MotoGP – Preview Assen – Tre ”Hondisti” a caccia di Valentino
Il Laureato alla caccia di una nuova impresa, di un nuovo foglio autentificato da incorniciare, da posizionare nella bacheca dei ricordi, nell’Università del Motociclismo di Assen. D’accordo, Valentino Rossi il Laureato, lo sappiamo, ma non se ne può più. Per noi, per tutti, resta sempre il Dottore. Il primario del Motomondiale, capace a realizzare finora in questa stagione cinque operazioni da antologia: Jerez, Shanghai, Le Mans, Mugello, Barcellona. Cinque primi posti e un secondo sotto la pioggia di Estoril, stoppato solo dalla ritrovata vena agonistica di Alex Barros. Cinque punti, e basta, lasciati alla concorrenza. Niente, briciole, cianfrusaglie di un percorso già scritto. Punto. Difficile pensare o voler credere in una svolta della concorrenza ad Assen, la sua Assen, il Gran Premio d’Olanda trasformato in “TT”, due lettere magiche ma che poco sembrano voler rappresentare la loro essenza nel Motomondiale degli anni Duemila. La sua pista preferita o poco ci manca, la Assen riconosciuta da tutti come il tempio della piega, di una moto sempre incline all’asse verticale anche in rettilineo. Libidine, amore per gli appassionati. Qui si esaltano i campioni.
Si esalta Valentino, che da quando la classe regina si chiama MotoGP non ha mai sbagliato un colpo se il tempo mite regna sovrano, regolando il buon Barros (in sella alla NSR 500 due tempi) nel 2002, sportellandosi con Sete Gibernau la stagione passata, riprendendosi la rivincita della sconfitta subita sotto la pioggia nel 2003, dietro anche a Max Biaggi, nell’allora vera o presunta lotta tra RCV “Factory e non Factory”. Rossi ama Assen e viceversa, come può essere anche per Alex Barros, vittorioso nel 2000, secondo nel 2002, quando per lui ancora si parlava di carburatori.
Due tempi che hanno siglato anche l’affermazione di Max Biaggi, una delle più belle della sua carriera ottenuta prima dell’esposizione della bandiera rossa per pioggia nel 2001. Barros, Gibernau e Biaggi, unici vincitori assieme a Valentino del “TT” dal 2000 a oggi. Facile trovare quali siano gli avversari principali per la rincorsa del pluridecorato alla sua sesta vittorie in sette gare stagionali.
Tre piloti attualmente vestiti della casacca Honda, per tre team diversi (Pons, Gresini, HRC). Concorrenza variopinta, variegata, soprattutto agguerrita. Sì perchè se qualcuno ha proposto un referendum per portare da qui a massimo due anni Rossi in Formula 1, loro ne sono gli autori, principali sponsor di questa iniziativa. Per la serie “Non ne possiamo più…”.
Contenti loro, anzi, contentissimi all’idea, meno gli appassionati. Vivremo l’Assen tradizionalmente di sabato (prove libere dal giovedì, venerdì qualifiche, sabato le gare) con le sibilline idee dei giornalisti: Valentino di qua, di là, Ducati, Yamaha, Ferrari, Fiat, no, resta in Yamaha. Imposizione di diventare l’argomento centrale di questo weekend. Impossibile, aspettando di verificare se l’uomo che distrugge i tabù può continuare anche con un suo personale record “negativo”: vincere ad Assen nella classe regina solo negli anni pari. Certo che se siamo costretti a scartabellare statistiche, numeri, lotto e tombolata di fine anno per trovare qualcosa per fermare Valentino, possiamo pure trovare un altro mestiere. O semplicemente, chiedere nel paddock del Motomondiale agli addetti ai lavori di trovarci un nostro verosimile futuro. “Formula 1”, ci diranno tutti. Questo disco che si incanta da troppo tempo a questa parte. Come i successi di Valentino.
Alessio Piana
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