MotoGP | Esclusiva: Guidotti, “Marquez? Difficilmente tornerà quello di prima, Petrucci da medaglia d’oro al valore sportivo”
Il Team Manager della KTM ha anche parlato dei suoi piloti Brad Binder e Miguel Oliveira, di Jack Miller e dell'Aprilia
Motomondiale MotoGP 2022 – Il Motomondiale è in pausa estiva e i piloti torneranno in pista il prossimo 7 agosto. Ne abbiamo approfittato per intervistare in esclusiva Francesco Guidotti, che dopo 10 anni trascorsi in Ducati, è ora Team Manager della KTM MotoGP.
Con l’ex Team Manager di Ducati Pramac abbiamo affrontato svariati argomenti, dal bilancio della prima parte della stagione della casa austriaca, passando per l’ingaggio di Jack Miller, della sorpresa Aprilia, fino a parlare di Marc Marquez e Danilo Petrucci. Ecco cosa ci ha raccontato.
Dichiarazioni Francesco Guidotti ritorno in KTM MotoGP
“Avevo già lavorato in KTM, esattamente dal 2006 al 2009, prima in 125cc e 250cc e nell’ultimo anno solo con la 125cc, visto che c’era una crisi Mondiale. La crisi iniziata negli Stati Uniti, aveva portato l’azienda a puntare su altre categorie, visto che tutto era concentrato sull’off-road e finì la prima era della ‘velocità’ due tempi. Sono poi ritornati in pompa magna con la Moto3. Il mio è stato un ritorno particolare soprattutto nella tempistica, molto stretta. Ci siamo messi d’accordo a fine 2021 in modo molto veloce, perchè ci conoscevamo già.”
Dichiarazioni Francesco Guidotti differenze tra Team Satellite e Team Factory
“La differenza principale tra un Team SAT e uno Factory, anche se mi riguarda indirettamente, è tutta la fase di progettazione e sviluppo della moto. In un Team satellite hai un pacchetto su cui lavorare e benché Pramac sia legata a Ducati anche nella fase di sviluppo sperimentale, in un Team ufficiale lo sviluppo non è saltuario ma è quotidianità. Sotto l’aspetto sportivo un Team Factory ha l’obiettivo unico di vincere, mentre un Team SAT ha obiettivi diversi e anche i podi sono come vittorie.”
Dichiarazioni Francesco Guidotti differenze tra Brad Binder e Miguel Oliveira
“Il bilancio di questa prima parte della stagione è senza lode e senza infamia. E’ un pò quello che ci aspettavamo dopo test invernali più di ricognizione che di sviluppo. La differenza tra Binder e Oliveira a livello caratteriale è abissale e poi il carattere rispecchia un pò lo stile di guida e l’approccio alle gare. Binder è un pilota molto istintivo e talentuoso, mentre Oliveira è sempre talentuoso ma più riflessivo; è un pilota che risente molto della messa a punto ideale, ha uno stile di guida più pulito. Un tipo alla Cadalora (tre volte Campione del Mondo, una in 125cc e due in 250cc, ndr), che guida molto pulito e che risente un pò della messa a punto ottimale. E’ anche vero però che è il pilota che ci ha regalato l’unico successo della stagione con un’interpretazione perfetta della gara (in Indonesia, ndr). Quando le cose sono a posto si esprime al massimo, mentre quando non è tutto a posto fatica a guidare sopra ai problemi.”
Dichiarazioni Francesco Guidotti ingaggio Jack Miller
“Jack (Miller, ndr) in Ducati Pramac ha fatto una grande crescita, in parallelo alla crescita della moto, visto che sono stati anni importantissimi per Ducati nello sviluppo e nel consolidamento dei risultati. Sicuramente è stato aiutato anche dalla condizione tecnica che è migliorata anno per anno. Cercheremo di dare lo stesso supporto e lui porterà sicuramente tanta esperienza. Non vorrei parlare troppo del futuro, c’è ancora metà stagione da affrontare. Sarà molto intensa, specialmente l’ultima parte sarà davvero impegnativa.”
