in ritardo, un pezzo di ricambio che fine farà?

Oltre seicento euro di listino per il Ti-Tech quando un Arai che non deve certo conquistare gli acquirenti, può costare anche 800 euro (ed essere comprato quasi senza battere ciglio), sono un po’ troppi forse?

Quanti di voi ricordano di aver visto in giro persone che magari a bordo del Vespone, indossavano l’AGV di Roberts o di Mamola? E quanti di voi hanno visto in giro AGV dell’era moderna?
Io forse avrei voluto essere il primo ad avere il casco di Valentino ma per alcuni dei motivi sopraccitati ho dovuto dirottare la scelta su un altro prodotto, sempre italiano per fortuna.

Attendiamo quindi che il Re perda la sua corona con una motivazione quasi incredibile! Dovremmo rassegnarci a vedere un’altra casa storica che cede alla spinta orientale sempre più forte e devastante.
Dovremmo accettare che chi potrebbe definirsi docente nella realizzazione dei caschi si dichiari superato da allievi che, alle volte, non sono stati nemmeno promossi.
Oppure assisteremo all’ennesima cordata multinazionale che solleverà di peso la AGV reinventandone l’acronimo (magari Added Gain Value?).

Sicuramente spero di non vedere realizzate mai nessuna di queste ultime ipotesi.
Mi auguro che se nel mondo c’è qualcosa oltre agli spaghetti e al mandolino per cui l’Italia è famosa, questo qualcosa non vada perso o diluito tra multinazionali affamate di bilancio e basta, guidate magari da qualcuno che una moto e un casco non sanno nemmeno cosa sono!

Davide Giordano

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