Intervista esclusiva al Campione Romagnolo

BARDONECCHIA. Un cielo azzurro e una giornata stupenda hanno fatto da cornice lo scorso week-end alla presentazione della stagione agonistica di Loris Capirossi. La sede scelta dal tre volte campione del mondo la meravigliosa conca alpina di Bardonecchia, sede di gare delle prossime olimpiadi invernali del 2006. Un bagno di folla e una organizzazione impeccabile, hanno fatto sì che la manifestazione organizzata dal Moto Club Bardonecchia sotto l’egida del Comune sia riuscita perfettamente.

E adesso veniamo al nostro campione, più che mai deciso a vendere cara la pelle anche nel prossimo motomondiale nel quale non si sente affatto battuto in partenza pur avendo un mezzo sicuramente meno competitivo della Honda quattro tempi di Valentino Rossi. Anzi, il fatto che Max Biaggi e la Yamaha stiano incontrando dei problemi di assetto e di crescita fanno pensare che Capirossi possa ancora inserirsi nelle prime posizioni anche con la sua Honda due tempi.

Avete presente Ercolino, il famoso pupazzo che, se colpito sul naso, si piega ma torna sempre in piedi? Ebbene, Loris Capirossi, gli somiglia moltissimo. Passano gli anni, ma lui è sempre lì, sulla breccia, pronto ad attaccare, a dare battaglia a non darsi per vinto sino all’ultimo metro. La sfortuna può accanirsi nei suoi confronti, la jella può sbatterlo per terra, fratturarlo, prenderlo a sberle. Lui non batte ciglio, stringe i denti e va in pista, incurante del dolore.

Diciamo la verità: di tipi come Loris ce ne vorrebbero un bel po’, in qualsiasi disciplina sportiva. Il motomondiale ha la fortuna di averlo e se lo tiene stretto perché una gara con capirossi in pista è una garanzia, lo spettacolo è salvo. Di titoli mondiali lui ne ha già vinti tre, due nella classe minore, la 125, uno nella quarto di litro, in quella finale argentina con entrata all’ultima curva nei confronti di un Harada stupito che aveva avuto il torto di lasciargli un varco alla corda.

Ecco, Loris Capirossi è tutto in quella gara: se c’è una piccola possibilità di vittoria, lui non se la lascia sfuggire. Ha il diritto di provarci visto che questo mondo gli ha dato tanto, tantissimo, compresi appunto i pugni sul naso di cui si diceva all’inizio.
E Loris lo ha confermato a Bardonecchia negli ultimi due giorni di completo prima di ributtarsi nella kermesse delle prove in Europa (il 12 marzo a Barcellona), prima di quelli definitivi a Suzuka, sette giorni prima della prova mondiale.

Loris, lo scorso anno il terzo posto finale dietro a Rossi e Biaggi e nessuna vittoria. Promesse?

Una sola: darò il massimo in ogni momento. Ma non chiedetemi se riuscirò a vincere una gara. Perché vi dico che non lo so, sarà durissima. E’ stato impossibile lo scorso anno, quando eravamo tutti con moto a due tempi, figuratevi un po’ ora che Valentino, Biaggi, Ukawa, Checa, Roberts, Gibernau e Laconi hanno i mostri a quattro tempi.

Avremo quindi due campionati in uno?
Temo di sì, ma spero di no. Nel senso che almeno nelle prime gare, le nostre moto a due tempi potranno essere ancora competitive. Poi, però, mentre noi resteremo al palo, loro cominceranno a volare e allora non ci sarà più nulla da fare.

Anche con la sua moto, quella che fu di Valentino?

Intanto non è la stessa, perché quella l’hanno data a Katoh. A me hanno fornito una moto molto simile, eccezionale, ma sempre un pelo differente da quella che ha Katoh.

Però va forte, come hanno dimostrato i tempi in Portogallo.

Sì, ma ci sono particolari sulla moto di Katoh che io non ho. Come quella forcella posteriore che noi, forse, proveremo soltanto a Suzuka. Il perché è chiaro e me lo hanno detto chiaro e tondo in faccia i tecnici Honda: tu sei un cliente e non un pilota ufficiale, quindi…Insomma, mi devo accontentare. Pazienza, vorrà dire che ci penserò io a fare la differenza.

Ma se Katoh ha una moto migliore com’è che lei è più veloce?
Semplice, perché sono più bravo di lui! Signori, ma pensate davvero che io debba preoccuparmi di Katoh? I miei punti di riferimento sono altri: Rossi, Biaggi, Ukawa, Roberts. Katoh è bravo, magari diventerà un campione… tra qualche anno….

Visto il trattamento pensa di aver chiuso con la Honda?

Penso proprio di sì. Di una cosa sono certo: il prossimo anno correrò con una squadra ufficiale e visto che Honda è già a posto, meglio cambiare aria.

Facciamo dei nomi: Aprilia, Ducati…

L’Aprilia l’ho vista in pista. E’ bellissima. A Noale hanno fatto un lavoro magnifico e mi auguro davvero che Laconi, che è un bravo pilota ma non certo un fulmine di guerra, sappia svilupparla bene, perché il potenziale di questa moto è notevole: tre cilindri, valvole pneumatiche…una meraviglia. Della Ducati sapete tutto: la storia, i titoli mondiali che ha vinto, la voglia di vincere, il nuovo motore quattro cilindri desmodronico… Insomma, un gran bel progetto, che merita attenzione.

Sembra di capire che l’Aprilia le è rimasta nel cuore.

Non lo nego. Sono stato a un passo dal ritornare a Noale. Ero molto entusiasta del progetto che penso sia vincente. Potevo essere l’uomo giusto per Aprilia, nel senso che in questi anni ho imparato a sviluppare tutte le moto che ho guidato e mi sarebbe piaciuto salire su un’Aprilia. Purtroppo di mezzo c’erano altri problemi, tra i quali una penale pesante da pagare. Ho preferito lasciar perdere e continuare un anno ancora con la Honda. Poi sarò libero di fare le mie scelte.

Un colpo di spugna sul passato? Il licenziamento, la causa, la richiesta di risarcimento…

Quando incontrai l’ingegner Witteveen parlammo di tutto: se c’è interesse da ambo le parti allora si può trovare una soluzione a tutti i problemi. Stimo l’Aprilia, anche se sono rammaricato per quanto successo tra noi.

E il futuro, Loris?

E’ fatto ancora di moto e motori. E’ un mondo, questo, che mi ha dato tanto e dove mi ci diverto ancora un mondo. E fino a quando scendere in pista mi darà delle emozioni, non smetterò di correre. In fondo ho solo 29 anni. Anche se corro da 16 anni (13 nel mondiale, ndr) ho ancora un bel po’ di tempo davanti a me, non vi pare?

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