Moto3: Doveva essere l’anno degli italiani, ma Kent non ne vuole sapere
Analisi dei piloti italiani in Moto3 al giro di boa del Campionato
Moto3 – bilancio di metà stagione: lo scorso campionato si era chiuso con delle certezze: Jack Miller avrebbe fatto il doppio salto fino alla MotoGp, il campione in carica Alex Marquez invece sarebbe salito in Moto2. Dei contendenti al titolo 2014 rimaneva solo Romano Fenati a giocarsi le sue carte in questa stagione, in più ci sarebbe stato un Enea Bastianini in ottima ascesa ed un Niccolò Antonelli finalmente su Honda.
E ad oggi come vanno le cose? Abbiamo ancora negli occhi il podio tricolore di Le Mans ma siamo arrivati alla pausa estiva che sancisce la metà del campionato e solo Bastianini sembra aver rispettato i pronostici della vigilia grazie alla 2° posizione in campionato, distante però ben 66 punti dal leader Danny Kent. Già, Danny Kent; e chi lo aveva considerato? Lo scorso anno correva su Husqvarna dopo la bocciatura in Moto2 della stagione precedente. In carriera 5 anni di motomondiale, 2 vittorie e 3 terzi posti; mentre oggi sembra davvero imbattibile. In stagione ha messo a segno 192 punti, 5 vittorie e 3 podi su 9 gare allungando in maniera impressionante sui contendenti al titolo.
Ma andiamo a verificare nel dettaglio la stagione degli azzurri:
Enea Bastianini, 2° (124 punti) – dopo la prima stagione d’esordio estremamente positiva ci ha messo qualche gara del 2015 per tornare su quei livelli a causa di un cambio di moto risultato lievemente ostico sia per lui che per la squadra. Una volta raggiunto il feeling ottimale con la Honda però è stato sicuramente l’osso più duro per l’inglese leader del mondiale. Ha conquistato 2 pole position e 4 podi. Quello che è mancato è stato l’acuto assoluto: la prima vittoria in carriera. Ma siamo sicuri che continuando su questi livelli arriverà presto. Da elogiare particolarmente è la condotta di gara, sempre aggressiva ma senza quasi mai andare oltre al limite, sia in occasione di rimonte che di gare nel gruppo di testa. Si attesta al momento come il miglior italiano della stagione, sia in qualifica che in gara. OTTIMA CONFERMA
Romano Fenati, 4° (99 punti) – aveva chiuso il 2014 promettendosi di essere meno altalenante, il mondiale gli era sfuggito per le troppe prestazioni negative nonostante fosse stato il pilota ad aver vinto più gare (4). Purtroppo è stata una promessa da marinaio: vittoria a Le Mans, podio al Mugello e poi? Non abbastanza per essere tra i migliori. Vi è da dire che le Ktm sembrano avere qualcosa in meno delle Honda ma dal talento dimostrato da Fenati ci saremmo aspettati ben di più rispetto a stare dietro al suo compagno di marca Miguel Oliveira. Poteva essere l’anno della consacrazione, ma tante, troppe difficoltà della moto e del pilota non lo stanno permettendo. Certo, lo stile di guida rimane tra i più esaltanti della categoria, ma questo spesso non basta per portare a casa i campionati. CI ASPETTAVAMO DI PIU’
Niccolò Antonelli, 9° (60 punti) – ha invocato, ed alla fine ottenuto, la Honda però i risultati rispetto allo scorso anno non sono cambiati tanto. Qualche caduta di troppo, ma soprattutto spesso Niccolò si è perso in gara dopo delle ottime qualifiche, costantemente tra i più veloci nel giro secco. Per ora la bagarre non sembra essere il suo forte ma, in una categoria dove le gare si vincono spesso in volata, non è una mancanza da poco. Fa stupore che un pilota così veloce in prova come lui, stia ancora lottando per conquistare il suo primo podio in carriera. VORREI MA NON POSSO
Francesco Bagnaia, 10° (55 punti) – la Mahindra sembra davvero la moto per lui. Nonostante le ultime gare non facili, Pecco ha messo in mostra delle prestazioni di tutto rispetto fin dall’inizio della stagione. Essere il primo classificato fra i pari marca ed aver conquistato il primo podio in carriera a Le Mans sono sicuramente prestazioni molto positive per il pilota di Aspar Martinez. Pecco ha spesso una guida pulita ed efficace ma, nonostante il suo carattere mite, in bagarre è un leone. L’ACQUA CHETA SPACCA I PONTI
Andrea Locatelli, 15° (28 punti) – compagno di Enea Bastianini nel Team Gresini non è al livello del suo caposquadra ma sta disputando comunque una stagione di tutto rispetto e nettamente in miglioramento rispetto alla scorsa conquistando anche il miglior piazzamento in carriera (7°). Ha attraversato nelle gare centrali un momento di appannamento ma sembra acqua passata. PIACEVOLE SORPRESA
Andrea Migno, 19° (16 punti) – la seconda guida dello Sky Racing Team VR46 sta proseguendo l’ambientamento nel motomondiale alternando gare nella zona punti a prestazioni nettamente inferiori. In alcune occasioni è apparso un po’ troppo lento ed inconsistente rispetto alle aspettative, ma il 3° posto nella speciale classifica “Rookie of the Year” gli fa onore. È giusto dargli tempo per crescere e maturare, ma detto tempo non è infinito. LO ATTENDIAMO
