Intervista esclusiva a Corrado Cecchinelli, direttore tecnico MotoGP

Svariati gli argomenti trattati, dalla fine dell'era CRT alla nuova classe Open, dai costi, alle gomme, dalla Ducati alla Suzuki

Una bella chiacchierata con il MotoGP Director of Technology. Tanti gli argomenti trattati, non poteva mancara una chiusura su Marc Marquez, il pilota dei record!
Intervista esclusiva a Corrado Cecchinelli, direttore tecnico MotoGPIntervista esclusiva a Corrado Cecchinelli, direttore tecnico MotoGP

Abbiamo incontrato a Valencia durante l’ultima giornata di test Corrado Cecchinelli, direttore tecnico MotoGP. Con l’Ingegnere (che ha avuto un passato glorioso in Ducati) abbiamo affrontato svariati argomenti. Abbiamo parlato della fine dell’era CRT, dell’inizio della nuova “Open”, del monogomma, della Ducati e di altri interessanti argomenti. Ecco la nostra intervista esclusiva.

Siamo con Corrado Cecchinelli, Responsabile Tecnico della MotoGP, con un passato in Ducati. Corrado, parliamo del campionato appena concluso, che segna anche la fine dell’era CRT, che verrà sostituita dalla nuova Open, moto con 24 litri a disposizione, 12 motori e la nuova ECU (centralina elettronica) della Magneti Marelli.

“Dal punto di vista tecnico cambia poco, la definizione cambia invece pesantemente; la “C” di CRT stava per “Claiming” e la “R” per “Rules” , c’era una regola di claiming che vuol dire che era possibile comprare i motori di questi team a fine gara ad una cifra sufficientemente bassa per essere sicuri che il contenuto tecnico dei motori fosse altrettanto basso e che quindi le case non introducessero tecnologie troppo esotiche.

Adesso le case mostrano interesse per una categoria che non sia quella ufficiale ma sono pronte a far fare un salto di livello a questa categoria, per cui viene rimossa la Claiming Rules proprio per ottenere all’opposto un impegno maggiore da parte loro, per cui un innalzamento di livello di questi team. Questo nella nostra visione di lungo periodo rappresenta la soluzione del futuro. Far si che queste moto raggiungano un livello che le possa far diventare le moto del futuro. Questo non è nè concordato nè imposto, ma speriamo che avvenga. La classe Open mantiene più o meno le caratteristiche tecniche e quindi i vantaggi delle CRT rispetto agli ufficiali, con l’eliminazione della Claiming Rules, quindi una maggior tutela per chi si volesse impegnare più pesantemente.

Pensi che possano essere competitive rispetto alle Factory?

“Ci sono dei vantaggi tecnici che non sono trascurabili. Per quanto mi riguarda il vantaggio maggiore che hanno è quello di correre con una gomma specifica. I 12 motori a disposizione contro i 5 e i 24 litri contro i 20 è più che altro l’eliminazione di uno svantaggio. Infatti senza l’impegno diretto di un costruttore che investa tutte le risorse nel contenimento dei consumi e dell’affidabilità dei motori sarebbe impossibile; la vedo quindi più come una rimozione di una barriera. Non sarebbe infatti possibile questa formula se anche a loro fossero applicati 20 litri e 5 motori.

Per quanto riguarda l’evoluzione delle moto, non so quanto le case lo faranno, sicuramente da parte nostra il software sarà pesantemente evoluto durante la stagione. Essendo secondo me ad un livello più che accettabile in questo momento, credo che finiremo la stagione ad un buon livello. Già per questo le prestazioni miglioreranno e lo faranno anche perchè strutture e piloti avranno familiarizzato con queste moto. Se poi si innescherà la spirale che queste dovranno essere le moto del futuro, magari anche le case “magnanimamente” includeranno degli aggiornamenti per il futuro, noi ce lo auguriamo.”

Qual è secondo te il costo giusto per una Open? Shuhei Nakamoto (vice-presidente HRC) ha detto che la loro RCV1000R è costata più del previsto, intorno al milione e duecento mila euro.

