Tutto ma proprio tutto su Roberto Rolfo e il suo passaggio alla Honda non senza un grande ringraziamento al suo Team

HO SCELTO LA HONDA…..

Ciao amici!!! Come vedete le promesse le mantengo. Avevo detto che sareste stati i primi ad avere notizie sul mio futuro ed eccovi accontentati. Oggi pomeriggio, subito dopo il turno di prove cronometrate, ho sciolto le riserve ed ho deciso di accettare l’offerta della Honda. Ragion per cui il prossimo anno correrò con la Honda gestita dal team di Fausto Gresini, la stessa moto con la quale quest’anno il giapponese Katoh ha vinto il mondiale della classe 250. Mio compagno di squadra sarà lo spagnolo Emilio Alzamora, ex campione del mondo della classe 125 e pilota di grande esperienza.
Si chiude qui il mio rapporto con la Aprilia e con la Safilo Oxydo Race, il team gestito da Fiorenzo Caponera. Un manager che sento il bisogno di ringraziare pubblicamente per la grande occasione che mi ha dato. Non potrò mai dimenticare che, lo scorso anno, di questi tempi, Caponera è stato uno dei pochi a credere nelle mie possibilità. Mi ha affidato una moto competitiva e insieme abbiamo cominciato un’avventura che ci ha portato entrambi molto lontano. Se oggi sono arrivato così in alto nella classifica mondiale lo debbo a uomini meravigliosi, con il quale abbiamo creato un gruppo vincente. Con loro ho diviso i momenti belli (tantissimi) e quelli meno piacevoli (pochi, per la verità): insieme abbiamo lavorato sodo, creando un vincolo di amicizia che continuerà sicuramente nei prossimi anni, anche se le nostre strade per il momento si dividono.
Un grazie di cuore a Tommaso Raponi, il capo dei miei meccanici, un uomo dal cuore grande così, sempre positivo. Un carattere bellissimo, con il quale ho vissuto momenti stupendi e che resterà per sempre nel mio cuore. Grazie, Tommaso, grazie di cuore. Così come devo ringraziare anche un altro Tommaso, Tommy Quadrini, così come Elvio Deganello e Piero Berti, il nucleo storico del team. E non posso dimenticare neppure Francesco Tamburini, Daniele Locatelli e Oscar, il tecnico delle sospensioni che l’Aprilia mi ha messo a disposizione dall’inizio della stagione. E ovviamente un grazie di cuore anche a Marika Pirazzini, insostituibile organizzatrice del team e la prima delle mie fans. Spero di non aver dimenticato nessuno e se l’ho fatto chiedo umilmente scusa a tutti ma, credetemi, questo è un momento per me un po’ particolare e non vi nascondo che sono un po’ commosso.
Non è stato semplice scegliere di cambiare team ma i motivi di questa mia decisione li spiegherò con calma più avanti. Come avrete letto nel comunicato che il team di Fausto Gresini ha diramato oggi e che trovate in queste pagine, presto mi rivedrete in pista. Molto presto di sicuro, visto che i primi test sono previsti per fine mese a Jerez. Cambio squadra, quindi. Una nuova avventura mi attende e sono cosciente che si tratta di un passo importante per la mia carriera. Ma le battaglie mi piacciono. Mi piace combatterle e mi piace soprattutto vincerle. Il mio obiettivo è chiaro: cioè vincere il mondiale. Non sarà facile andare forte come è andato Katoh quest’anno. Ma io ci proverò con tutte le mie forze. E questa non è una promessa, amici. Questo è un impegno preciso. Parola di Roby. Ciaooooooooooooooo!!! Roby44.

