MotoGP – Estoril – Biaggi: ”Max Biaggi c’è sempre stato”
Max Biaggi ha ottenuto ieri a Estoril un podio prezioso che lo riporta nelle posizioni che gli competono. Il pilota romano era atteso ad una gara “importante” dopo il mezzo disastro di Jerez. A fine gara Max ha detto che “Max Biaggi c’è, c’è sempre stato.” Ecco le sue parole rilasciate al suo sito web.
“Dopo il terzo posto qui all’Estoril qualcuno avrà detto che oggi Max Biaggi c’è. Be’, io dico che Max Biaggi c’è sempre stato. Solo che oggi c’era anche una moto migliore. Ma possiamo fare molto, molto meglio. Il potenziale dell’HRC è ben più alto di così. Purtroppo ho dovuto correre con la seconda moto perché la moto 1, quella che avevo scelto con la quale avevo il feeling migliore, ha avuto un problema tecnico a pochi minuti dal via. A proposito di start, ho fatto una partenza strepitosa, dall’ottavo posto in griglia sono spuntato secondo alla prima curva: ho veramente dato il massimo in quella staccata e forse ho anche rischiato, ma non potevo perdere il contatto con i primi per poter fare una bella gara. Gibernau e Barros avevano un passo superiore ed in quelle condizioni era inutile e rischioso cercare di stargli a ruota. Poi la pioggia ha reso tutto più viscido: prima qualche goccia sul cupolino dall’ottavo giro, poi l’acqua vera e propria dopo il 20° giro. Così non ho voluto rischiare di buttare all’aria il podio: 16 punti contro zero non sarebbe stato un buon affare in questo momento. Quindi il terzo posto oggi ci lascia soddisfatti. Sono contento per me e soprattutto per il mio team: finalmente li ho visti sorridere e li ringrazio tutti. Ci voleva davvero per il nostro morale, ci dà la carica per ripartire verso la Cina. Il nostro lavoro è tutt’altro che finito, ma siamo sulla strada giusta: la risposta che cercavo sta nell’elettronica. La moto di oggi era fondamentalmente la stessa che non si riusciva a guidare a Jerez: stesso motore stesse sospensioni, stesso telaio, non più di qualche regolazione elementare. Le uniche differenze erano nelle cosiddette mappature. E la moto sembrava un’altra, entrare e uscire dalle curve non era più rock and roll…”
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