Superbike: Loris Baz con Kawasaki anche nel 2013

Il giovane francese racconta come ha iniziato a correre e cosa si aspetta dal suo prossimo futuro

E' cresciuto nel paddock e le premesse fanno ben sperare Kawasaki in ottica 2013
Superbike: Loris Baz con Kawasaki anche nel 2013Superbike: Loris Baz con Kawasaki anche nel 2013

La scorsa domenica il Team Kawasaki PROVEC ha annunciato il rinnovo del contratto di Loris Baz per il 2013.

Il giovane francese, chiamato a sostituire l’infortunato Johan Lascorz, ha subito dimostrato di poter dare filo da torcere ai big.

Ha debuttato a Donington e, dopo soli cinque weekend di gare, a Brno ha conquistato il primo podio. A Silverstone, sua sesta uscita stagionale, ha conquistato la prima vittoria in gara 1, diventando così il più giovane vincitore della storia della Superbike, mentre in gara 2 è giunto secondo.

Kawasaki sembra aver scoperto un grande talento. Ma da dove arriva questo giovane pilota?

D.: Loris, quando e come hai iniziato ad andare in moto?

R.: A due anni sono salito per la prima volta su una moto, anche se da neve, e a tre ero già su un quad.

La mia famiglia è sempre stata impegnata nelle competizioni motoristiche; mia madre lavorava come cuoca per il Team di Christian Sarron e mio padre è un grande amico di Serge Rosset (Team ROC), oltre che un grande appassionato. Serge è anche il padrino di mia sorella. Sono cresciuto nel paddock.

Ho iniziato con i karting ma non mi piacevano molto così sono passato alle due ruote e, dagli 8 ai 10 anni, ho corso con le moto da cross.

A 11 anni sono passato alla velocità; ho disputato tre gare in Francia per poi passare al campionato catalano.

Nello stesso anno mio padre ha voluto affiancarmi un allenatore/manager, Adrien Morillas, che è con me ancora oggi.

Fino al 2006 ho corso nei campionati spagnoli ma a 13 anni ero già molto alto (1,75m) quindi guidare una 125cc cominciava ad essere difficile.

Adrien mi ha fatto provare una 600cc e mi sono subito trovato a mio agio; dopo un anno di test, nel 2008 ho corso nel Campionato Europeo SuperStock 600, vincendo il titolo grazie a 3 primi posti, 8 podi e 2 pole position in 10 gare. Quell’anno è stato meraviglioso: nessuno mi conosceva e quando ho vinto la prima gara è stata una sorpresa per tutti.

Nel 2009 ho esordito nel Campionato del Mondo Stock 1000; è stato un anno difficile, ero il più giovane esordiente di sempre, avevo solo 16 anni, e sono caduto moltissime volte mentre cercavo di seguire gli avversari più esperti. Nonostante le Ducati fossero molto più potenti di noi, io e Adrien abbiamo lavorato bene e a fine anno le cose non andavano poi così male. Al termine della stagione avrei voluto cambiare moto ma, pensando al futuro, ho scelto di restare con Yamaha: la scelta non si è rivelata vincente perché il 2010 è andato esattamente come il 2009.

A fine anno ho avuto modo di provare una Superbike del Campionato Britannico e me ne sono innamorato; nel 2011 ho disputato sette gare nel BSB poi, purtroppo, mi sono dovuto ritirare perché lo sponsor non ha pagato il Team.

Ho quindi preso parte alla gara unica del Campionato Europeo Stock 1000 di Albacete: ho conquistato il secondo posto della classifica generale, e il titolo nella categoria Junior.

In quell’occasione guidavo una Kawasaki: ero molto soddisfatto del risultato ottenuto e della moto, così Adrien ha iniziato a parlare con il Team per la stagione 2012.

Dopo la gara di Portimao del 2011 mi hanno fatto effettuare un nuovo test. Sono stato inserito nel loro programma che inizialmente prevedeva due piloti nella Stock 1000 e uno nella 600, ma alla fine eravamo solo uno per categoria.

La stagione stava andando bene; se non fossi passato in Superbike probabilmente mi sarei giocato il titolo.

Quando mi hanno fatto provare la Superbike per la prima volta mi hanno detto che si trattava solo di un test, ma per me era già un sogno che si realizzava. La moto era perfetta, molto meglio di qualsiasi Stock avessi mai provato.

Nonostante questo non è stato facile cambiare; ero secondo in campionato e non volevo lasciare il mio Team (Team MRS) senza pilota, motivo per cui ho fatto una gara in più con loro così da permettergli di trovare un buon sostituto.

D.: Ti aspettavi gli splendidi risultati di Brno e Silverstone?

R.: Quando avevo 10 anni e pioveva, tutti gli altri piloti restavano ai box, mentre io ero costretto ad entrare in pista. E questo accadeva anche quando la pista era ancora umida. Adrien mi faceva sempre uscire con le slick.

Quando ho visto le condizioni del tracciato di Silverstone l’ho ringraziato perché sapevo esattamente come comportarmi e quel che sarebbe potuto accadere.

Il podio di Brno invece non me lo aspettavo proprio; quando ho visto le condizioni della pista ho pensato subito a portarmi in prima posizione, ma poi l’asfalto si è asciugato e non riuscivo più a spingere come nei primi giri. Il podio è stata una sorpresa.

A Silverstone la situazione era più “chiara” che a Brno e sapevo di poter far bene ma “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.

Sul bagnato so di poter essere competitivo; ora il mio obiettivo è quello di riuscire ad entrare nella top 5 anche sull’asciutto. Spero che a Magny Cours non piova perché non mi dispiacerebbe raggiungere questo risultato sulla mia pista di casa.

D.: E della pista di Monza che ne pensi?

R.: Il tracciato di Monza mi piace molto. Ho vinto nel 2008, quando ancora c’era la piccola chicane. Quell’anno ho vinto anche a Valencia. Tutti però dicevano che si trattava di fortuna perché conoscevo bene la pista; ma quando in qualifica a Monza ho rifilato 1’’5 al secondo per poi vincere la gara ho messo tutti a tacere.

Quest’anno, purtroppo, sono caduto, ma stavo andando bene… e stavo correndo con le gomme slick.

Non so dire se le Superbike avrebbero potuto girare, alcuni dicevano di sì, altri di no..

A me comunque continua a piacere.

D.: Con il tuo metro e novantadue centimetri sei un pilota fuori dalla media; come influisce l’essere così alto sul tuo stile di guida?

R.: Sono sempre stato alto quindi ho da subito cercato di sfruttare i vantaggi di questa mia caratteristica; certo, non è il massimo per la velocità e l’aerodinamica ma nei cambi di direzione sono velocissimo e in frenata è un gran vantaggio.

D. Sei francese ma parli benissimo l’italiano: come hai imparato la nostra lingua?

R.: L’ho imparata nel paddock. Ho smesso di andare a scuola a 10 anni e poi, quando ci siamo trasferiti in Spagna, ho avuto un insegnante privato per due anni. Prima dell’italiano, quindi, ho imparato lo spagnolo e l’inglese, soprattutto correndo nel BSB. Nel 2008/9, però, nel paddock tutti parlavano solo italiano e io non capivo nulla; così ho iniziato ad ascoltare con attenzione quello che dicevano i ragazzi del mio Team e alla fine ho imparato la vostra lingua.

Non c’è che dire, di sicuro grinta e determinazione non gli mancano; Kawasaki ha fatto un ottimo acquisto!

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