MotoGP | Quartararo e il Mondiale riaperto: colpa della moto o c’è dell’altro? [TITOLI DI CORSA]
Il francese sta (quasi) perdendo un titolo che sembrava ormai suo
In principio fu Assen, Gran Premio d’Olanda, il 26 giugno scorso. Il campionato era praticamente (già) chiuso, e la gara del Sachsenring appena sette giorni prima aveva consegnato un verdetto inappuntabile: Fabio Quartararo con la terza vittoria stagionale, la seconda consecutiva, dominava il Mondiale non solo da un punto di vista strettamente algebrico ma anche, e soprattutto, concettuale.
“El Diablo” fino a quel momento era stato semplicemente il più forte di tutti, il più costante. La Yamaha continuava ad accusare un gap di sviluppo e prestazioni, tuttavia tra le mani infarcite di talento del pilota francese riusciva a limitare i danni e, paradosso, a sembrare lei la moto da battere.
Il “Rosso” Ducati era diventato un rosso rabbia, per un mezzo veloce ma inconcludente, con un Bagnaia troppe volte a terra, ed equilibri interni che sembravano consolidati ma che venivano scalfiti da troppe incertezze. Poi arriva Assen, come detto, Pecco vince mentre Quartararo finisce non una ma ben due volte per terra, prima di ammainare la prima bandiera bianca della sua stagione.
Poco male, il margine in classifica era ancora ampio sui primi, o comunque più credibili, inseguitori e poi come se non bastasse ecco un mese e mezzo di sosta, tempo soddisfacente per rimarginare le ferite, ammesse che ce ne fossero, e tornare ad imporre il proprio ritmo di risultati nella volata verso il secondo titolo iridato consecutivo.
Sembrava un film già scritto prima ancora dei titoli di coda, ed invece alla ripresa, da Silverstone, nulla è stato più come prima. Bagnaia e Ducati hanno fatto ancora meglio di quanto non avessero mostrato nella seconda metà del Campionato scorso, mettendo a referto la bellezza di 111 punti in appena 6 gare.
Quartararo, dal canto, suo è entrato in un vortice di difficoltà ripetute che si traduce perfettamente nei soli 47 punti incassati nello stesso numero di Gran Premi disputati. Matematicamente ecco spiegato come un Mondiale che sembrava chiuso, a tre gare dal termine, e con soli due punti di distanza, è tornato meravigliosamente aperto ed incerto.
Ma dietro i numeri, per ragion logica, c’è sempre una spiegazione e la nostra domanda dei Titoli di Corsa di questa settimana cerca proprio quella spiegazione. Perché è vero che la Yamaha è un concentrato di difetti e la Ducati vola, ma era così anche nella prima parte di stagione, ed allora qualcosa è cambiato anche e soprattutto in Fabio, trincerato nel silenzio dopo il deludente fine settimana in Thailandia prima di quel laconico “Che incubo” affidato per mezzo social.
Un incubo in cui è sprofondato in poco più di tre mesi, i cui motivi vanno analizzati con lucida consapevolezza ma dal quale ora servirà, per forza di cose, provare ad uscire per giocarsi in pieno le proprie chance. Ancora tre gare all’ultima bandiera a scacchi e poi ogni domanda, inevitabilmente, troverà una risposta.
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