MotoGP – E’ ufficiale: Indianapolis nel calendario 2008
Dopo mesi di indiscrezioni e le prime conferme ufficiose, adesso il sogno si è tramutato in una piacevole realtà: il Motomondiale, con le tre classi, sbarcherà a Indianapolis nel weekend del 12-14 settembre 2008, per il primo evento a due ruote sul catino più famoso del mondo dopo quasi 100 anni. L’annuncio è arrivato da Tony George (proprietario dell’Indianapolis Motor Speedway) e da Carmelo Ezpeleta (CEO Dorna Sports) mediante una conferenza stampa fissata per le 15:30 nella location più conosciuta nel mondo del motorsport: nel triennio 2008-2010 MotoGP, 250 e 125 correranno all’ombra della celebre “Pagoda”, per quello che sarà riconosciuto come il “Red Bull Indianapolis GP”. Sarà il secondo appuntamento del Motomondiale sul suolo americano, affiancandosi a Laguna Seca il cui contratto in esclusiva per ospitare la MotoGP scadrà al termine di questa stagione (ma a Salinas si correrà anche per i prossimi tre anni). Per celebrare questo accordo, Indianapolis si è trasformata in un tempio delle due ruote, con una parata a cui hanno preso parte oltre 200 centauri, l’esposizione di modelli che hanno fatto la storia del motociclismo a stelle e strisce nonchè la partecipazione come testimonial nel corso della conferenza stampa di Kevin Schwantz e Kenny Roberts Jr, nonchè del Campione del Mondo in carica della MotoGP Nicky Hayden, intervenuto in collegamento audio/video dalla sua abitazione. La trattativa, intavolata dai vertici Dorna, ha trovato un piacevole epilogo nelle ultime settimane, per un’idea lanciata da Carmelo Ezpeleta sin dal 2000. Trovato l’accordo economico, sistemato il tracciato per rispondere agli standard di sicurezza, Indianapolis ed il Motomondiale possono adesso offrire un evento che, stando alle stime degli organizzatori, dovrebbe portare più di 100.000 spettatori. Merito della promozione dell’Indianapolis Motor Speedway (i biglietti sono già in vendita!), conseguenza di un interesse in crescendo degli appassionati americani, spinti dai successi dei propri connazionali nella top class. Nel Nuovo Continente lo sport a due ruote non è più soltanto Supercross o Superbike: la MotoGP si è ritagliata uno spazio importante, sufficiente a ottenere un’esposizione televisiva di rilievo (a Speed Channel si sono unite FOX e CBS) e, adesso, due appuntamenti in calendario. “Gli Stati Uniti sono il mercato e la nazione più importante”, ha affermato Carmelo Ezpeleta nel corso della conferenza stampa, “per noi era un dovere raddoppiare l’impegno con due eventi in calendario. Indianapolis è la patria del Motorsport, e dal prossimo anno diventerà un tradizionale appuntamento anche per il Motomondiale”. Sì, perchè il mito della “Racing Capital of the World” ebbe inizio il 14 agosto 1909, con la prima gara sullo Speedway di 2.5 miglia: non erano le auto a competere, bensì i pionieri delle due ruote. Con il centenario dell’Indianapolis Motor Speedway all’orizzonte, il Motociclismo, con la sua massima espressione, torna a calcare le poche mattonelle rimaste del Brickyard. Nel suo momento migliore.
Il tracciato
Il Gran Premio di Indianapolis non si correrà, ovviamente, sul celebre Speedway dove si disputano gli eventi della IndyCar e Nascar. Per ospitare le due ruote, Indianapolis ha predisposto il proprio percorso “stradale”, già collaudato dal 2000 con la Formula 1. Rispetto alla massima serie dell’automobilismo, il tracciato riservato al Motomondiale presenta due grandi novità: il senso di percorrenza e l’impossibilità di gareggiare, per ragioni di sicurezza, sul banking della Curva 1. Si correrà in senso anti-orario, rispettando la tradizione degli eventi di Indianapolis e, in un certo senso, l’essenza dell’impianto dell’Indiana, costretto a “cambiare rotta” negli ultimi 8 anni per le esigenze della Formula 1. I piloti del Motomondiale non percorreranno nella sua interezza il banking della curva 1, e taglieranno poco dopo la “Yard of Bricks” con una chicane studiata per consentire lo svolgimento delle competizioni a due ruote senza perdere l’ineguagliabile contorno delle imponenti Tribune del rettifilo principale. Per il resto il “Motorcycle Circuit” di 4186 metri dell’Indiana ricalcherà, a senso opposto di marcia, quanto già visto in Formula 1. Sulla carta non ci sono punti tecnici di primo impatto, ma una serie di curve lente spezzate dal rettilineo dei box e quello nell’infield, adibito prima del Terzo Millennio agli spostamenti degli addetti ai lavori e dei “Golfisti” (ebbene sì, Indianapolis non è soltanto motorsport…).
Alessio Piana
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