Rossi Honda: I vertici della Hrc non accettano alcuni cavilli contrattuali
«STO PENSANDO seriamente di fermarmi». Valentino Rossi continua a fare il gioco pesante e dopo la grande litigata con la Honda ha ancora voglia di sparare. Risponde al telefono dalla sua casa di Tavullia, dove si è blindato con i suoi affetti e tutto il calore davvero unico del suo Fan club, la tifoseria nomade più unita e colorata in perenne assedio dei paddock del mondiale. È molto amareggiato. E preoccupato. La sua frase è di quelle che lasciano il segno. «Sì, sto valutando di fermarmi un anno. Ma non posso dire niente di più». Eppure la trattativa con la Honda era a buon punto. Forse qualcuno ha tirato troppo la corda? «No, io e il mio manager siamo la stessa cosa e non c’è nulla che io non conosca delle cose che mi riguardano».
La frittata ormai è fatta. Rossi se ne sta in esilio a Tavullia e anche la Honda aspetta. La rottura è stata improvvisa e non tanto spiegabile, perché in fondo sulla questione economica uno straccio di intesa si poteva pure trovare. Ma il fatto è che i tre manager partiti da Tokyo con il contratto di Rossi in valigetta e tante buone intenzioni si sono sentiti improvvisamente lontanissimi dall’accordo che sembrava fatto. Qualcuno c’è rimasto male. Si è “storto” parecchio e siccome si tratta dei grandi capi della Hrc e del capo dell’ufficio legale la faccenda non si sistemerà tanto facilmente.
La ricomposizione dei pezzi passa ora al direttore sportivo della Hrc, Carlo Fiorani, nel ruolo poco invidiato di mediatore tra i vertici giapponesi e lo staff di Rossi. Fiorani farà il possibile, ma non è detto che basterà: «Non si possono buttare via tanti mesi di lavoro. Rossi è il nostro pilota. Quindi sono convinto che una soluzione si troverà, anche se mi rendo conto di essere fin troppo ottimista. Perché le due parti, se così si può dire, adesso sono davvero distanti».
Comunque finirà, non finirà senza lacerazioni. Rossi ci è rimasto male, il vertice della HRC pure, Rossi ha un bel caratterino e i giapponesi, si sa, presi contropelo sono pronti anche all’estremo sacrificio. Tutto il programma dei test e lo sviluppo della RC211V subisce un discreto rallentamento. Insomma, nessuno vuole guardare negli specchietti. E anche se Fiorani riuscirà a ricomporre la faccenda, niente sarà più come prima. Perché questa storia Rossi e la Honda se la sono segnata.
«C’è stata una piccola crisi – cerca di sminuire Carlo Fiorani – Alcuni aspetti formali e pratici del contratto, che all’inizio sembravano di facile soluzione, si sono invece rivelati più complicati del previsto. Con Valentino ci incontreremo all’inizio della prossima settimana». A causa di questo ulteriore rinvio Rossi, il cui contratto è scaduto il 31 dicembre, non prenderà parte ai test in Malesia. «Non erano dei test fondamentali – dice Fiorani – Lavoreremo principalmente sulle gomme e la moto sarà la stessa utilizzata nei test a Phillip Island delle settimane scorse. Certo, se ci fosse stato Valentino sarebbe stato meglio, ma porteremo avanti il programma con gli altri due piloti ufficiali Honda, Itoh e Ukawa».
Quante possibilità ci sono che salti la trattativa con Rossi? «Alla fine prevarrà il buon senso. Noi ci teniamo a lui. Il problema è riuscire a lavorare bene insieme. Al momento siamo preoccupati di trovare la giusta intesa. Al massimo entro la fine del mese si risolverà tutto».
Fonte:Ilmessaggero
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