SOGNAVO UN FINALE MIGLIORE

Ebbe sì, amici. Non era così che volevo chiudere il mio motomondiale, una stagione che mi ha visto molto spesso tra i protagonisti. Un ottavo posto non è certo il massimo della vita ma, sinceramente, da come si erano messe le cose in gara, debbo anche dire che sono stato fortunato. Molto fortunato.
Pensate che, a un certo punto, ho anche pensato di ritirarmi. Tutta colpa di una visiera difettosa: il mio casco si è improvvisamente riempito d’acqua e passavo più tempo a togliere l’acqua che a guidare. Mi sarei messo a piangere ad un certo punto: la visiera mi si appannava continuamente e poi anche il calore del motore ci si è messo a complicarmi la vita. Roba da chiodi!
Poi, fortunatamente, ha smesso di piovere e le cose sono migliorate un po’. Ma ormai la frittata era fatta. Peccato, perché il motore girava a mille ed anche la scelta delle gomme era quella giusta. Non so come sarebbe finita la gara, di sicuro però avrei fatto meglio, molto meglio dell’ottavo posto. Alzamora mi precedeva di poco e senza questo inconveniente sarei riuscito a stargli vicino.
Peccato, ripeto, avevo sognato un finale migliore, per festeggiare il mio quarto posto in classifica.
Pazienza, di sicuro sento che il prossimo anno sarà ancora migliore: ho una grande occasione e non voglio sprecarla. Di quest’anno porterò con me dei bellissimi ricordi: ci sono stati sicuramente degli errori, ma sono più le cose belle che quelle brutte che mi accompagneranno nella nuova avventura. Sono sempre stato positivo ed anche ora penso che tutte le prove possono arricchire il bagaglio tecnico e umano di un pilota.
Ed ora, prima di chiudere, di scappare in albergo per una doccia e salire sull’aereo che mi riporterà a Torino, voglio ancora una volta scusarmi pubblicamente con l’australiano Geronimi per il brutto gesto che mi è scappato in gara e che, mi hanno detto, è finito in mondovisione. Chiedo scusa a lui, come ho già fatto in diretta tv a fine gara, e voglio tranquillizzare coloro che hanno pensato al peggio. Non c’era nessuna volontà da parte mia di colpire Geronimi. Un gesto stupido, lo ammetto, che non andrebbe mai fatto e non so bene perché mi sia scappato. Non si ripeterà più, lo prometto. Certo che in pista l’australiano andava veramente piano! Mi hanno detto che all’ultimo giro ha rischiato di rompere le scatole anche a Katoh e Melandri, in lotta per la vittoria. Il guaio è che i commissari lo hanno lasciato libero di fare quello che voleva in pista, creando seri problemi a tutti. Non una bandiera blu sventolata da qualcuno, niente di niente.
Questo comunque non è una scusante: il gesto rimane e, ripeto, me ne scuso. Non si ripeterà.
Ed ora amici un caro saluto a tutti: torno in Italia, mi prendo un po’ di riposo e a fine mese è già ora di ricominciare: a Jerez proverò la nuova moto, ma noi ci sentiremo costantemente in questo periodo. E al mio arrivo ne approfitterò per rispondere alle vostre numerose email che mi inviate giornalmente. Un abbraccio grosso grosso e visto che ci siete, date uno sguardo alle foto del sito e alle splendide ragazze con le quali mi sono fatto fotografare in giro per il mondo. Mica male, vero?
Ciaoooooooooooooooo!!!Roby44

I PERCHE’ DI UNA SCELTA

Angelo Pozzi, manager di Roberto Rolfo, da tempo è a fianco del pilota torinese ed ha seguito momento per momento, passo dopo passo l’evoluzione delle trattative sul futuro di Roby44. E’ quindi la persona più indicata per fare il punto della situazione e spiegare i perché di una decisione che ha portato Roberto a scegliere la Honda piuttosto che continuare il sodalizio con l’Aprilia.

“La scelta di Roberto che ha sciolto le riserve giovedì sera in tarda ora italiana dopo una lunga telefonata con il suo manager, è stata squisitamente tecnico-competitiva. E voglio qui sgomberare il campo da illazioni che qualcuno ha provveduto a fare, favoleggiando di un ingaggio astronomico, al quale Roberto non avrebbe voluto e potuto dire di no. Ebbene, sia chiaro che se Roberto avesse dovuto scegliere pensando esclusivamente agli emolumenti che avrebbe percepito nel 2002, le offerte economiche pervenute dai team satelliti dell’Aprilia erano ENORMEMENTE più vantaggiose di quanto sottoscritto con la Honda.
Questo per far capire come Roberto abbia operato una scelta appunto tecnico-competitiva. Siamo infatti convinti che Aprilia, per Roberto, fosse interessata più a un discorso orientato sulla classe 500 o sul neonato MotoGp piuttosto che alla classe 250. E questo orientamento è in palese contrasto con il desiderio di Roberto di vincere qualcosa, consolidando così il lavoro svolto in 250. E a questo proposito un ringraziamento di cuore va al team Safilo Oxydo, perché è opinione di Roberto e mia personale che i risultati si ottengono sempre con l’unione delle forze. Il ringraziamento poi va anche all’Aprilia, che ha dato a Roberto l’opportunità di collaborare con il reparto corse e di accrescere notevolmente il suo bagaglio tecnico come pilota.
Analizzando la stagione 2001, ricca di soddisfazioni, non si può comunque non rilevare come il campionato di Roberto abbia avuto una partenza al rallentatore. C’è voluto infatti un po’ troppo tempo per risolvere i problemi che hanno spesso bloccato Roby sulla linea di partenza, scoprendo poi che è stato sufficiente ricevere un nuovo carburatore per mettere le cose a posto. Per tutta la stagione agonistica poi Roberto ha sofferto per la limitata scelta dei pneumatici, tutti di tipo assolutamente standard ad eccezione di una un’unica volta quando, guarda caso, Roby è partito dalla prima fila.
Permettetemi, per concludere, un’esternazione un po’ polemica, una specie di sassolino che avevo da tempo nelle scarpe e che finalmente è uscito fuori. Per tutta la stagione, Rolfo è stato messo in competizione con lo spagnolo Fonsi Nieto per il titolo di miglior pilota privato del mondo. La realtà è molto, molto diversa, ed è giusto che si sappia: Nieto ha avuto in dotazione, per gran parte del campionato, una moto ufficiale e spesso e volentieri ha beneficiato di che Rolfo non ha avuto. Una precisazione, questa, che andava comunque fatta, per chiarire certe situazioni e soprattutto per amore della verità”.

Angelo Pozzi

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