MotoGP – Vigilia di Donington, il paradiso delle due ruote

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Nel Terzo Millennio non esistono più gli impianti dediti esclusivamente alle due ruote, nati con l’intento di ospitare gare motociclistiche lasciando in disparte monoposto e autovetture da competizione. Trovare un “Paradiso” del motociclismo è ormai una missione impossibile: Assen, per fare un nome, si è adeguato alle leggi del mercato, aprendo le porte nel recente passato alla Champ Car e ad altre gare automobilistiche. Donington, fa un pò specie. Certo, anche qui il BTCC (campionato turismo britannico) ed i SuperTrucks fanno capolino, ma è la filosofia di Donington Park a restare immutata. Pochi lo sanno, ma nel lontano 1931 l’impianto prese piede nel panorama agonistico internazionale con il preciso intento di ospitare esclusivamente il motociclismo. Volontà apprezzabile frutto di Frank Craner, l’uomo che ha avviato e finanziato il progetto, conosciuto soprattutto per i trascorsi agonistici: sette presenze al Tourist Trophy, volto noto all’epoca nel Road Racing d’Oltremanica. Craner ideò Donington e diede indicazioni sul disegno del tracciato, rimasto praticamente immutato dal 1934 ad oggi fatta eccezione per l’ultimo tratto comprendente la Chicane Fogarty ed il tornante Melbourne, punto che spezza il ritmo abbassando notevolmente la media sul giro.

Tuttavia Donington resta un circuito speciale, meta apprezzata da tutti i protagonisti della MotoGP che rischiano di perderlo in ottica-2010. Il contratto con la Dorna scade il prossimo anno, con Silverstone alla finestra ed interessata ad ospitare la massima serie del motociclismo. Si troverà, presumibilmente, un compromesso, con la possibilità di una doppia-trasferta nella Terra d’Albione, frutto di un “boom” della MotoGP sul suolo britannico. Ascolti sulla BBC schizzati alle stelle, apertura nel Regno Unito al Motomondiale dopo anni di preferenza verso le Superbike. Merito, inutile girarci intorno, di James Toseland, giunto nella top class col carattere giusto per poter, in prospettiva, vincere. L’uomo ideale per il boom in UK, potenziale outsider per un weekend a Donington dalle numerose sfaccettature e motivi di interesse.

In primis, la lotta per la leadership di campionato. Sette punti tra Valentino Rossi e Dani Pedrosa, vincitori a Donington rispettivamente nel 2005 e 2006. Lo scorso anno, sotto il diluvio universale, vinse Casey Stoner: tanto per chiarire, il terzetto potenzialmente in grado di far saltare il banco per l’ottava prova stagionale, teatro di un possibile weekend bagnato dalla pioggia. Le previsioni accertano nuvoloni minacciosi per domenica: tenendo conto dei precedenti tra Mugello e Barcellona, i metereologici hanno fatto… acqua da tutte le parti. L’incognita del meteo non discosta l’attenzione degli addetti ai lavori verso Nicky Hayden, obbligato a ben figurare per trovare la conferma in HRC (che lo vorrebbe come “uomo-marchio” replicando l’operazione-Doohan), con a disposizione il motore a valvole pneumatiche. Test a Barcellona controversi, ma con la necessità per l’ex iridato di provarci con il nuovo propulsore, quasi l’ultima spiaggia per risalire la china e trovare il bandolo della matassa di un presente sul piano tecnico indecifrabile.

C’è poi Marco Melandri, forzatamente ed inevitabilmente messo in discussione da tutti, non dalla Ducati. Quantomeno alla luce del sole, perchè far provare Sete Gibernau al Mugello (sarebbero stati altrimenti Max Biaggi e Troy Bayliss…) non è il massimo per lasciare il ravennate in santa pace. Non era questo l’intento, ma il risultato è quello che è: “Hollywood” in Toscana ben figura ai comandi della Desmosedici, Niccolò Canepa a Brno nei test-Bridgestone (senza scordarci Barcellona) ha fatto sensazione. Correrà sotto pressione Marco, con un biennale in discussione per un futuro in MotoGP incredibilmente incerto, considerando che nel mercato piloti tutte le case ufficiali hanno già un pensiero verso il 2009: soluzioni e trattative che non prevedono l’ingaggio di Melandri.

A proposito del futuro, sbarca a Donington Ben Spies, rivelazione del motociclismo americano, pronto a sostituire l’infortunato Capirossi. Poche chiacchiere: Spies è un fenomeno, talento straordinario, giusto l’appellativo di “The Next Big Thing” del motociclismo. Ora deve dimostrare il proprio valore tra i “grandi”, dopo aver fatto… fuori i big dell’AMA Superbike, Mat Mladin in testa, battuto in pista nel confronto cronometrico e… di testa. Adesso la MotoGP, ora Donington Park, un domani un posto full-time nella top class. Debutto affrettato, imprevisto, ma resosi necessario per valutare il Ben Spies “europeo”, dal potenziale incredibile per la GP più competitiva negli ultimi anni, con il terzetto di testa, Jorge Lorenzo al rientro, Dovizioso in cerca di conferme. Non il massimo per mostrarsi agli occhi dei meno avvezzi all’universo americano delle due ruote.

Alessio Piana

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