MotoGP – Phillip Island FP2 – De Puniet sorprende, Pedrosa rischia tantissimo

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Cielo coperto, sole che sbuca e offre ai fotografi la possibilità di immortalare degli scatti suggestivi in un palcoscenico unico nel suo genere. Questa è Phillip Island, Bass Coast Shire, un’ora e mezza da Melbourne, 60 minuti a disposizione per i 19 piloti della MotoGP nel turno pomeridiano di prove del venerdì. Una sessione che ha confermato le sensazioni mattutine, con Bridgestone in grandissima forma, per sviluppo, progressi e tradizione (qui una pole position colta nel 2002 con la KR due tempi di Jeremy McWilliams, va ricordato), e diversi piloti che potranno dire la loro al di là dei soliti volti e nomi. Uno di questi è tale Randy De Puniet, già accasato per il 2007 ancora in Kawasaki (biennale firmato al termine della passata stagione), in grado di scendere sul riferimento di 1’29″745, non ancora record della pista. Bridgestone morbida, certo, ma il francese è stato protagonista per tutta la sessione, anche inizialmente quando ha fatto trenino con Shinya Nakano (4°) spiccando ottimi cronometrici.

Difficile/impossibile ipotizzare l’ex pupillo di Lucio Cecchinello e Jorge “Aspar” Martinez in lotta per il successo: sarà un discorso probabilmente a tre analizzando il passo, con Capirossi, Rossi e Hayden protagonisti. Tutti ben piazzati, tutti in lotta per il titolo, dal quale rischia di autoescludersi Daniel Pedrosa, che sembra pagare più di Sepang la botta rimediata giusto sette giorni addietro. Tempi altissimi, una RCV non a posto (non era “limpido” e “sincero” nella sua guida), un tremendo rischio a fine sessione, quando alla curva 10 è tornato indietro di tre anni arrivando vicino ad un’analoga botta a quella che gli fratturò due caviglie nel 2003, poco dopo la conquista del titolo iridato della 125cc.

Pedrosa è rimasto in piedi per miracolo, e forse non basteranno gli antidolorifici a proporlo come papabile per il successo domenicale. Peccato, peccato davvero per Pedrosa, non se lo merita. Via libera agli italiani, con anche Melandri in ottava piazza, mentre in madrepatria non riescono ad esaltarsi con Stoner e Vermeulen non propriamente ben piazzati. Giusto, dimenticavamo, è solo venerdì.

Alessio Piana

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