Dichiarazioni Francesco Guidotti Competitività Aprilia MotoGP 2022
“L’Aprilia sin dai test è stata una grande sorpresa. Anche gli scorsi anni era andata forte nei test ma poi non si era ripetuta in gara. C’è un Aleix (Espargarò, ndr) in super forma, è un tutt’uno con la moto. Sta avendo una maturità sportiva non più da giovanissimo ed è da stimolo anche per Maverick (Vinales, ndr) e si sta meritando tutti i risultati conseguiti.”
Dichiarazioni Francesco Guidotti quarta operazione braccio Marc Marquez
“Quanto accadono queste cose ci sono sempre una serie di circostanze che si intrecciano e che si incastrano male. Al di la dell’infortunio che durante una carriera può succedere, Marc (Marquez, ndr) ha fatto un errore gigante a voler tornare a tre giorni dal un’operazione così importante e un infortunio così pesante. E’ stato un suo errore e di chi gli ha permesso di tornare in sella. La squadra secondo me ha poca responsabilità, loro gli avranno sconsigliato di tornare in moto, ma quando hai a che fare con un carattere e una personalità forti come quelle di Marquez, con l’appoggio e l’autorizzazione del medico, non potevi fermarlo. Se la squadra ha delle responsabilità, le ha molto limitate. L’errore lo ha fatto lui insieme ai medici. Sono le due parti che hanno maggiore responsabilità su tutto quello che poi ne è scaturito, la seconda operazione, la terza e ora la quarta. Dalla secondo operazione in poi, dove c’è stata poi l’infezione, si è scatenato il grosso dei problemi. La seconda operazione si era resa necessaria dopo la forzatura di voler tornare subito in pista. Se fosse stato ‘buono’ dopo la prima operazione, molto probabilmente avrebbe evitato tutto il calvario che ne è poi scaturito. Spero vivamente che torni, ma dubito che sarà forte come prima. Queste operazioni gli lasceranno sicuramente il segno a livello fisico, mentre a livello mentale tornerà al 100% della forza e della determinazione. Dubito però fortemente che possa tornare a guidare con irruenza come faceva prima. Spero di sbagliarmi ma credo che difficilmente tornerà quello di prima.”
Dichiarazioni Francesco Guidotti Carriera Danilo Petrucci
“Danilo ha fatto un percorso particolare per arrivare in MotoGP. La sua peculiarità è stata la strada che ha percorso per arrivare in Top Class (non è passato dalla 125cc/Moto3 e 250cc/Moto2, ma dalle derivare di serie, Superstock 600 e 1000, per poi approdare in MotoGP con il Team Ioda di Giampiero Sacchi in sella alla CRT, ndr). Anche se non avesse vinto due gare in MotoGP, il solo fatto di essere arrivato in MotoGP avendo fatto questo percorso gli varrebbe la medaglia d’oro al valore sportivo. Inoltre ha vinto due gran premi e non tutti lo hanno fatto, poi è andato alla Dakar ed ha vinto una tappa (unico pilota nella storia a vincere una gara in MotoGP e una tappa alla Dakar, ndr). Ora è passato in MotoAmerica e secondo me ha fatto molto bene ad andare. E’ anche un’esperienza di vita per un ragazzo di 30 anni. L’America per motociclisti di un’età compresa tra i 30/40/50 anni è un pò una mecca, soprattutto per i fuoristradisti. A livello di Campionati velocità non è invece una mecca, in Europa siamo molto più avanti e anche a livello fuoristrada non sono più gli alieni di una volta. Chi però ha dai 30 anni in su ed ha un pò di cultura motociclistica, si ricorderà i vari Rainey, Lawson, Schwantz e chi ha un pò di memoria storica e un minimo di cultura motociclistica, vede ancora l’America come un qualcosa dove fare esperienza. Danilo la sta facendo, come al solito si incavola, si arrabbia e fa bene a lamentarsi, anche se farà bene a fare delle considerazioni costruttive. Potrà dare il suo contributo all’ambiente e potrà trarne anche il beneficio non solo dal punto di vista professionale ma anche dal lato umano. Un suo ritorno in Superbike dipende da cosa il manager gli mette sul tavolo. Un bravo manager mette più opportunità sul tavolo. Poi il pilota dovrà scegliere quale sia quella più giusta. Lui ha Vergani che lavora per lui, poi che sia un ritorno in Superbike o la Dakar se ne avrà voglia, potrà poi scegliere. La cosa importante è avere almeno due opzioni, poi se ce ne sarà solo una, si farà andar bene quella.”
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