O devono squalificà….
" ‘O DEVONO SQUALIFICÀ! "
A Donington Park il giro di boa del campionato mondiale MotoGp ci ha raccontato
la farsa di una gara assegnata a mezzo stampa: ne avevamo viste, ma
questa mancava.
Dominatore assoluto in pista Valentino, dominatore nel cuore dei freddi inglesi
che, al solo vederlo, diventano compagnoni che manca loro solo il bicchiere di
Sangiovese in mano e non li distingueresti, dominatore negli ascolti domenicali,
lui e i suoi colleghi, ma in netta minoranza nel gradimento dei giornalisti italiani.
Netta minoranza è un eufemismo bonario: direi in rapporto 1/100.
TENSIONI:
Il paddock già al venerdì ha un alone strano non fosse altro che
per lo scenario che lo circonda, testimonianza di un isola dove i cambiamenti
hanno vita dura, per cui nei box stile anni 60 cè posto solo
per le squadre della classe regina e quando 250 e 125 entrano in pit lane per
prepararsi a scendere in pista lo fanno attraversando le hospitality: il tutto
fa molto vintage. Il paddock è come un piccolo paese, uguale
a se stesso ovunque vada eppure sempre diverso. Apparentemente le stesse facce
e gli stessi modi di comunicare, fatto di uno strano linguaggio inglesespagnolitaliano,
i soliti ciao o Hi di prassi, scambiati da gente che
si incontra in continuazione e che già martedì sarà per
la maggior parte in un circuito, a Brno, sede di prove dei maggiori team. A
Donington però qualcosa di diverso cè, qualcosa che segue
la scia del motorino di Gibo Badioli, qualcosa nella presenza fissa di papà
Biaggi in sala stampa, qualcosa nellhospitality Repsol ed in quella Camel,
un andirivieni intenso. I piloti sembrano tranquilli, ma nonostante qui laffluenza
al paddock non sia lontanamente paragonabile a quella del Mugello, tanto in
giro non si vedono, anzi, non si vedono per niente! Alcuni in tre giorni non
hanno mai messo la testa fuori, se non dopo il tramonto; i due top driver hanno
passato il tempo dentro qualche van della Honda oltre che nei motorhome.
LE PROVE:
Venerdì il tempo era di quella mutevolezza che solo in Gran Bretagna
potete trovare, almeno in Europa: mentre stai telefonando a casa parlando di
una giornata nuvolosa, il sole inizia a splenderti sulla testa e lazzurro
di colpo si accende e mentre stai dicendo che ti eri sbagliato, in un paio di
minuti torna tutto come prima
..
Dai quasi quaranta gradi dellItalia arriviamo ai 22 del circuito e lasfalto
non gommato e piuttosto scivoloso di suo, non permette grandi cose; Valentino
comunque prova gli scarichi aperti a tre vie, poi passa di nuovo
ai chiusi e fa la pole provvisoria davanti ad un Bailyss profondo conoscitore
delle traiettorie più redditizie in questo tracciato. Niente di eclatante:
Gibernau e Checa completano la prima linea, Biaggi si occupa del setup e del
nuovo telaio e rimane un po più indietro. Al sabato le cose cambiano
innanzitutto per la temperatura dellaria che raggiunge i 26-27 gradi (una
manna da queste parti a giudicare dalla TV inglese) poi perchè Valentino
riceve il primo piccolo avvertimento, dalla sorte o da qualcuno non è
dato di saperlo, fatto stà che sul più bello la gomma anteriore
perde subito pressione e il tentativo di pole praticamente neanche inizia. Max
quindi sul trono, ma Vale quarto e tranquillo; nel mezzo uno splendido Marco
Melandri a dimostrazione del grandissimo talento del simpatico ravennate che
con un pizzico di fortuna ci farà vedere grandi cose molto presto.
LA SALA STAMPA:
Entrando con la maglia gialla rossifumi con il 46 sulla schiena mi accorgo di
non destare molte simpatie, anzi, oltre a guardarmi come un alieno, alcuni mi
guardano come un alieno che gli stà sulle palle:
Giustamente i giornalisti di solito non sono mai schierati, almeno come indumenti,
alcuni solo come indumenti, ad altri non servono indumenti per farlo capire
con chi stanno.
