MotoGP | Luca Cadalora: “Valentino Rossi con una moto competitiva vincerebbe”

"Cerchiamo di dargli la migliore moto possibile ogni fine settimana. A volte non è abbastanza per la vittoria, ma è solo un nostro errore" ha aggiunto il tre volte iridato e Coach del #46

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MotoGP – Con il Gran premio di San marino e della Riviera di Rimini salgono a 22 le gare senza vittorie per la Yamaha, l’ultima quella di Valentino Rossi ad Assen 2017.

La Yamaha in questa stagione ha eguagliato il record negativo di 22 gare senza vittorie che fece registrare tra il 1996 e il 1998 e se ad Aragon la M1 non riuscisse a vincere, sarà il più lungo digiuno nella storia della Yamaha da quando è entrata nel mondiale nel 1973.

Una situazione preoccupante, soprattutto considerando che la luce in fondo al tunnel sembra essere molto lontana.

Intervistato da MotoGP.com, il tre volte campione del mondo e Coach di Valentino Rossi, Luca Cadalora ha parlato della situazione e del momento di forma del #46.

“Per andare avanti è necessario essere competitivi e avere piacere per ciò che si fa. Valentino ama ancora questo, ma se vuoi vincere il titolo, devi vincere. Questa è la cosa migliore che puoi fare. Essere sul podio è buono, ma una vittoria è un’altra cosa. In squadra cerchiamo di dargli la migliore moto possibile ogni fine settimana. A volte non è abbastanza per la vittoria, ma è solo un nostro errore. Se gli diamo la moto giusta, vincerà. Poter aiutare un pilota essere più veloce è una cosa che mi piace. Sono i suoi occhi e gli dico cosa riesco a vedere. Il mio ritorno è arrivato con Valentino, perché ci siamo incontrati tre anni fa a Misano in pista. Da quel momento in poi, pensò che sarei potuto essere d’aiuto. Sono diventato il suo Riding Coach, che mi piace davvero molto. Non sapevo se avrebbe funzionato. Quando guidavo, non avrei mai pensato che qualcuno potesse guardarmi in pista. Mi piace il fatto di essere vicino alla pista, ma mentalmente seduto sulla moto. Questo mi dà una sensazione simile ai miei giorni di gara. Con Valentino ho capito qual era il mio limite come pilota. Se fossi stato un po’ più preciso e avessi dedicato più tempo a questo lavoro, avrei potuto ottenere di più. Non è soltanto lui che impara da me, ma anche io da lui.”

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