MotoGP – Il borsino delle case prima del Mugello

MotoGP – Il borsino delle case prima del MugelloMotoGP – Il borsino delle case prima del Mugello

Il Mugello è alle porte: meno 6 recita il countdown. Sei giorni per tornare a parlare di MotoGP, non numerose novità sul piano tecnico e naturali evoluzioni delle 800cc protagoniste della top class. La Honda porterà al debutto, con Tadayuki Okada, il nuovo propulsore a valvole pneumatiche. La Kawasaki, un nuovo telaio. La Yamaha, inedite soluzioni da parte di Bridgestone e Michelin. La Ducati, leccandosi le ferite di Le Mans, cerca il riscatto dopo aver sincerato la causa del guasto che ha colpito il propulsore desmodromico della GP8 di Casey Stoner. Tanti spunti di interesse che si aggiungono all’eterna sfida per il campionato, con i “fantastici quattro” della classifica generale tra i quali troviamo Valentino Rossi a comandare il plotone dei rappresentanti della nostra Penisola storicamente protagonisti al Mugello. Vedremo dunque il tutto tra pochi giorni, nel frattempo cerchiamo di fare un pò il punto della situazione di ogni casa costruttrice impegnata in MotoGP nel (breve) viaggio che ci porterà da Le Mans al Mugello.

Yamaha: possibile far meglio di così?

Tripletta, senza storie e quasi senza precedenti, a Le Mans. La Yamaha torna a riappropriarsi, a quasi tre anni di distanza, del ruolo di “riferimento” nella top class. La YZR-M1 2008 sul tracciato della Sarthè ha letteralmente distrutto la concorrenza: viaggiava sui binari, andava forte sia gommata Bridgestone che Michelin. I piloti hanno fatto il resto, Rossi la differenza. Nel confronto interno con Jorge Lorenzo e Colin Edwards il “Dottore” ha avuto la meglio con margine, vivendo la contesa sul suolo transalpino quasi con disarmante tranquillità. “Oggi la moto andava benissimo, specie in rettilineo”, aveva dichiarato Valentino a Le Mans, estremamente soddisfatto del lavoro sull’asse Monza-Iwata. La M1 va forte in tutti i settori: in rettilineo è sul piano di Honda e Ducati. In maneggevolezza e guidabilità resta sempre il riferimento assoluto, non solo per merito dei piloti. Anche sul piano “elettronico”, i problemi del 2007 sono ormai storia vecchia. La domanda sorge dunque spontanea: è possibile far meglio di così? Certo, risponderanno gli uomini dei Tre Diapason, continuamente alla ricerca di progredire anche solo di un centesimo. Nell’immediato, nuove coperture Bridgestone, testate con ottimi responsi da Valentino Rossi nel post-Le Mans (con Edwards e Toseland a Clermont Ferrand per conto della Michelin). Nel prossimo futuro, la cosiddetta “forcella intelligente” della Ohlins, in grado di correggere “in corsa” l’assetto a seconda della velocità di percorrenza ed inserimento curva. Un progetto del quale si è parlato molto ma, per il momento, che non ha trovato conferme dai diretti interessati, nè tantomeno smentite. Vedremo quindi una M1 versione “guerre stellari”, pronta a questo punto a nuove missioni oltre che vincere in MotoGP.

Honda: al debutto il motore “pneumatico”

Col senno di poi, tutto secondo i piani. La Honda aveva programmato per il Mugello il debutto in gara del nuovo propulsore a valvole pneumatiche, così sarà. Certo, non con i piloti titolari, bensì con il tester Tadayuki Okada, di ritorno dopo sette anni nelle corse internazionali e nel Motomondiale. “Tady”, uomo di riferimento dello sviluppo del reparto ricerca e sviluppo, metterà così alla prova il V4 “pneumatico”: non aspettatevi di vederlo però lottare per un piazzamento a podio, non è certo questo l’obiettivo della HRC. L’intento è verificare lo stato di affidabilità nel nuovo gioiello motoristico di Tokyo oltre che la prestazione assoluta sul “dritto” dell’autodromo toscano. D’altronde Nicky Hayden e Daniel Pedrosa hanno chiesto espressamente un’iniezione di cavalleria in più, ed il nuovo 4 cilindri fa proprio al caso della coppia vestita Repsol. Si lavorerà però con i piedi di piombo, soprattutto per quanto concerne il catalano, in piena corsa per il titolo, attualmente “soddisfatto” del pacchetto a disposizione. Rompere gli equilibri a stagione in corso non è proprio il massimo per il buon Dani, stesso dicasi per l’ex iridato, scottato da precedenti disfatte in merito (vedi Donington e Brno 2006). Si lavorerà per il futuro immediato, ma senza eccessiva fretta e stress. D’altronde, riportando quanto dichiarato dal Kentucky Kid, “E’ giusto rispettare le scelte Honda”, colosso che in 12 mesi ha riprogettato da zero una moto diversificando il lavoro in tre distinte strade per tornare al successo.

