Le pagelle di Shanghai
Rossi: 10 e lode
Passa venerdì e sabato a cercare di trovare un setup che gli permetta
di limitare il gap con lo stormo Honda. Poi domenica mattina si scopre che potevano
tutti atterrare a Shangai sabato sera.
Il resto è la cronaca dell’ennesimo trionfo in solitaria, con i diretti
rivali al titolo rimandati ai rispettivi box a litigare con i rispettivi tecnici.
Immenso.
Jacque: 10 e lode La rimonta irresistibile del francese rimane un momento
di altissimo motociclismo.
Se poi aggiungiamo che al muretto di Rossi non riuscivano a segnalarlo perché
non avevano il suo nome plastificato e che la Kawasaky non arrivava così
in alto sul podio dai tempi, per dirla coi milanesi, di Carlo Cudega, allora
capirete l’entusiasmo dei tanti appassionati della verdona.
A volte ritornano.
Melandri: 9 Terza gara con la nuova casacca, terza gara senza particolari
acuti.
Che poi è il motivo per cui ha smesso di cadere ed è tornato a
raccogliere punti a due cifre in ogni gara: ricerca del setup ottimale per la
gara senza particolare attenzione al tempo sul singolo giro durante le prove,
e domenica ordinato sul passo.
Sorridente.
Gibernau: 6 Chi si aspettava una cavalcata solitaria in stile Estoril, è
rimasto deluso. Prima gara della stagione in difesa per quello che nei primi due
gp era diventato il primo vero anti-Rossi dopo anni di dominio assoluto del tavulliese.
Finisce quarto, beffato nel finale da un calo vistoso delle prestazioni del
suo mezzo.
Il campionato è ancora lungo, ma all’appello mancano già diversi
punti.
Attardato.
Biaggi: 4 Se si pensa al suo posto in griglia ci sarebbe da gridare al miracolo.
Solo che chi è il pilota ufficiale del team ufficiale della casa produttrice
della moto che tutti vorrebbero guidare, allora un quinto posto senza mai dare
la sensazione di poter giocarsela con i primi è un fallimento senza appello.
Anche senza ricordare che, in quella condizione, Rossi non è mai andato
fuori dal podio.
Deludente.
vd Goorbergh: 10 Dopo anni di onorata carriera motociclistica finita nelle
classi minore, viene richiamato in servizio e sfodera una prestazione straordinaria,
lasciandosi dietro tanti e tanti soloni del paddock.
Davvero superba la serie di sorpassi che nella prima parte di gara l’ha portato
dal fondo dello schieramento alle soglie del podio.
Inossidabile.
Hopkins: 7 Quando la moto è competitiva, lo statunitense non si tira indietro.
Certo il mix di mancanza di potenza e di gomme sbriciolone rendono difficile
qualsiasi giudizio, ma credo abbia fatto piacere a molti vedere di nuovo il
giovane pilota tra quelli non staccatissimi.
Auguri.
Edwards: 6 Con l’eccezione del fenomeno, regola il gruppetto dei piloti della
casa di Ywata con circa mezzo minuto di ritardo dal vincitore.
Non proprio eccezionale, ma da lui quest’anno non ci si aspettano risultati
particolarmente eclatanti.
Onesto.
Hayden: 3 Anonimo nel mucchio. Come e peggio di quando, ormai più di due
anni fà, iniziò la sua avventura nel circo mondiale.
Molto semplicemente, non è all’altezza.
Insufficiente.
Ellison: 10 e lode A punti, davanti ad una Yamaha, una Honda, una Ducati.
Alla faccia di chi li vede come una fastidiosa macchia sul bellissimo vestito
da festa della Motogp.
Ogni volta che vedo una WCM, non posso evitare di pensare alla bellezza del
nostro mondo, ed alla passione che può suscitare un oggetto a due ruote.
Grazie.
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