MotoGP – Le pagelle del 2004

MotoGP – Le pagelle del 2004MotoGP – Le pagelle del 2004

Rossi: grazie
I numeri dicono che su cinque anni di partecipazione alla classe regina ha vinto
quattro titoli e che non riesce a portare a casa meno di nove gare a stagione.

Nel solo 2004 piace ricordare, tra i tantissimi capolavori, il sorpasso all’ultima
curva in terra australiana.
Eppure, paradossalmente, quest’anno parlare del gesto sportivo pare inadeguato.

Perché il vero miracolo non è sorpassare Tamada in un punto dove
a nessun altro pilota verrebbe anche solo in mente di provarci, ma aver messo
alla berlina la seducente cultura che nobilita la scusanti di chi fallisce più
del valore di chi, invece, raggiunge il successo.
Poeta in moto e maestro di vita.

Gibernau: 10
Gli va ascritto il grandissimo merito di aver tenuto in vita, per il secondo
anno consecutivo, il mondiale piloti, il mondiale team ed il trofeo BMW.
Chiude con quattro vittorie stagionali, che consentono alla Honda di vincere
il titolo costruttori, tanti punti e la conferma che il 2003 non è stato
un caso.
Primo degli esseri umani ed un futuro da uomo di punta della casa dell’ala d’orata.

A ciascuno il suo.

Biaggi: 5
Su sedici gare, una vittoria in una delle piste tecnicamente meno significative
di tutto il mondiale.
Nella classifica iridata i punti che da Gibernau sono quaranta. Troppi.
Come troppo rinunciataria è quasi sempre apparsa la condotta di gara.

A conti fatti, l’idea di imbrigliare la sua classe in calcoli da ragioniere
ha prodotto unicamente un’altra annata senza gioie.
I bei tempi della Yamaha sono lontani.

Barros: 0
Fino al gran premio della comunità valenciana del 2004, a memoria d’uomo
nessuno si ricordava di una prima guida HRC che non fosse riuscita a vincere
almeno una gara nel corso di un’intera stagione.
Il resto è la cronaca di ambizioni iridate finite dopo due gare e qualche
piazzamento.
Troppo brutto per essere vero.

Edwards: 6
Annata da onesto lavoratore del manubrio, poco in sintonia con le roboanti dichiarazioni
di inizio stagione.
Sarà stato anche penalizzato dal non aggiornamento del suo mezzo, ma
due podi su sedici gp sono un bottino decisamente magro.
L’anno prossimo vedremo se sarà capace di approfittare del ruolo
di scudiero del campionissimo.

Tamada: 9
Il suo stile di guida meriterebbe cinque minuti di riprese a gara indipendentemente
dalla posizione in pista: semplicemente bellissimo.
Quest’anno poi ha dimostrato di essere velocissimo e senza paura, imponendosi
con autorità in due occasioni.
Nel 2005 sarà a parità di condizioni tecniche e potremo finalmente
capire fino a che punto il ruolo di tester Bridgestone sia stato penalizzante.

Hayden: 5
Dopo il primo anno di apprendistato, un altro anno di apprendistato.
Che di per sé non è uno scandalo per alcuno, ma che diventa terribilmente
scomodo quando sei uno dei due piloti ufficiali della casa assoluta dominatrice
dell’ultima decade.
La sua conferma per il terzo anno di seguito è la miglior testimonianza
delle difficoltà a trovare alternative convincenti.

Capirossi: 6
Vittima di un telaio che non funziona a dovere, passa tutto l’anno a battagliare
anonimo a centrogruppo.
Gli evidenti problemi tecnici rendono quasi ingiudicabile il lavoro di messa
a punto mentre, a tratti, esaltano le pure doti di guida.
Sospeso.