Ducati: indagini sui problemi, si recuperano le “vecchie” Bridgestone

Proprio al Mugello la Ducati aveva portato in pista 14 mesi or sono la Desmosedici GP8. Una lunga marcia nello sviluppo che si scontra con alcuni macroscopici problemi vissuti soprattutto dal Campione del Mondo, Casey Stoner. Due i punti sui quali lo staff diretto da Filippo Preziosi ha lavorato nel post-Le Mans: primo, trovare la causa/le cause del ritiro dell’australiano. Secondo, comprendere come non si riesca a sfruttare a dovere le nuove coperture Bridgestone. In prima battuta, la rottura del propulsore desmodromico, versione ufficiale, è stato dipeso da un “componente difettoso”, prontamente sostituito in vista di Scarperia. Scongiurate così cause ben più gravi (un cilindro, addirittura si è parlato dell’albero motore), indagando e successivamente sincerando quale particolare è costato la corsa a Stoner. Le voci continuano a susseguirsi, con la Ducati che giustamente preferisce tenere in serbo cosa è andato sorto a Le Mans. Si parla di un problema non dipendente da Ducati Corse, bensì di un componente realizzato dai fornitori di Borgo Panigale. Guardando il lato positivo della diatriba, non è un problema strutturale, bensì soltanto una rottura “occasionale” che non si ripeterà. Ne sono certi gli uomini in Rosso, che proprio per questa ragione hanno concluso anticipatamente i test post-GP di Le Mans, dove si è tornati in materia-gomme al passato, recuperando le coperture Bridgestone edizione Estoril. Come sincerato da Stoner, queste soluzioni hanno fornito subito una miglior competitività e prestazione assoluta, oltre che quel grip che è mancato nella lotta con le Yamaha. Al Mugello, gara di casa, la Ducati guarda così con qualche certezza in più e con parte dei problemi ampiamente risolvi, cercando di sfatare quel tabù che non ha mai visto le Desmosedici trionfare sul tracciato, a tutti gli effetti, di casa.

Suzuki: prova del nove al Mugello

Sensibili e progressivi miglioramenti ci sono. La Suzuki, pian piano, sta ritrovando lo smalto dei tempi migliori, anche solo guardando a 12 mesi or sono quando, stabilmente, le GSV-R lottavano per pole position e piazzamenti a podio. Al box Rizla si ha come la sensazione che la “nuova” XRG1, o sarebbe meglio dire “l’ibrido” 2007-08, va indubbiamente meglio della vecchia. La concorrenza, però, è agguerrita, con il prepotente ritorno di Yamaha e Honda nella bagarre per il successo alla Suzuki sono rimaste solo le briciole. Capirossi e Vermeulen stanno dando l’anima per dare il meglio di sè stessi, ma attualmente è quasi impossibile conseguire un risultato migliore del quinto posto. La Suzuki ha trovato un discreto equilibrio tra il motore 2008 e la ciclistica, con i problemi di trazione lasciati ormai alle spalle. Paul Denning, così come i piloti, hanno a più riprese sincerato che la propria moto ha un grandissimo potenziale, e sta soltanto a loro tirarlo fuori e sfruttare le doti della XRG1. A cominciare dal Mugello, pista sulla carta non propriamente favorevole al pacchetto di casa Suzuki, ma dove Loris Capirossi è sempre in grado di fare la differenza.

Kawasaki: nuovo telaio sì, motore screamer no

La Kawasaki ha lasciato Le Mans con le ossa rotte: John Hopkins si è ritirato per la rottura della catena, dopo non esser riuscito a far granchè complici i problemi di trazione ed in uscita dalle curve, dove la Ninja 800cc paga ancora qualcosa rispetto alla concorrenza. Non è andata meglio ad Anthony West, sì in linea con le sue prestazioni tutt’altro che positive (13°), ma costretto a “remare” per un’errata messa a punto con un grip latente sin dalla prima tornata. Così il “Team Green” ha lavorato a pieno regime nei test post-GP, con i piloti titolari che hanno potuto usufruire di un nuovo telaio che ha dato distinti responsi: miglior stabilità, equilibrio (pare) finalmente trovato, con la trazione che non rappresenta più un grande (e grave) problema. Il nuovo chassis dovrebbe esser fornito alla coppia di Akashi sin dal Mugello, mentre per il propulsore screamer si parla addirittura di propositi rimandati all’anno nuovo. Olivier Jacque ha preso parte alle prove della Sarthè proprio con il nuovo motore, svezzato in questi mesi ad Autopolis (tracciato di proprietà Kawasaki) con discreti risultati. Tuttavia non si è trovato ancora un buon livello di affidabilità, tanto che si è ufficiosamente deciso di svilupparlo in proiezione del 2009, quando il 4 cilindri in linea “screamer” (o, secondo qualcuno, addirittura un 5 cilindri!) sarà la base della nuova moto. Parlando invece delle performance dei piloti, John Hopkins non si discute, mentre Anthony West sul piano cronometrico offre qualche segnale di ripresa, non ancora abbastanza per vederlo nella top ten. A questo proposito Michael Bartholemy, direttore sportivo KRT, ha già contattato e/o selezionato numerosi piloti per prender la seconda ZX-RR dal prossimo anno: Bautista, Edwards, Vermeulen, Melandri, Tamada. Chi più ne ha, più ne metta, anche se al momento è doveroso concentrarsi nell’intento di render finalmente competitiva la Ninja MotoGP.

Alessio Piana

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