MotoGP – Pedrosa: ”La bandiera contro i guard-rail? Era il minimo…”
Qualcuno aveva criticato i “festeggiamenti” (virgolettato) di Daniel Pedrosa dopo il successo a Jerez de la Frontera. Una mano a salutare il pubblico, nulla più. Noia, grande noia, pensando a cosa sono in grado di mostrare in termini di spettacolarità alcuni suoi blasonati colleghi. Dani Pedrosa, tuttavia, è sempre stato così. Non si è mai lasciato andare a festeggiamenti hollywoodiani preferendo abbracciare i propri meccanici (esemplare quanto accaduto domenica con Mike Leitner, suo capo-tecnico), i componenti della propria famiglia e, naturalmente, Alberto Puig. Non ama questo genere di cose, non vuole “fare show”. Vuole vincere: il resto, non conta. A Barcellona tuttavia Dani ha fatto un’eccezione. Ritrovando un gruppo di amici nel corso del giro d’onore, ha preso una bandiera. Della Spagna? Della Catalogna? No, per un intento apprezzabile che trova unito il mondo dei motociclisti. “Guardarailles Asesinos”, la scritta che sincera una tematica lasciata in disparte dai nostri rappresentanti al Governo, di destra e sinistra, nell’ultimo ventennio. I “Guard-rail assassini”, una sorta di “ghigliottina legalizzata”, vergogna della nostra Penisola e, Pedrosa lo dimostra, non solo. Proprio Dani ha spiegato nel dopo-gara il perchè si è voluto esporre in prima persona per questa campagna di sensibilizzazione, lasciando perdere burnout, wheeling, show di vario genere e tipo per dare un messaggio su sfondo mondiale in materia.
“Ne avevo parlato con degli amici prima della gara (rappresentanti del Moto Club Chino Chano di Sabadell, ndr), non è stata un’idea dell’ultim’ora”, afferma Dani Pedrosa. “Per quanto mi riguarda, era il minimo che potessi fare. So che è una questione delicata, ma se tutti noi piloti spagnoli possiamo dare una mano in questo senso si può magari raggiungere presto una soluzione”.
Giustissimo. La pensa così pure il Codacons, che tramite un comunicato stampa divulgato all’ANSA ha apprezzato l’iniziativa di Pedrosa ponendosi due interrogativi. Primo, perchè nessuno ne ha parlato? Secondo, perchè i nostri piloti non hanno mai preso coscienza in merito?
“E’ incredibile che l’iniziativa di Dani Pedrosa sia passata oggi praticamente sotto silenzio sui mass media. Il campione spagnolo alla fine della gara ha sbandierato una bandiera con scritto “Guardarrailes asesinos”, per denunciare il fatto che migliaia di motociclisti muoiono ogni giorno sulle strade per colpa di guardrail illegali, concepiti solo per le autovetture, peraltro malamente, ma che uccidono i centauri.
Manca, infatti, una barra che impedisca al motociclista che scivola sull’asfalto di incastrarsi nella parte bassa del guardrail, perdendo così la vita o le gambe. Ebbene, prendendo spunto da Valentino Rossi, che ha colorato il casco come un pallone per tifare Italia, il Codacons invita tutti i campioni di motociclismo, a cominciare dalla prossima gara, a colorare il casco come la bandiera di Dani Pedrosa (una figura stilizzata di un motociclista spezzato in due) e la scritta, ognuno nella propria lingua: Guardrail assassini.
E’ assolutamente doveroso che i campioni di motociclismo contribuiscano a tutelare la categoria di cui fanno parte e che non possono rappresentare solo sulle piste. Per questo il Codacons chiede ai campioni italiani più rappresentativi, a cominciare da Valentino Rossi, di promuovere questa iniziativa fino alla fine del campionato.”.
Della bellissima iniziativa lanciata da Pedrosa ne hanno parlato tutti gli organi di informazione spagnola, mentre in Italia portali del settore e non: Repubblica.it, ad esempio, ha pubblicato una gallery dedicata al giro d’onore del GP di Barcellona con Pedrosa protagonista. Basta poco, alle volte, per dare risalto ad una lodevole, apprezzata presa di coscienza di uno dei grandi protagonisti del motociclismo mondiale.
Alessio Piana
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