Cè una buona parte di persone impegnate nel lavoro (fotografi e
uffici stampa dei team) e si notano immediatamente perché non staccano
gli occhi dal loro portatile e sono di una fretta indiavolata, mentre altre,
la minoranza ma di nazionalità indubbia, è lì seduta a
gustarsi aria condizionata, sigarette, monitor con le prove e i tempi e le bevande
fredde o calde a disposizione degli ospiti. La cosa strana è che al di
fuori del romanesco, inteso non solo come lingua, sento parlare
poco altro, specie da quelli della carta stampata italiana, carta stampata e
non solo.
Non li vedo troppo presi da quello che devono fare, non vedo un tentativo di
ricerca attraverso qualche spostamento fisico nei box o lungo il circuito: no,
stanno lì e quando passa, chiedono alladdetto stampa di tal pilota
o al tal manager un appuntamento per parlare e se si alzano è perché
stanno andando lì o in bagno.
Il resto è aspettare i comunicati emessi dagli addetti di ogni team (comunicati
che ognuno di loro ti porta sul tavolo!) e quattro chiacchiere da bar con i
personaggi che di volta in volta fanno capolino, tra un da fare
e laltro.
Da questo estraggono quelle quattro righe giornaliere di riassunto poi condito
da quelle cose che tutti loro più o meno scrivono nei loro pezzi e che
a loro fa piacere scrivere, così come altre hanno il piacere di ometterle.
Ascoltare questi che dovrebbero essere coloro che vi dicono come va realmente
un week end di gara è molto istruttivo, specie dal lato tecnico e da
lidea di una grande esperienza messa a disposizione del pubblico, non
delle loro simpatie
sì
come no
.
Si va dal sentire che Valentino vuole solo più soldi e non vincerebbe
niente se non con Honda, al fatto che è uno sbruffone o che un altro
è mejo, al fatto che si lamenta sempre quando le cose non
vanno bene, per esempio riferito al sabato.
Nessun accenno allestratto dei tempi che indica che il miglior tempo Valentino
lha fatto al terzo giro, mentre tutti gli altri in pista lhanno
fatto al 26° su 30, al 29° su 30, al 25° su 28°; quando lo faccio
notare mi dicono che la deve finire di lamentarsi, con laria di un vigile
urbano di servizio in una Roma ferragostana con 42 gradi allombra.
Appena entra Vale per la conferenza stampa è però tutto un luccichio
di denti nei sorrisi più da leccaculo (scusate la volgarità) che
possiate immaginare; appena esce il sorriso si trasforma in ghignetto e in parlottamento
non certo in suo favore.
I nomi non ve li faccio o inorridireste e la già scarsa fiducia nellinformazione
verrebbe meno del tutto. In ogni caso io e la mia maglietta il primo giorno
non siamo rimasti simpatici: evidentemente un simpatizzante di Rossi in sala
stampa è di una rarità sconvolgente.
LA GARA E I MEDIA:
Accomuniamo le due categorie, competizione e informazione, perché mai
come in questo caso sono state legate a doppio filo. Con lambientino che
vi ho prima descritto non è difficile immaginare come si siano svolte
effettivamente le cose, tanto più considerando che due su quattro dei
nostri moschettieri televisivi sono amici di vecchia data di Max.
Qualcuno tra sala stampa e Tv è responsabile del pateracchio conclusosi
con la penalizzazione di Valentino, così come quando a scuola il compagno
di classe che non centrava ma a cui stavate sulle scatole, andava dalla
maestra a fare la spia.
Per altro la pena inflitta poteva essere diversa e non mi si tiri fuori Biaggi
solidale (davanti ai taccuini e alle telecamere) per la sua disavventura
del 1998, perché la differenza è tale che i due casi non si somigliano
neanche lontanamente (ma la gente ha la memoria corta).
