MotoGP | Giusto “limitare” Bastianini per la rincorsa mondiale di Bagnaia? [TITOLI DI CORSA]

La Ducati arriva al rush finale della stagione come la moto da battere

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I ventitre giri dell’ultimo Gp di Aragon, vanno nell’archivio di questa stagione come qualcosa di profondamente ravvicinato al concetto di “sinfonia ducatista”. Un tripudio tecnico e prestazionale, suggellato con il terzo titolo costruttori consecutivo conquistato in MotoGP e con cinque, non necessariamente poche, gare d’anticipo rispetto all’ultima bandiera a scacchi prevista a Valencia.

Sei Ducati nelle prime otto posizioni, due sui primi e più alti gradini del podio. Un dominio vincente e convincente, reso ancora più spregiudicato nel suo bilancio positivo se confrontato alle disavventure delle giapponesi (Yamaha ed Honda ndr).

Eppure, anche dopo Aragon e alla vigilia di una trasferta a Motegi da affrontare con la giusta dose di sensazioni positive, qualcosa su cui interrogarsi dalle parti di Borgo Panigale resta e come. Il nome protagonista è sempre quello: Enea Bastianini, lo stesso che nei mesi scorsi ha tenuto le luci degli uffici dei dirigenti in Rosso accese fino a tardi, per capire se era giusto, come è stato, oppure no promuoverlo in sella ad una moto ufficiale il prossimo anno.

Oggi, dopo il quarto successo stagionale, con un ultimo giro da antologia dell’adrenalina sportiva, la domanda è un’altra. Il talento de La Bestia nell’ultima gara è “costato” cinque punti (in meno) nella rincorsa al Mondiale piloti di Pecco Bagnaia, era quindi giusto fermarlo e procedere con il più classico ordine di scuderia?

Con Quartararo fuori dai giochi, in quello che è stato soltanto il secondo ritiro stagionale e il terzo negli ultimi due anni per il pilota francese, e considerato il rendimento di una Desmo spaventosa la sensazione è che Bagnaia dovesse e potesse tornare a casa con un bottino pieno.

Per carità, per quella che era la situazione appena cinque gare fa ritrovarci oggi, a cinque gare dal termine, con Pecco distante solo 10 punti da Quartararo è sicuramente una gran bella sensazione, ma in un Mondiale equilibrato e scandito dai momenti come questo anche, solo, cinque punti possono fare la differenza.

Anche perché gli stessi cinque punti che Bagnaia, a causa del sorpasso subito da Bastianini, non ha recuperato su Quartararo, sono anche gli stessi che non ha guadagnato su Aleix Espargarò, tornato sul podio con un’Aprilia ancora e pesantemente terzo incomodo di questa volata iridata.

Il dilemma è intrigato, ma la logica e la distanza da quel 2007, riconducibile all’ultimo titolo mondiale di un pilota ducatista (Stoner, ndr), lasciano spazio a poche altre interpretazioni. Ad Aragon Bastianini meritava di giocarsi fino infondo le sue possibilità, come ha riconosciuto Dall’Igna, ma dalle prossime gare l’interesse della squadra andrà, necessariamente, valutato, come ha ammesso Ciabatti poche ore fa.

Quindi, nessuna Ducati (se possibile) ad ostacolare la rincorsa al titolo di Bagnaia? Ce lo diranno le prossime, e decisive, ultime gare, perché il rush finale di questo Mondiale si preannuncia elettrizzante, e dopo averlo rimesso in piedi in Ducati nessuno ha intenzione di perderlo.

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