MotoGP – I piani Honda per cambiare il futuro del Motomondiale

MotoGP – I piani Honda per cambiare il futuro del MotomondialeMotoGP – I piani Honda per cambiare il futuro del Motomondiale

“Nessuno ha la forza di contrastare la Honda nelle riunioni tecniche delle case costruttrici”. Non si tratta di un giudizio di un semplice appassionato o di un “coraggioso” addetto ai lavori: queste sono le parole di Masao Furusawa, gran capo del settore racing moto Yamaha. Dichiarazione che offre spunti per discussioni dall’esito scontato per un’oggettiva verità: la forza della Honda la pone in una condizione favorevole nelle diatribe tecnico-regolamentari del motociclismo in seno alla MSMA, l’organizzazione delle case costruttrici impegnate nel motorsport a due ruote. Una situazione ampliamente constatata negli ultimi anni, quando Tokyo è riuscita a “caldeggiare” e, per molti, a “imporre” il passaggio epocale da due a quattro tempi nella classe regina e, successivamente, la riduzione di cilindrata da 990 a 800cc. Scelte importanti dettate da una filosofia interna Honda, dove le competizioni sono (giusto o sbagliato che sia) un investimento a lungo termine che deve produrre obbligatoriamente risultati. Una filosofia che negli ultimi anni ha visto Honda ottenere la Presidenza della MSMA con il proprio uomo Suguru Kanazawa, successore di Ivano Beggio dopo la dipartita di quest’ultimo dalla Aprilia. Kanazawa è stato l’uomo dei primi successi Honda in MotoGP, della dipartita cercata/voluta da Valentino Rossi, del ritorno al vertice l’anno passato con Nicky Hayden. Questo alla Presidenza HRC, mentre per quanto concerne il suo ruolo in MSMA è stato il principale fautore del passaggio regolamentare a 800cc per ragioni di “sicurezza” e limitazioni prestazionali delle moto. Oggi Kanazawa non c’è più, o meglio, è stato promosso a capo assoluto di Honda Europa (auto e moto) dal 2 aprile, lasciando la responsabilità in HRC a Satoru Horiike.

L’ex gran capo della comunicazione Honda ha ricevuto un preciso compito da svolgere dal Giappone: essere successore di Kanazawa a tutti gli effetti, tanto nella gestione interna della HRC e nel modo di vedere le corse, quanto alla MSMA. In poche parole Honda reclama la Presidenza MSMA (Kanazawa ha lasciato prima di chiudere il proprio mandato) e ha pronto Horiike come erede predestinato. Se ne discuterà nelle prossime settimane anche se viene dato per scontato questo naturale passaggio di testimone (i primi “rumors” volevano Domenicali alla presidenza MSMA, ma la diatriba regolamentare del bicilindrico-1200cc in Superbike non giova a favore di quest’opzione). Horiike entrerà in scena ed ha già pronto un piano di rinnovamento del motociclismo con, soprattutto, due caratteristiche fondamentali: cambiare il volto di MotoGP e 250/125.

Punto 1: MotoGP, la KR212V fa scuola

Tanto Kanazawa (ex-Presidente) quanto Okuma (project leader RC212V) hanno sincerato negli ultimi mesi una realtà basilare di casa HRC: schierare 6 MotoGP e… mezza è troppo anche per una potenza come la Honda. Si arriva sempre al limite delle risorse umane e non sempre tutti i piloti possono essere supportati al meglio (chiedere a Marco Melandri) anche se c’è la volontà. Sei piloti significano 12 RC212V per ogni gara, più un telaio di riserva per ogni squadra, ricambi, aggiornamenti e via discorrendo. Un impegno colossale che, non a caso, nessuno a parte Honda è intenzionato a prendersi nell’era MotoGP: solo la Yamaha nel 2003 arrivò a 5 moto, Ducati è ferma a 4, Suzuki e Kawasaki non sono intenzionate a raddoppiare la propria presenza in pista (al massimo, solo per qualche gara, schierare una terza moto). Honda vuole ridurre il proprio parco-moto, dedicandosi maggiormente alla squadra ufficiale e al massimo 1/2 moto satellite. E gli altri? La proposta, già anticipata da diversi organi di informazione nelle recenti settimane, è di prender spunto dal progetto KR212V di Kenny Roberts: alle squadre saranno forniti a costi esigui il leasing dei motori per una stagione e al telaio ci penseranno loro. Come in Formula 1, insomma, ma al contrario delle quattro ruote in MotoGP nessuno eccetto Kenny Roberts Sr ha la possibilità di lavorare su di un progetto inedito. Il Team KR è una Factory a tutti gli effetti (realizza anche particolari tecnici per le Honda Superbike e, presto, un monomarca negli States proprio per la casa nipponica), le altre sono strutture che non hanno i mezzi per un impegno di questo genere, tanto da risultare più conveniente spendere 4/5 milioni di euro annui complessivi per la gestione di una RC212V che realizzare una moto in proprio. Le case potrebbero essere favorevoli, le squadre no: riuscirà la Honda a indirizzare la via verso una MotoGP degli “artigiani” delle due ruote?

Punto 2: subito il quattro tempi per 250 e 125

La Honda non crede più nel due tempi da competizione. Non più importante nelle vendite, “sorpassato” (anche se ci sarebbe da discutere) nella tecnologia. Non è un caso che HRC ha deciso di non realizzare più kit di aggiornamento per la propria RS125RW da questa stagione (lasciando ai team di Puig e Mularoni lo sviluppo in proprio con risultati più o meno positivi) e la partecipazione in 250cc, a dispetto delle premesse/promesse iniziali, è limitata. Per questo si sta pensando di anticipare al prossimo biennio un passaggio ai 4 tempi rispetto ai piani iniziali (se ne sarebbe discusso per il 2012). Lo spunto viene dal Motocross, dove il 4 tempi ha soppiantato il 2 tanto nella MX1 (250cc 2t e 450cc 4t) quanto nella MX2 (125cc 2t e 250cc 4 t) dopo una convivenza iniziale. La proposta Honda si scontra con il problema-economico, perchè ovviamente una 4 tempi ha costi di gestione nettamente più elevati e lo sviluppo iniziale richiederebbe degli investimenti che solo le case ufficiali possono sostenere. Un punto di incontro potrebbe venire nell’adottare gli attuali telai montando i propulsori (ovviamente adattati per un utilizzo in pista) già in uso nel motocross o supermotard. Tanto per chiarire, la Honda “indirettamente” ha già testato questa possibilità in Giappone: si chiama GPMR250X, adotta lo stesso chassis dell’attuale RS125RW montando il propulsore della CRF250 motocross ed è un’idea della Moriwaki, factory strettamente legata alla casa dell’ala dorata.

La GPMR250X in pista

I primi test sono stati positivi e c’è addirittura la possibilità studiata dalla Moriwaki di montare qualsiasi propulsore “motocrossistico” non solo di Honda, ma anche di Yamaha, Suzuki e Kawasaki. Sarà questa la 125 (e anche 250) del futuro?…

Alessio Piana

Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Tags
Leggi altri articoli in MotoGP

Lascia un commento

You must be logged in to post a comment Login

Articoli correlati