Livio Loi, 21° (15 punti) – non è esattamente un italiano ma le origini del cognome sono indiscutibili. L’italo-belga dopo un’ottima carriera nelle categorie inferiori non ha ancora dimostrato il suo potenziale nel Motomondiale. Quest’anno, finalmente in sella ad una Honda, ci saremmo aspettati tanto, ma tanto di più. NON BRILLA
Stefano Manzi, 27° (1 punto) – eccoci alle dolenti note. Il Team Italia sembra in enorme difficoltà e l’esordiente Stefano non è al momento certo in grado di invertirne la tendenza. Sta facendo esperienza nel Motomondiale ma urge un cambio di passo per assicurarsi un futuro di livello. ESORDIO IN SALITA
Matteo Ferrari, 28° (1 punto) – se per il suo compagno di squadra Manzi ci sono tutte le attenuanti del caso, per Matteo la stagione al momento è davvero negativa. È stato spesso relegato ad inseguire sommerso dai problemi tecnici, di messa a punto e propri. Non è normale che un pilota al terzo anno di Motomondiale stia spesso dietro al suo compagno esordiente. STAGIONE MOLTO NEGATIVA
Alessandro Tonucci, NC (0 punti) – settima stagione al Motomondiale a dire poco pessima. Zero punti, 17° il migliore piazzamento, feeling con la sua Mahindra nemmeno a parlarne. Per Alessandro il 2015 è un vero e proprio calvario. MOLTO MOLTO MALE
HONDA – quando la casa alata si mette in testa di surclassare gli avversari, difficilmente fallisce. È quello che è sta succedendo in questa stagione in Moto3. Dopo il dominio nella prima parte del 2014 della Ktm, il neonato progetto nipponico ha dato i suoi frutti portando a casa il mondiale al primo colpo con Alex Marquez e vincendo 6 delle prime 9 gare del 2015. Al momento è la moto da battere. SUPERIORE
KTM – è passata in due anni da leader solitaria alla rincorsa dei concorrenti. Durante la stagione sembra ci siano stati dei miglioramenti, soprattutto a livello di telaio; ma la scelta iniziale è parsa nettamente sbagliata ed il mondiale sembra un’utopia. Urge una netta inversione di tendenza per salvare la faccia. SURCLASSATA
MAHINDRA – soprattutto quelle del Team Aspar sembrano andare davvero bene, in particolar modo nelle mani di Pecco Bagnaia. La moto indiana, ma con forte partecipazione italiana e svizzera, ha nella guidabilità e nella staccata i suoi punti di forza. Non è in grado di lottare per il mondiale ma si sta difendendo egregiamente nei confronti delle più quotate Honda e Ktm. UN BEL PROGETTO
In conclusione, quello che doveva essere l’anno della riscossa azzurra ha visto un risultato portato a termine solo per metà. Il titolo sembra lontanissimo nonostante partissimo tra i favoriti; ma chi può dirlo? La stagione è solo al giro di boa.
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Purtroppo questi poveri piloti italiani non hanno il setting magico della domenica mattina “mai provato prima” che puntualmente si rivela vincente.
Basterebbe anche il telaio “magico” dell’anno scorso. Quello che “improvvisamente” ti fa andare più veloce quando è metà stagione che sei più a terra che in moto. Avessero il telaio magico dell’anno precedente questi italiani vincerebbero sempre
Ancora con le scuse……. Ammettere che Rossi è un fenomeno no??????
Un vero fenomeno è capace di vincere 10 gp consecutivi.Uno c’è riuscito nell’impresa,indovinate chi?
chissà perchè un anno ne vince 10 di fila, l’anno dopo solo 2..quando non ti danno il gommino è difficile ripetersi :)
Passando per buona la teoria improbabilissima di durim,viene spontaneo pensare che il telaio magico è uno solo,il setting magico mai provato prima ce ne sta uno diverso per ogni gp.Tirato rigorosamente fuori all’ultimo minuto.
Rossi il setting non lo trova sempre..quando lo trova marc è dietro o sennò lo vedi a stricia la notizia a “tutti giù per terra” :)
Il gommino è da sempre esclusiva di rossi.Leggi le interviste e vedrai che rossi, almeno 8 volte su nove,parla sempre di setting mai utilizzato e provato solo nel warm up…e il warm up sono pochi minuti.La tua ironia durim,non può alterare la realtà.Questa stagione,come vittorie Rossi-Marquez 3-2,verrò a salutarti per il 3-3…e sai bene che manca molto poco.
Valentino Rossi – Intervista EPICA COMPLETA di Guido Meda HD – 2015
Guardati questa intervista, spiega il problema delle qualifiche e del suo metodo di preparazione della moto.
Non credo che nel warm up faccia grandissimi cambiamenti ma affinamenti, Rossi è un pilota da gara non credo molto al coniglio nel cilindro.
Marquez è un altro fenomeno ma abbiamo visto che se la moto non è come la vuole lui i risultati non arrivano, con il ritorno al telaio vecchio può tornare a vincere tante gare nessuno lo mette in discussione.