Intervista a Marco Barnabo’, team manager Barni Racing Team

Intervista a Marco Barnabo’, team manager Barni Racing TeamIntervista a Marco Barnabo’, team manager Barni Racing Team

Oggi vi proponiamo una lunga intervista con il team manager del Barni Racing Team, Marco Barnabo’: un team interamente italiano che vanta 4 titoli Team Campione SBK, 1 titolo Team Campione STK, 3 titoli CIV SBK e 2 titoli CIV STK. 

Partiamo dalle origini del “Barni Racing Team” e da “Team Spring”.
Nel 1996 il “Team Spring” era formato soltanto da me, che mi occupavo della preparazione della moto e facevo il team manager e dal pilota Matteo Colombo. Adesso il Barni Racing Team è formato da ben 15 professionisti.

E quindi è nato tutto esclusivamente per passione?
Sì, io ho iniziato facendo un’esperienza di due anni presso un altro team e poi ho deciso di costituire un Team tutto mio.

Da sempre lavorate con Ducati: per quale motivo avete deciso di legarvi alla casa di Borgo Panigale?
Sicuramente la motivazione è legata ad una forte passione e perché la Ducati è una moto progettata tecnicamente proprio per correre. Negli anni ho creato un rapporto sempre più diretto con la casa madre, facilitato dalla vicinanza dal punto di vista logistico.

E cosa pensa dell’attuale situazione Ducati, soprattutto in MotoGP?
La MotoGP non è di mia competenza, tuttavia, secondo il mio parere, i colossi giapponesi hanno sicuramente maggiori possibilità di investimento rispetto ad un’azienda piccola come Ducati.

Stagione 96/97, esordio e prime esperienze: cosa si prova?
Le prime esperienze sono sempre belle ed emozionanti, ma le sensazioni più forti le ho assaporate con le vittorie degli ultimi anni. Agli esordi, l’obiettivo era quello di partecipare e divertirsi, adesso, la realtà invece è differente: nei campionati dobbiamo sempre essere competitivi e puntare alla vittoria.

Il primo titolo piloti arriva con Alessandro Polita: qualche ricordo di questo pilota e di quella stagione (2010, nda).
Con Alex c’è un rapporto davvero speciale, è un ragazzo molto semplice, tenace ed è un ottimo pilota. Grazie anche alle sue capacità siamo riusciti ad ottenere il primo titolo nazionale, quell’anno è stato decisivo per tutto il Team e ci ha permesso di fare un vero e proprio salto qualitativo.
Come dico sempre alle persone che lavorano con me, le vittorie si ottengono grazie all’impegno di tutta la squadra.

Che rapporto si crea tra team e pilota?
La regola sarebbe quella di mantenere un rapporto strettamente professionale tra team manager e piloti. Io, personalmente, ho sempre voluto stringere un rapporto confidenziale e di amicizia con tutti i piloti che hanno corso per la mia squadra.

Nel 2011 arrivate in Superstock 1000 FIM CUP, però avete avuto bisogno del supporto del Team Italia e della Federazione. Cosa manca alle piccole squadra italiane per avere quello “step” in più per arrivare al mondiale?
Nella maggior parte dei casi, quello che manca è il budget per poter competere professionalmente nel mondiale.
La collaborazione con il Team Italia è nata per puro caso e per una serie di fattori concomitanti. Quell’anno volevo far correre a tutti i costi Danilo Petrucci e, contemporaneamente, la Federazione desiderava puntare proprio su di lui come giovane pilota. Lo stesso Petrucci aveva espresso la sua grande aspirazione a competere nel mondiale. A quel punto abbiamo deciso di unire le forze e confrontarci nel campionato mondiale, un panorama del tutto nuovo per noi.

C’è ancora talento tra i giovani piloti italiani?
Sicuramente ci sono molti piloti italiani con grande talento. Dal mio punto di vista, in Italia, sarebbe necessario cambiare mentalità: fare il pilota non comporta soltanto avere le capacità, ma soprattutto un grande impegno, dedizione e preparazione che sono elementi fondamentali.

Tra i piloti che avete avuto c’è anche Eddi La Marra. Quando accadono brutti incidenti spesso si parla di come vive la situazione lui, di come la vive la famiglia, ma non si parla mai di come il team vive un’esperienza del genere.
Quando accadono fatti di questo genere, giustamente, l’attenzione dei media si sposta sulla persona colpita in primis e sulla sua famiglia. È inevitabile che l’avvenimento, però, si rifletta a livello umano sull’intero team.

Sapete dirci come sta La Marra? Avete in mente di riservargli qualcosa per il futuro?
Fortunatamente Eddi sta bene e la sua intenzione è di tornare alle corse. È in attesa di ricevere la licenza da parte dei medici e, se la risposta sarà positiva, la nostra volontà è di dargli l’opportunità di tornare in sella.

Nei prossimi giorni la seconda parte dell’intervista.

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