La MotoGp soffoca la Superbike….

E’ bastata una gara, quella di Valencia che ha aperto la stagione 2003, per
capire che il Mondiale Superbike di quest’anno sarebbe stato diverso dalle
edizioni degli ultimi anni. E purtroppo in negativo. La rinuncia alla partecipazione
in forma ufficiale di Case come Honda, Yamaha, Kawasaki e Aprilia, tutte concentrate
sui loro progetti per la MotoGP, ha infatti impoverito un campionato cui soltanto
la Ducati continua a credere con forza. Proprio l’impegno nella classe regina
del Motomondiale ha spinto i giapponesi a concentrare tutti i loro sforzi verso
i GP, rinunciando, almeno per il momento, a prendere il via tra le derivate dalla
grande produzione di serie. Con la colpevole partecipazione degli organizzatori
della SBK e della Federazione motociclistica internazionale che hanno introdotto,
soltanto all’ultimo momento, novità regolamentari tali da convincere
i costruttori a prendersi una pausa di riflessione. Un vero peccato perché
proprio a Valencia si è visto quanto il campionato ne soffra. Lo stesso
campionato che solo lo scorso settembre si era chiuso a Imola con lo splendido
duello tra la Honda di Colin Edwards, poi vincitore del titolo iridato, e la Ducati
di Troy Bayliss, e che ora sembra già essere nella mani di Neil Hodgson
e della999 di Borgo Panigale. Anche perché, se si esclude il compagno di
squadra Ruben Xaus, tutti gli altri possibili avversari, Edwards, Bayliss ma anche
Haga, sono emigrati in cerca di fortuna proprio nella MotoGP. Così, salvo
clamorosi colpi di scena, la lotta per l’assegnazione del numero 1 sarà
un affare di famiglia tra l’inglese e lo spagnolo.

La Ducati, invece, sembra aver di fatto vinto il titolo costruttori ancor prima
di cominciare e non solo perchè schiera il maggior numero di moto ufficiali
e private. Le uniche vere concorrenti rimaste sono la Suzuki e la neonata Foggy
FP1. La prima, però, con la nuovissima GSX-R 1000 è stata l’unica
ad aver accettato il regolamento che prevede l’uso degli air restrictor
per le quattro cilindri di un litro, e ora si trova a dover fare i conti con
una moto ancora acerba e con un pilota, Gregorio Lavilla, che fatica a dare
le giuste indicazioni per lo sviluppo. Quanto alla Foggy, la tre cilindri realizzata
dall’ex iridato Carl Fogarty con i soldi del petroliere malese Petronas,
ha ben impressionato al debutto in Spagna, almeno con Troy Corser, ma per raggiungere
i livelli della Ducati, la strada è ancora lunga e in salita. E gli altri?
Gente come Toseland, Walker, Laconi o Chili fa il possibile, ma contro l’armata
Rossa c’è ben poco da fare. Anche perchè la Michelin fornisce
la sue gomme migliori ai soli Hodgson e Xaus, mentre il resto della compagnia
si deve affidare alla Dunlop che non riesce a reggere il ritmo della rivale
francese. Un danno, oltre che una beffa. Ma a rimetterci è solo la Superbike
che in una sola stagione rischia di cancellare con un colpo di spugna le mille
emozioni che ha saputo regalare agli appassioni in vent’anni di storia.
Il tutto perché non ha saputo capire anticipare le mosse della Dorna
che con un’abile mossa strategica ha riportato i motori a quattro tempi
nel Motomondiale e con essi un nuovo interesse tecnico culminato nella creazione
della MotoGP.
Fonte: Tgcom.it

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