MotoGP – Test Phillip Island Day 1 – A sorpresa Barros in testa
In Australia ci si avvicina all’estate, ma questo non scongiura eventuali minacce di pioggia. Così sembra aver pensato la Yamaha, che per lo sviluppo della YZR M1 800cc ha preferito assentarsi dalle prove di Phillip Island per tornare nuovamente in pista tra pochi giorni a Sepang, tracciato ritenuto più veritiero per prove di long-run e di durata degli pneumatici. Il perchè? Semplice: i curvoni di Phillip Island mettono in crisi la gomma posteriore, non riuscendo mai nelle prove invernali a trovare il bandolo della matassa. Se a questo si aggiunge un clima incerto ed una prima giornata di prove interrotta alle 16.00 per pioggia, allora sì, forse tornare in Malesia dopo meno di due settimane dai primi test stagionali non deve essere stata una scelta fuori di senno. Ad ogni modo a Phillip Island oggi si sono ritrovati in pista i team di Honda, Suzuki e Ducati, ed è proprio una Desmosedici GP7 800cc a comandare la classifica. Con Capirossi? No. Con Casey Stoner che gioca in casa? Nemmeno! La Ducati leader è quella “satellite” di Alex Barros, in grado di spingersi sino al crono di 1’30″60, 3 decimi sopra il riferimento record 2005 di Marco Melandri in prova e solo 0″1 davanti a quanto mostrato due settimane or sono qui in Australia da Troy Bayliss, in sella ad una Ducati 999 Superbike. Strani e complicati paragoni per un’unica certezza: Barros è tornato in MotoGP non per fare numero. Vuole vincere qualche gara, essere una presenza costante nella top five. Non gli manca una moto competitiva (una Desmosedici al pari degli ufficiali, quantomeno all’inizio), delle gomme di prima scelta (Bridgestone) ed una squadra rafforzatasi dall’appoggio diretto Ducati e dei suoi tecnici, Fabiano Sterlacchini (capotecnico) e Manuel Cazeaux. Vero, Barros a Phillip Island è andato sempre molto bene (in Superbike l’anno passato ha conquistato due podi), ma per un 36enne rientrare in MotoGP e posizionarsi subito davanti a tutti non deve essere affatto male. Il brasiliano oggi ha tenuto testa in prove anomale (le due ore conclusive inutilizzate per pioggia avrebbero sicuramente offerto una classifica diversa) ai nostri Marco Melandri e Loris Capirossi, immediatamente alle sue spalle davanti alla coppia HRC, Nicky Hayden e Daniel Pedrosa. Indietro gli altri Hondisti, lontana la Suzuki, che ha voluto verificare se davvero la GSV-R può esser vincente da Losail in avanti.
Proprio sulla Suzuki bisogna soffermarci. Chris Vermeulen prima di approdare nel tracciato di casa ha detto “Per noi Phillip Island sarà un banco di prova fondamentale: verificheremo lo stato generale della moto per capire realmente a cosa possiamo puntare da Losail in avanti”. Tradotto, la pista dei canguri è molto selettiva, in grado di confermare o smentire le performance mostrate precedentemente a Sepang. La storia però ci insegna come a Victoria spesso si vive una realtà diversa rispetto al campionato. Ricordate il 2005? Gibernau e Biaggi fulmini di guerra, Valentino Rossi dietro con qualche problemino di gomme: sappiamo tutti come è andata a finire. Phillip Island nasconde delle insidie che i tecnici del team Rizla non hanno sottovalutato: in questa prima giornata si è puntato sulla costanza di rendimento generale della moto, visto e considerato che qui non si è mai andati oggettivamente forte (tralasciando il fortunato podio conquistato da Vermeulen nel 2006). Si è messo… alla frusta il pacchetto a disposizione per non scoprire problemi quando girare in pista conterà davvero qualcosa, e proprio nel finale di questa prima giornata Hopkins stava cominciando ad inanellare una serie di tornate molto competitive. Aspettiamo dunque domani per aprire un nuovo capitolo sulla straordinaria ed esasperata competitività delle Suzuki 800cc…
Parlando invece della Ducati, c’è una certezza assoluta: la Desmosedici GP7 è una moto con i fiocchi. Nata bene e cresciuta altrettanto bene, almeno stando ai tempi mostrati da Loris Capirossi a Sepang. Oggi è Barros a portarla in testa, ma “Capi-T-Rex” è subito alle sue spalle e prevediamo già da domani una bella lotta per la supremazia in Rosso. Non c’è invece al vertice Casey Stoner, dedito a prove di ciclistica ma soprattutto a migliorare il proprio stato fisico, dopo il problema agli avambracci accusato a Sepang. L’australiano dice di star bene e che domani sarà lì a giocarsi il primato con i primi: staremo a vedere.
Chiudiamo, ed è bello chiuder così, parlando della Honda. Alla squadra ufficiale è arrivato dal Giappone tanto di quel materiale che riassumerlo in poche righe è estremamente complicato: nuove mappature per il motore che garantisce un’erogazione più docile e sfruttabile anche dalla 4° in su, aggiornamenti telaistici, una carena leggermente modificata per evitare problemi di surriscaldamento. In poche parole, una RC212V nuova a testa per Nicky Hayden e Daniel Pedrosa, che senza l’ansia del cronometro si sono avvicinati ai primi. Positivi riscontri anche da Marco Melandri, secondo, con delle Bridgestone molto competitive (N.B.: primi tre piloti tutti gommati giapponese) ed una Honda che se la sta sistemando su misura. Più attardati Elias, Checa e Nakano, quest’ultimo non in grado di confermare gli ottimi tempi di Jerez. Doveva essere la sorpresa del 2007, chissà…
MotoGP Test Phillip Island – Martedì 30 gennaio 2007 – I tempi del Day 1
01- Alex Barros – Ducati Desmosedici GP7 – 1’30.60
02- Marco Melandri – Honda RC212V – 1’30.70
03- Loris Capirossi – Ducati Desmosedici GP7 – 1’30.70
04- Nicky Hayden – Honda RC212V – 1’31.18
05- Daniel Pedrosa – Honda RC212V – 1’31.29
06- Casey Stoner – Ducati Desmosedici GP7 – 1’31.40
07- Alex Hofmann – Ducati Desmosedici GP7 – 1’31.50
08- Carlos Checa – Honda RC212V – 1’31.80
09- John Hopkins – Suzuki GSV-R 800cc – 1’31.80
10- Kenny Roberts Jr – KR Honda KR212V – 1’31.90
11- Toni Elias – Honda RC212V – 1’32.00
12- Chris Vermeulen – Suzuki GSV-R 800cc – 1’32.00
13- Shinya Nakano – Honda RC212V – 1’32.23
Alessio Piana
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