MotoGP – Donington Park – Rossi Show, senza parole…
Non lo si può battere, neanche sulla pioggia. Quando a sei giri dal termine si inventa il crono di 1’46″1, dopo aver giochicchiato un pò con gli avversari, è la realizzazione della superiorità di Valentino Rossi nei confronti della concorrenza. Giocate questi numeri sulla ruota di Tavullia: 7 (vittorie stagionali), 36 (successi in MotoGP), 49 (primi posti nella classe regina), 75 (i trionfi nel Motomondiale). Se Valentino Rossi vorrà, riuscirete anche a vincere qualche soldino. Dipende da lui, come se vuole guadagnare cinque secondi al giro sul Signor Alex Barros, 250 Gran Premi in carriera proprio a Donington Park, e Kenny Roberts Jr, che hanno visto soltanto Rossi dopo la musica in corsia box nel dopo-gara, dopo che per 21 giri ha assaporato il gusto di poterlo beffare nuovamente come a Estoril. Rossi ha voluto, come da sua tradizione, prendersi gioco degli altri, quasi a umiliarli, messaggio subliminale della sua superiorità. Contro di lui, c’è poco da fare. Honda, Yamaha, due o quattro tempi, pioggia o sole, avversari di tutte le nazioni del mondo. Senza parole, per noi, come è giusto sia per tutti. Può parlare solo Valentino. Se vuole…
Non avranno commenti da fare invece in casa HRC, che in due giri hanno visto a terra tanto Biaggi quanto Hayden, come da lì a poco è accaduto anche in Gresini Racing: fuori Gibernau, che sembrava volare, e anche Melandri, che ha travolto l’incolpevole Bayliss. Per il resto c’è poco da dire, se non il 250° GP della carriera di Barros onorato con un gran terzo posto, o il ritorno in zona podio (2°) di Kenny Roberts Jr, in astinenza forzata causa scarsa competitività della Suzuki da Rio de Janeiro 2002. Ora come allora, vinceva Valentino Rossi. Senza parole…
Cronaca di Gara
Una piscina di 4023 metri, composta da 21 piloti improvvisati nuotatori a Donington Park. C’è tensione, c’è un senso remoto di timore nei confronti della pioggia, che può premiarti da un momento all’altro oppure buttarti a terra. Si parte subito con un momento di difficoltà, con Shinya Nakano che alza il braccio per un problema all’avviamento della propria Kawasaki ZX-RR, costringendo la direzione gara ad evitare un possibile botto stile-Welkom 2003 e rimandare la partenza di un minuto. Nuova procedura immediata di partenza, e finalmente si parte: scatta benissimo Sete Gibernau, inseguito da Marco Melandri, Troy Bayliss e Alex Barros, con Rossi che si trova in settima posizione. Primo colpo, importante, di scena: Max Biaggi vola a terra, gara finita per lui, e così anche qualsiasi ultima possibilità di rimonta ai danni di Marco Melandri.
Sete Gibernau davanti fa il vuoto, mentre dietro troviamo Barros, Melandri, Rossi in recupero, Bayliss, Edwards e addirittura Shane Byrne settimo: oggi la KTM ha un santo in paradiso che tifa per i piloti in arancio… Ci vorrebbe invece un viaggio a Lourdes per Ruben Xaus, a terra al secondo passaggio, per un numero di cadute che adesso solo la NASA può calcolare. Voglia invece di ritorno negli States per Nicky Hayden, che torna alla realtà e torna anche ad assaggiare l’asfalto: due giri di gara, la HRC che può già smontare il proprio box e hospitality. No comment.
Ma Donington è preda di clamorose scivolate: in dieci secondi volano fuori, nello spazio di due curve, nell’ordine Melandri, che travolge l’incolpevole Bayliss e in testa va per prati Gibernau, che come a Estoril stava volando verso il successo e ha buttato tutto al vento per un proprio errore, anche se giustificabile visto l’impraticabilità della pista. Cinque Honda fuori gara in tre giri, ma c’è una, quella di Alex Barros, che conquista il comando dopo un madornale errore di Valentino Rossi, in preda ad una innaturale voglia di emulare Gibernau.
