Moto3: Intervista esclusiva a Massimo Capanna, responsabile tecnico del Team Italia

Con Massimo Capanna abbiamo parlato di Moto3, Moto2, MotoGP, della Honda, della Yamaha, della Ducati e dell'Aprilia

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Moto3 San Carlo Team Italia – Massimo Capanna, capotecnico che vanta una lunghissima esperienza nel motomondiale avendo lavorato con piloti del calibro di Loris Reggiani, Carlos Lavado, Kevin Schwantz, Testsuya Harada, Jorge Lorenzo e Roberto Rolfo, è da quest’anno al Team Italia, struttura che nella classe Moto3 schiera Matteo Ferrari e Stefano Manzi. Lo abbiamo intervistato in esclusiva dopo il Gran Premio di Spagna, ecco cosa ha raccontato.

Massimo, qual’è il bilancio di queste prima quattro gare, di cui l’ultima corsa in Europa?

“E’ difficile fare un bilancio, perchè stiamo facendo correre dei ragazzini. Più che un bilancio dobbiamo seguire la loro crescita, devono imparare molto. Lavorare con dei sedicenni è molto più complicato di quello che uno può pensare, anche perchè non sono tutti uguali.”

Addirittura in Qatar avete schierato Marco Bezzecchi perchè Stefano Manzi non aveva ancora compiuto l’età per scendere in pista.

“Esatto, consideriamo che Manzi la prima gara non l’ha corsa, ha gareggiato un altro ragazzino che aveva 16 anni, Bezzecchi, ma nonostante caratteri diversi le difficoltà sono le stesse.”

Puoi spiegare ai non addetti ai lavori perchè Fabio Quartararo vada già così forte pur avendo 16 anni?

“Certamente, Quartararo sono già tre anni che guida la stessa moto ed ha un Team che non bada a spese. Test su test, due anni di campionato spagnolo ad alti livelli, quindi è arrivato al mondiale molto più preparato dei nostri ragazzi.”

Conosci bene la Mahindra avendoci già lavorato lo scorso anno, su che piano la metti in questa stagione, una stagione che vede una Honda molto forte.

“Adesso la moto migliore è la Honda, la Mahindra ha fatto ottimi progressi, ma dobbiamo pensare che la casa giapponese ha 12 piloti di cui 6 vanno davvero forte. La KTM ne ha due velocissimi, quasi tre quando Fenati fa il “bravo”, ma purtroppo Romano ha alti e bassi. Noi abbiamo tutti ragazzini a parte Pecco Bagnaia, lui è il nostro #1. La moto potrei paragonarla alla KTM, ma è difficile avendo un solo pilota di punta.”

In effetti Bagnaia rispetto allo scorso anno sta andando molto forte, lo aveva dimostrato già nei test.

“Se paragoniamo il Bagnaia del 2014 a quello di quest’anno dobbiamo dire che sta andando fortissimo. Evidentemente la nostra moto ha un telaio molto piacevole da guidare, forse manchiamo un pò di motore ma parliamo di pochi Km/h.”

Le Mahindra in pista sono tutte uguali oppure qualcuna ha un qualcosa in più?

“Le moto sono tutte uguali, devono essere tutte uguali da regolamento. La moto che abbiamo omologato è la stessa per tutti i Team così come lo sono le Honda e le KTM. Quindi quando c’è un aggiornamento c’è per tutti.”

Sono tanti anni che sei nel motomondiale (anche se Capanna ha avuto una parentesi nella Superbike statunitense dove era approdato con Ducati, ndr), hai lavorato con campioni come Loris Reggiani, Carlos Lavado, Kevin Schwantz, Testsuya Harada, Jorge Lorenzo e Roberto Rolfo. Puoi spiegare la differenza che c’è nel lavorare con i quattro tempi rispetto ai due tempi?

“Abbiamo un motore monocilindrico quattro tempi di 250cc e tutto è molto complicato. Si lavora molto sul freni motore e nel cercare di migliorare l’erogazione. Principalmente è il freno motore che crea problemi ai ragazzi. Lavoriamo molto sulla messa a punto. A differenza di quanto si possa pensare, la Moto3 è una moto molto complicata avendo un solo cilindro. In staccata la moto si intraversa molto, quindi ci si concentra sull’anti-saltellamento, sul freno motore. A volte non è facile, soprattutto se hai dei piloti non molto regolari nel vari passaggi.”