“Per me è difficile dirlo, da sognatore mi auguro un futuro dove il costo si riduca per volontà delle case rispetto a quello attuale. Secondo me oltre ad un certo costo che poi diventa prezzo, diventa abbastanza perdente il rapporto costi-benefici. Mi spiego meglio, si ritiene che un costo accettabile che possa mantenere il business sia di un milione di euro, tutto incluso. Questo non è esattamente così oggi ma siamo vicini; io dico che nessun fan a casa e nessun giornalista si lamenterebbe se il prezzo fosse di mezzo milione. Le moto andrebbero un decimo più lente e forse lo show sarebbe più bello invece che più brutto. Quindi è difficile dire qual’è il costo naturale. E’ chiaro che la politica di calmierare i prezzi è scarsamente efficace se non è abbinata ad una politica di limitazioni tecniche per cui si riducono i costi. Secondo me le categorie si sostengono se c’è un rapporto corretto e naturale tra il costo e prezzo e quindi un margine ragionevole per chi opera nel business. Altrimenti vincerà sempre chi è disposto a perdere dei soldi correndo come investimento di marketing e non di business e secondo me questo non è naturale. Quindi dire solamente che le moto invece di un milione dovrebbero costare cinquecentomila euro è poco efficace; qualche “potente” lo farebbe lo stesso, ma con moto da un milione, quindi perdendo di più di quello che già ci perde. Io invece spero che si arrivi ad un futuro che sia ragionevole, un fine 2014 dove le Open da un milione scendano di prezzo.”

Prima hai parlato di pneumatici, secondo te la scelta del fornitore unico è ancora valida? Questo anche in riferimento ai fatti di Phillip Island.

“E’ una scelta valida, ma richiede una certa attenzione, e un esempio come hai detto te sono i fatti di Phillip Island (dove la direzione gara era stata costretta ad una gara Flag to Flag a causa della scarsa durata delle gomme, che non duravano più di 10 giri). Quello non è un un esempio di buon approccio. Non è implicito nel monogomma non avere una gomma adatta per una particolare pista. Lì secondo me non si è fatto alla perfezione il lavoro. Quindi è una scelta ancora valida ma che non deve comportare problemi come quelli di Phillip Island.”

Una parola sulla Ducati, casa con la quale tu hai lavorato. Qui c’era Gigi Dall’Igna, che nella conferenza stampa di presentazione ha detto che ci vorranno almeno due anni per tornare a vincere, che ne pensi?

“Dico che le tempistiche sono realistiche, è difficile riuscire in poco tempo a tornare competitivi, forse è anche stato ottimista.”

Ha anche detto che se sarà necessario faranno una moto completamente nuova, ribadendo che secondo lui sarà necessario.

“Io ho lavorato in Ducati, prima di rifare una moto completamente nuova andrebbero fatte delle verifiche. Ad esempio sarebbe bello trovare un pilota come Stoner che salga in sella senza pregiudizi e che magari tiri giù un secondo. Prima di stravolgere un progetto andrebbe verificato molto bene. In Ducati ultimamente ci sono stati molti cambiamenti, anche troppi.”

Dall’Igna ha detto che ha trovato persone molto preparate sia a casa che in pista, ma che non c’è un collegamento tra loro.

“Mi sorprende che abbia detto questo, quando ero in Ducati questo era proprio uno dei punti di forza.”

Cosa pensi del rientro della Suzuki, che avverrà nel 2015? “E’ un bene che una casa ufficiale voglia rimettersi in gioco, forse se ne erano andati troppo presto.”

Potrebbe essere una soluzione schierare una moto Open? “Perchè no, in quel caso nessuno gli chiederebbe di essere subito davanti, in caso contrario invece dovrebbe almeno combattere con le altre moto Factory.”

Un’ultima domanda su Marc Marquez, campione del mondo all’esordio e che ha battuto tanti record. “Lo dico, perchè poi alla fine siamo appassionati da bar, come molti qui dentro… all’inizio dell’anno avevo detto che Marquez era un fenomeno, pensavo che sicuramente avrebbe vinto qualche gara e mi sembrava già molto, ma ha sorpreso tutti ed è molto bello che ogni tanto vengano fuori queste sorprese. Credo che la mia opinione di inizio anno fosse da molti condivisa. E’ sicuramente bello avere un pilota così, uno che aggiunge spettacolo è un bene che sia qui, lunga vita a lui, secondo me ha vinto il migliore quest’anno.”

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3 commenti
  • bibo ha detto:

    grazie corrado
    alla faccia di chi dice che stoner vinceva per merito delle bridgestone
    :-)

    1. PB 16 ha detto:

      Concordo con lui…in ducati hanno fatto troppi cambiamenti….alla fine sono andati mel pallone….

      Stoner è il + forte di tutti insieme a Marquez e Lorenzo….un campionato con loro 3 sarebbe una figata pazzesca!! Stoner ha binto meno di qnt potesse, a causa anche della sua corta carriera in MotoGP. Peccato perchè i numeri non esprimono il campione che era

  • bcs ha detto:

    Ma andate a c….

    Con le vostre idiozi* state rovinando la Motogp!

    Adesso passerete a rovinare anche la SBK!
    Bravi continuate così!

    Per non parlare di quelle boiat* di Moto3 e Mot2!!!!

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