MotoGP – Intervista a John Hopkins
Laguna Seca rappresenta per lui al 100 % la gara di casa. Perchè è un Americano, perchè è di Ramona, California, lo stato del tracciato a pochi kilometri da Monterey. John Hopkins è pronto, motivato per il Red Bull US Grand Prix, dove l’anno passato chiuse all’ottavo posto, migliore dei gommati Bridgestone. Abbiamo sentito il pilota Rizla Suzuki poco prima del Gran Premio degli States, dove abbiamo tratto un bilancio di questo primo scorcio di campionato dando uno sguardo alla specificità di Laguna Seca, senza tralasciare il suo futuro…
Manca poco a Laguna Seca…L’anno scorso ti sei mostrato competitivo in Monterey: per un americano cos’ha di così speciale questo tracciato?
“Rispetto ad altri circuiti americani e non resta comunque unico nel suo genere. Il Corkscrew, la discesa della Rainey, la salita prima del Cavatappi, l’Andretti Hairpin… Non c’è una curva che non sia una libidine! Nella MotoGP ci sono tanti tracciati molto belli e affascinanti, penso al Mugello, Assen, Brno, in passato Suzuka, ma Laguna Seca era e resterà unica. Fortunatamente le modifiche del tracciato sembrano riguardare solo le vie di fuga e il rifacimento dell’asfalto, anche perchè snaturare la conformazione della pista sarebbe davvero impensabile!”
In passato in Superbike piloti come Haga, Corser o Bayliss hanno battuto gli americani… Pensi sia possibile quest’anno nella MotoGP?
“Nelle gare, e in particolar modo in MotoGP, tutto è possibile. Credo che con un anno in più Valentino Rossi può giocarsi il successo. C’è però un “problema”: Nicky qui va davvero forte. Anche io sono molto competitivo, spero di giocarmela…”
Parlando nel dettaglio di queste prime gare del 2006, qual è il tuo bilancio? Cosa è andato e non è andato?
“Per me questa è la stagione migliore nella MotoGP. Sono stato diverse volte in prima fila, ho conquistato una pole position, la Suzuki si è rivelata una moto competitiva che in termini velocistici non ha niente da invidiare rispetto ad altre concorrenti… Sono soddisfatto a metà: avrei voluto ottenere qualcosa di più in gara, ma per questo dobbiamo ancora lavorare”
Il momento più buio per tutti voi è stata Losail. Quei calci dati alla moto dopo la rottura hanno causato dei dissapori all’interno della squadra? Qualcuno ti ha fatto una…ramanzina?
“Quello è stato un episodio isolato. Per noi il Qatar è stato il weekend più brutto degli ultimi anni. Tre rotture di motore, prove interrotte per problemi, non abbiamo mai trovato un discreto set-up… Niente andava bene. Ero davvero frustrato, e quando la moto si è rotta mi sono un pò saltati i nervi. La squadra ha capito che ero arrabbiato e che quello è stato uno sfogo spontaneo, ne abbiamo parlato e tutti, conoscendomi, hanno capito che quella per me era davvero una situazione impossibile. Fortunatamente ci siamo seduti su un tavolo e abbiamo risolto il problema in poco tempo…”
L’opposto di Losail è stata la splendida pole di Assen…
“Quello è stato senza dubbio il momento migliore per me in MotoGP. Da qualche gara ero in prima fila e la pole mi sfuggiva per pochi centesimi.. Ad Assen eravamo competitivi sin da giovedì, e quando ho montato la gomma da tempo ho dato il massimo perchè volevo la pole position. Ci sono riuscito e non scorderò mai come ho tirato in quell’incredibile giro!”
Il tuo obiettivo per queste ultime gare?
“Continuare a migliorarmi! Realisticamente mi piacerebbe salire sul podio e lottare con i primi. Sono decimo in campionato ma a pochi punti dall’ottava posizione… Vorrei salire sempre di più in classifica per porre le basi per un ottimo 2007”
Il prossimo anno ancora con Suzuki, giusto?
“Con il team Rizla Suzuki ho ancora un anno in contratto ed entrambi intendiamo rispettarlo. In passato diverse squadre (si parlava di Ducati, ndr) mi hanno offerto l’opportunità di cambiare, ma io sono sempre rimasto fedele alla Suzuki. Non ho motivo di andarmene…”
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