A differenza della MotoGP in Moto2 e Moto3 non ci sono divieti per testare, lo vedi come uno svantaggio per chi ha meno da spendere?

“In Moto3 e in Moto2 chi ha la possibilità sceglie le piste e va a provare. Ovviamente il reparto corse della Honda è molto più grande rispetto a quello della Mahindra, così come quello della KTM, quindi oltre a provare di più c’è anche più know-how. La Moto3 è una moto molto complicata come dicevo prima, a differenza della Moto2, che non avendo elettronica ha un grande vantaggio. Nella Moto2 si prende un motore di un CBR 600, si monta un “gommone” come quello della MotoGP e sei a posto. Se si guarda la differenza di velocità tra il primo e l’ultimo della Moto2, si nota come sia piccolissima, quindi quello che conta è il pilota.”

A questo proposito cosa pensi del salto di Jack Miller dalla Moto3 alla MotoGP?

“In Moto2 è abbastanza difficile imparare, è molto più complicata la Moto3 rispetto alla classe di mezzo, quindi da questo punto di vista non dovrebbe avere problemi. Chiaramente un salto del genere non è mai facile, ma lui ha 3 anni di contratto, se la sta prendendo “comoda”, lo vedo bello tranquillo, rilassato. Rimane un cambio molto importante, che senza tre anni di contratto non sarebbe il caso da fare.”

Dove deve migliorare la vostra Moto?

“Stiamo lavorando per migliorare la guidabilità. Sembra che nei test di Jerez abbiamo trovato un qualcosa che possa aiutarci, ma lato motore non possiamo fare nulla essendo sigillati fino al prossimo anno. Abbiamo provato anche la nuova gomma e sembra che vada bene, ma sarà così per tutti.”

Passiamo ora alla MotoGP. Nelle prime 4 gare 3 vittorie Yamaha e una Honda, che idea ti sei fatto da addetto ai lavori?

“Io ho sempre la mia idea, secondo me la Honda è molto fortunata ad avere un pilota come Marquez. La moto ha più cavalli della Yamaha, ma è meno guidabile, senza Marquez avrebbe fatto fatica a vincere anche lo scorso anno, probabilmente avrebbe vinto Valentino Rossi. Non sembra una moto facile da interpretare, davanti l’ha portata solo Marquez, Crutchlow ha fatto solo qualche exploit come il podio in Argentina. Yamaha secondo me è più a portata dell’umano, la Honda sembra una moto molto più complicata da guidare, anche perchè Marquez fa i miracoli, lo vediamo come guida, sempre al limite della sopravvivenza.”

Domenica scorsa Marquez ha anche corso con un mignolo fratturato, quindi la sua performance (2° in gara) assume ancora più valore.

“Assolutamente si, in MotoGP devi essere sempre al 100% della forma, anche una piccola frattura può dare molto fastidio quando si guidano moto da oltre 200 cv.”

Parliamo ora di Ducati. La casa di Borgo Panigale è stata protagonista, soprattutto nelle prime tre gare. Il prossimo anno potrebbe perdere il vantaggio delle concessioni Open (più litri a disposizione, la gomma morbida, ma soprattutto la possibilità di testare con i piloti ufficiali durante l’anno), cosa ne pensi?

“La Ducati è la moto che più mi ha sorpreso in positivo. Lato regolamento 2016 non dovrebbe avere problemi, anzi possiamo dire che sono un anno avanti rispetto agli altri. Nonostante la Suzuki vada molto bene, credo che il salto più importante l’abbia fatto la Ducati.”

Del rientro di Aprilia anticipato di un anno rispetto al programma iniziale cosa ne pensi? Hanno fatto bene oppure era meglio fare come la Suzuki?

“Domenica guardavo la gara e penso che Marco Melandri non abbia voglia di rischiare. Non è più un ragazzino che ha voglia di rischiare, di girare se la moto non va, di arrivare dietro, ma questa è una mia opinione, poi magari posso anche sbagliare. Per quanto riguarda il rientro anticipato credo che abbiano fatto bene. Il test fatto in gara ha tutto un altro significato rispetto a quello fatto a porte chiuse. E’ il sistema migliore per paragonarsi alla concorrenza. Nonostante tutto non la vedo una moto pessima. Credo che debbano trovare un pilota giovane che abbia voglia di girare, di fare sviluppo. La moto vista da fuori non è male, è ad un livello abbastanza importante. E’ vero che avevano la base della Superbike, ma sono due cose molto diverse.”

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