Superbike, Round Phillip Island: Brembo svela il primo appuntamento della stagione

Analizziamo l'impegno degli impianti frenanti delle derivate di serie sulla pista australiana

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Dopo la lunga pausa invernale, il Campionato del Mondo Superbike è ripartito come da tradizione da Phillip Island, in Australia, che ospita la massima competizione delle derivate di serie dal 1990.

La scelta di correre a febbraio, in piena estate, garantisce ai piloti temperature superiori a quelle che verranno toccate in occasione dell’appuntamento con la MotoGP a ottobre prossimo: nel 2015 le gare si sono disputate con una temperatura dell’aria di 30 e 31 gradi e l’anno scorso con 22 gradi, mentre quella dell’asfalto, molto più elevata, nell’ultimo biennio non è mai scesa sotto i 36 gradi, arrivando a punte di 42 gradi.

Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con 17 piloti del Mondiale Superbike, il Phillip Island Grand Prix Circuit è in assoluto il circuito meno impegnativo per i freni: in una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 1, eguagliato solo dalla pista di Assen.
Vediamo insieme quale è stato l’impegno cui sono stati chiamati i freni durante i 44 giri complessivi tra Gara 1 e Gara 2: lungo i 4.445 metri della pista, che si snodano su 12 curve, i piloti fanno ricorso ai freni 7 volte ogni giro, come al Chang International Circuit e al Donington Park Circuit, ma qui il tempo complessivo di frenata è di 20 secondi al giro, a fronte dei 25 secondi della pista inglese e dei 26 secondi di quella thailandese.
Dal semaforo alla bandiera a scacchi i freni sono usati per poco meno di 7 minuti e mezzo e ciò evita il rischio di surriscaldamenti indesiderati, inoltre è particolarmente contenuta è anche la decelerazione media: soli 1,06 g.
Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore sfiora i 6 quintali, equivalenti al peso di circa 51 koala maschi.

Delle 7 frenate del Circuit Phillip Island Grand Prix nessuna è considerata altamente impegnativa per i freni mentre 6 sono di media difficoltà e 1 è light.
La prima curva è la più impegnativa per l’impianto frenante, nonostante il ricorso ai freni sia contenuto a soli 2,6 secondi. Le moto però vi arrivano dopo aver toccato la punta di velocità massima del Mondiale Superbike, 312 km/h. Per scendere a 198 km/h le moto hanno bisogno di 173 metri, cioè una decina di metri in meno della lunghezza della Opera House di Sydney.
Leggermente meno stressante è invece la frenata alla curva 4 perché le moto perdono due terzi della loro velocità: da 226 km/h a 66 km/h. La frenata si protrae per 4,4 secondi perché la decelerazione è meno intensa (solo 1,1 g) anche se il carico sulla leva è di 5 kg e dura per 168 metri.
Cinque kg di carico sulla leva sono necessari anche per la staccata alla curva numero 10: la velocità di partenza è però più bassa, solo 164 km/h, e ciò spiega i “soli” 109 metri e 3,5 secondi della frenata.
Box rosso

Nel 2016 le moto con freni Brembo hanno ottenuto la pole position e conquistato la vittoria in entrambe le gare di Phillip Island. In Gara1, al sabato, 7 delle prime 8 moto al traguardo avevano freni Brembo mentre in Gara 2 Brembo si è garantita 9 delle prime 11 posizioni.
In 6 campionati i piloti che usavano i freni Brembo hanno realizzato la doppietta a Phillip Island e vinto il Mondiale: Neil Hodgson nel 2003, Troy Corser nel 2005, Troy Bayliss nel 2006 e 2008, Carlos Checa nel 2011 e Jonathan Rea nel 2016.

Sul sito ufficiale www.brembo.com potete trovare maggiori informazioni, statistiche e curiosità per capire meglio come si comportano moto e piloti duranti i lunghi e impegnativi giri di un round WorldSBK.
Appuntamento al weekend 10-12 marzo con la seconda tappa del Mondiale in programma in Thailandia.

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