Dunque Barros, poi Rossi, le due Suzuki di Hopkins e Roberts, con Edwards quinto. Sono tutti vicinissimi, tanto che John Hopkins prende il comando delle operazioni al quinto giro, in una gara da fantascienza dove addirittura Shane Byrne è sesto con la Proton KR KTM, mentre vola fuori anche Shinya Nakano. Max Biaggi ha provato a ripartire, ma è nuovamente caduto nei saliscendi di Donington Park: alle volte crederci non basta, anzi, per evitar figuracce…
Disperazione invece in casa KR KTM, dove Byrne rovina una gara che poteva portarlo nelle primissime posizioni con una scivolata non mostrata dalle telecamere. Davvero peccato, perchè poteva essere la giornata della…vita per la casa austriaca.
Alex Barros conquista la vetta della corsa con un deciso sorpasso su John Hopkins, passato anche dal proprio team-mate Roberts, Rossi ed Edwards. Evidentemente, ha qualche problema… Infatti un giro più avanti Hopkins misteriosamente arriva lungo sull’erba e scivola come una sardina sul fondo del mare. Il gruppo di testa “ad eliminazione” vede in un niente Barros, Roberts, Edwards che ha passato Rossi insediandosi in terza posizione.
Texas Tornado show, secondo, poi di nuovo terzo, infine quarto per un errore, che lo retrocederà indietro di 3 secondi. Kenny Roberts Jr nel frattempo conquista al decimo passaggio la vetta della corsa, in un giro in cui la Bridgestone festeggia anche il miglior tempo di Loris Capirossi, settimo con la Ducati Desmosedici. Brivido per Valentino Rossi, che arriva lungo alla Esses successiva al Starkeys Straight lasciando il terzo posto a Colin Edwards che è indubbiamente il pilota più veloce in pista. Tempo due giri, e Rossi fa segnare tempi record da fantascienza: 1’47″8, 2 secondi più veloce del gruppetto di testa, ritrova la seconda posizione, si lancia all’attacco di Barros. Senza parole, non sappiamo più come descrivere ogni azione del fenomeno.
Controlla la situazione, non vuole dare la zampata definitiva, solo manovre di disturbo, in un momento statico della competizione. Nel frattempo le Ducati, quinta e sesta con Checa e Capirossi, sono le moto più veloci in pista: peccato davvero per la brutta partenza, altrimenti erano lì a lottare per il successo.
Otto giri dal termine, Melbourne Hairpin: questo il nome della curva dove Valentino Rossi ha perfezionato il sorpasso su Alex Barros, involandosi verso il settimo successo stagionale e l’ottavo titolo iridato in carriera.
Da quel giro la gara è finita, senza più emozioni, se non il sorpasso di Roberts su Barros all’ultimo passaggio, il quarto posto di Edwards, le Ducati in quinta e sesta posizione con Checa e Capirossi. Ma con Valentino Rossi autore di una gara impossibile, nessuno se n’è accorto. Giustamente, e doverosamente…
Classifica MotoGP Donington Park 2005
01- Valentino Rossi – Yamaha – 29 giri
02- Kenny Roberts Jr – Suzuki – + 3.169
03- Alex Barros – Honda – + 4.006
04- Colin Edwards – Yamaha – + 10.929
05- Carlos Checa – Ducati – + 13.020
06- Loris Capirossi – Ducati – + 23.321
07- Makoto Tamada – Honda – + 37.833
08- Alex Hofmann – Kawasaki – + 44.617
09- Toni Elias – Yamaha – a 1 giro
10- Roberto Rolfo – Yamaha – a 1 giro
11- John Hopkins – Suzuki – a 2 giri
Alessio Piana
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