Comunque sia qualcuno parte fiero e va a dire a Pons che nel sorpasso di Valentino
su Loris cera una bandiera gialla che sventolava; glielo va a dire perché
lo si vede solo dalla TV in quanto dal circuito nessuno se nè accorto,
nemmeno Pons. Qualcun altro gli dice anche che noi abbiamo le immagini
e siamo al terzo-quarto giro ancora; Pons lo comunica a Gresini e gli chiede
se farà reclamo ufficiale, ma il Team Telefonica non ha nessuna intenzione
di farlo. I giri passano, ma Dorna viene sempre più messa sotto pressione
dai media e una grossa mano la diamo ovviamente noi come italiani, sempre pronti
al nazionalismo masochistico. Alla fine della gara Team Pramac e
Ducati chiederanno chiarimenti ed una vittoria splendida e stra-meritata (la
derapata guardando il pubblico vale da sola il prezzo del biglietto) verrà
magicamente cancellata.
E poi chi sarebbe il coccolo dei giornalisti italiani?
Che non mi si facciano più sentire bestialità del genere per favore!
LE REGOLE VANNO RISPETTATE.
Questo è sicuro e le apparenze sono tutte per la colpevolezza di Valentino.
Certo che la prova Tv io la ricordavo al processo di Biscardi, non
nel Motomondiale, ma evidentemente i giornalisti italiani presenti, fatte salve
le debite eccezioni di personaggi che ammiro, hanno tratto forti riferimenti
professionali da quella trasmissione, mentre quelli bravi stanno a casa a commentare
le repliche di altre gare, forse perché sono veramente del mestiere e
questo spaventa.
Analizziamo ora il filmato, non per giustificare, ma per capire.
Le bandiere che compaiono sono 3: una allinizio del tornantino di rientro
prima del rettilineo finale, una alla fine del tornantino, una che è
quella che meglio si vede in tv.
Le prime due: una è ferma e laltra sventola (forse per il vento).
A quel punto arriva la terza bandiera, in prossimità della staccata da
paura (Ukawa ma anche Lucchinelli ne sanno qualcosa): quel commissario è
posizionato perfettamente controsole su un tratto velocissimo dove il pilota
cerca il riferimento che ha per la frenata e non vi stacca gli occhi da sopra
neanche per un secondo ( se chi posiziona i commissari avesse corso qualche
volta in vita sua o chi ha corso ci mettese voce ogni tanto
.).
Di fronte dovrebbe esserci la quarta bandiera agitata velocemente nei pressi
del pilota caduto e giacente in posizione pericolosa nella via di fuga: è
lunica bandiera che il pilota può vedere veramente, ma non cè.
Non cè perché nessuno la agita, dato che Ukawa è
già stato accompagnato entro le prime protezioni e la moto è stata
rimossa (si vedono i commissari sul fondo del teleschermo), difatti alla fine
della curva viene esposta la bandiera verde.
Se cè la situazione di pericolo e il pilota non la rispetta, la
sanzione deve essere automatica e giusta, ma se fosse stato un caso così
clamoroso non sarebbe stato palese?
E si sarebbe aspettata la fine della gara per dare uno stop and go o una nera?
Se la situazione di pericolo non è più presente e il pilota comunque
non rispetta la bandiera è normale adeguare la punizione alleventuale
danno che sarebbe stato possibile arrecare, cioè un ammonizione visto
che sarebbe stato nullo?
Se la prova tv biscardiana vale per testimoniare un danno non visto
dallarbitro, vale anche per dimostrare lerrore giudiziario (espulso
un giocatore al posto di un altro questultimo non viene squalificato).
Una bandiera sventolata in un posto a cavolo e una mancante del tutto, sono
prove schiaccianti di colpevolezza?
E infine
Sicuri che tutti quelli che hanno voltato nel tornantino prima del traguardo
li ritrovate nelle stesse posizioni alla curva dopo, nonostante le bandiere
gialle?
La risposta la conosco, ma nonostante scriva e voglia bene a Valentino, se
dovesse capitare non sarò mai uno di quelli che girerà in sala
stampa dicendo ahò quello o dovete squalificà!.
Quel mestiere infame lo lascio ad altri, perché è un mestiere
che a loro calza a pennello.
MAK
da Donington Park
(Rossifumi.it)
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