Checa: 2
Porta la seconda Yamaha al settimo-nono posto nella generale, con all’attivo
un solo podio e circa un terzo dei punti del compagno di squadra.
La sua peggiore stagione da quando difende i colori di Ywata ha l’unico
pregio di smentire qualsiasi illazione in merito ai presunti progressi fatti
dalla M1 rispetto alla concorrenza.
Inadeguato.

Nakano: 9
Se è capitato di trovare la verdona nel gruppo dei primi, lo dobbiamo
a questo pilota coraggioso e matto come solo chi guida una motogp può
essere.
Il 2004 passa all’archivio per lo storico podio giapponese e per l’incredibile
volo del Mugello.
Funambolico.

Bayliss: 4
Con la sola eccezione del ruggito finale, davvero un disastro.
Mostra tutti i propri limiti con un mezzo con molte lacune, ma che da sole non
giustificano una mancanza così evidente di un qualsiasi risultato.
Il licenziamento è stata l’inevitabile dolorosa conseguenza.

Melandri: 3
Dopo un 2003 all’insegna delle cadute, un 2004 all’insegna delle cadute.

Ora come allora la moto non lo aiuta, ma a tutto c’è un limite.

Ed il dodicesimo posto finale lo supera ampiamente.

Hopkins: 7
Senza sponsor munifici pronti a regalargli una sella competitiva, battaglia
senza risparmiarsi su un mezzo inferiore e con gomme da scoprire ad ogni curva.

La speranza è di vederlo con un mezzo almeno un poco più competitivo.

Honda: 1
Nel 2003 vinse 15 gp su 16, schiantando la concorrenza e piazzando nei primi
tre posti tre suoi piloti.
Nel 2004 ha marcato ancora di più la differenza con tutti i suoi sei
piloti nelle prime sette posizioni. Eppure è riuscita, grazie ad una
serie di comportamenti che neppure il più ottimista direttore commerciale
Yamaha avrebbe sognato, ad essere la vera rivale di Rossi e dunque la grande
sconfitta.
Complimenti.

Yamaha: 10 e lode
La M1 non è neppure lontana parente della cugina di Tokyo, e la differenza
emerge qualsiasi dato si analizzi.
Ma questo, finché Rossi correrà su una moto, è un dettaglio
del tutto irrilevante.
Averlo intuito un anno prima di tanti altri significa conoscere le moto ed i
motociclisti.
Complimenti.

Aprilia – Ducati – Kawasaky – Proton – Suzuki: 4
Chi più, chi meno, chiude un anno pieno di delusioni.
Le moto non vanno, i piloti non funzionano, le gomme mollano a metà gran
premio.
In altre parole non ha funzionato nulla o quasi, come ben testimonia il duopolio
del podio.
È tutto da rifare.

WCM: 10 e lode
Una scuderia “fai da te”, in mezzo a imperi planetari, con problemi
di bilancio tanto grandi quanto la passione.
Nelle pause trovano il tempo di raccogliere qualche punto e lanciare un nuovo
pilota sulla ribalta internazionale.
Il sogno è di vederli sul podio, rinverdendo i gloriosi tempi della Paton.

Direzione corse: 1
Dopo gli scempi dei gp di Gran Bretagna ed Australia 2003, nel 2004 ci regalano
prodezze al Mugello, dimenticandosi di applicare il regolamento ai danni di
Gibernau, ed in Qatar, quando per di correre in soccorso agli amici della Honda
un po’ fanno a pezzi ed un po’ reinventano il regolamento.
Speriamo sia incompetenza.

Telecronisti televisivi: 8
Eurosport si conferma su livelli di assoluta eccellenza.
La strana coppia Meda-Reggiani, oltre ad evidenziare una splendida capacità
di gestire sotto il profilo mediatico l’evento, ha chiuso dando pubblicamente
atto della svista compiuta fino all’anno scorso, quando accreditavano ai
loro microfoni il chiacchiericcio sulla buona stella del signor Rossi e sulla
moto-nasa: il popolo dei motociclisti apprezza chi sa ammettere di aver sbagliato.

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