MotoGP – Pedrosa preoccupato dello sviluppo affidato ad Hayden, meno dei tempi di recupero

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Nella Clinica Universitaria Dexeus del rinomato Dottor Xavier Mir di piloti infortunati ne passano quasi ogni settimana. Da giovanotti dei campionati nazionali a campioni affermati come Sete Gibernau e Toni Elias. Pochi di questi, però, sono costretti ad organizzare una conferenza stampa per chiarire il proprio stato fisico ed i propri tempi di recupero, rispondendo alle domande di una ventina di giornalisti di ogni parte d’Europa. Questo è successo ieri a Daniel Pedrosa, che poco prima di lasciare la Clinica di Barcellona ha incontrato la stampa specializzata per una mezzoretta, sincerando i tempi di recupero dalla frattura composta del secondo metacarpo della mano destra riscontrata in seguito alla brutta (seconda) caduta nell’inaugurale giornata di prove a Sepang lo scorso martedì 22 gennaio. Pedrosa, insieme al Dottor Mir, ha chiarito la bontà dell’operazione: tutto è andato per il meglio, tanto che nelle prossime 48 ore potrà già iniziare la riabilitazione.

“L’intervento è andato alla perfezione”, ha dichiarato il Dottor Mir, il quale ha spiegato con un disegno in cosa è consistita l’operazione. “Abbiamo ridotto la frattura fissando una piastra con sette viti in titanio di ultimissima generazione, chiamate “low-contact”. Il nostro obiettivo è stato quello di ridurre i tempi di recupero e consentire a Dani di iniziare al più presto la riabilitazione, questo nell’ordine di 3 giorni. Per i tempi di recupero, è difficile da dirsi, sono da 6 a 8 settimane, ma i piloti sorprendono sempre per la loro capacità di recupero”.

Dunque il catalano sarà sicuramente al via della gara inaugurale della stagione a Losail, con la speranza di vederlo in pista già per i test IRTA sul tracciato mediorientale, dove si proverà per la prima volta sotto le luci dei riflettori dal prossimo 26 febbraio. Esclusa una sua presenza ai test di Jerez.

“Devo ringraziare tutto lo staff del Dottor Mir perchè l’operazione è andata molto bene e mi consentirà di recuperare in fretta”, ha dichiarato Pedrosa. “Non mi sono ancora spiegato la dinamica della caduta. Ho toccato il freno e mi sono ritrovato a terra. Qualcosa non è andato per il verso giusto in quella giornata, visto che già in mattinata sono scivolato senza una spiegazione. Cercheremo di capire cos’è successo, perchè non mi capita spesso di trovarmi a terra così, senza motivo, soprattutto quando non stavo spingendo”.

Logico pensare ad un problema alla propria RC212V, in particolar modo un “black out” elettronico. HRC per il momento non ha offerto una propria posizione sull’accaduto: da qui ai test di Phillip Island sarà svelata la dinamica e le cause del volo di Pedrosa. Si trattasse di errore umano, sono cose che capitano. Nel caso l’incidente sia stato causato da un problema tecnico, sarà opportuno “metter le mani” sul cervello della nuova RCV, onde evitare altre problematiche di questo tipo. Perder Pedrosa per i test invernali è un brutto colpo per lo sviluppo della nuova nata, dal kilometraggio ridotto e con alcuni settori ancora da verificare, dal nuovo propulsore (valvole pneumatiche o meno) al nuovo cuore elettronico (sempre lì si arriva…), fino alle Michelin di nuova generazione.

“Non poter partecipare ai prossimi test per me è davvero dura”, ha proseguito Pedrosa nel corso della conferenza stampa. “Ci sono diversi aspetti da sistemare della moto, e non poter esser presente e attivo in prima persona è un grande problema”. Va detto che Pedrosa ha guidato la nuova RCV per cinque giornate complessive a novembre, saltando per propria scelta (ma condivisa dalla Honda) le prove di Sepang. Lo sviluppo dunque finirà sul groppone di Nicky Hayden, il quale ha sicuramente un valido background da tester (ricordarsi del 2006 e la RCV “Brno Type”), ma ha caratteristiche diametricalmente opposte rispetto a Pedrosa: esigenze e stile di guida differenti, due vie che mai si incroceranno.

“Storicamente quando Nicky Hayden si è occupato dello sviluppo della moto non ha mai portato nessun beneficio”, ha affermato il tre volte iridato. “Sarà difficile salire in sella su di una moto sviluppato da altri con accorgimenti diversi”. Come non possono tornare alla memoria le dichiarazioni dello scorso inverno, quando al “El Mundo Deportivo” affermò che “Hayden non ha capito nulla della moto e del suo sviluppo”, riferendosi alla nuova 800cc, salvo poi compiere un repentino dietrofront a “El Pais” sincerando le doti di “Grande lavoratore” del proprio compagno di squadra. “Dani e Hayden hanno caratteristiche differenti”, ha sincerato Alberto Puig presente, un pò defilato, alla conferenza. “Non poter lavorare sulla moto sarà una problematica non indifferente”.

Insomma, infortunio più “lieve” rispetto a quello del 2003 a Phillip Island, ma per Pedrosa sicuramente più “pesante”. Una moto nuova da sviluppare, e lui è costretto a stare a guardare, per un incidente dalle cause ancora non definite. Come rientrerà in azione il fantino catalano a Losail? La storia ci insegna che lui ritorna sempre nel massimo della forma fisica, come se niente fosse accaduto, vincendo o lottando per le posizioni di vertice. Farlo senza una moto cucita addosso, sarà più difficile. Non tornerà per caso d’attualità la RC212V versione 2007 al box HRC?

Alessio Piana

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