Il Dottore è riuscito in un altro intervento


Alzi la mano chi alla vigilia si sarebbe aspettato una gara come quella di oggi a Welkom. Malgrado la partenza di Rossi in direzione Yamaha, nessuno poteva immaginarsi una corsa tanto combattuta dal 1° all’ultimo giro. Alla fine, come in una favola, Valentino è riuscito ancora una volta a metterli dietro tutti: ma questo, a differenza degli altri, non è stato uno dei soliti successi, scontati e quasi monotoni. No! Perché il Dottore, quello con la D maiuscola, stavolta ha dovuto sudare le fatidiche 7 camicie per avere ragione di un Max Biaggi più carico che mai. La gara è stata spettacolare, per un appassionato quasi da infarto: i due rivali di sempre, quelli che si odiano, quelli che non si sopportano, quelli che si fanno i gestacci, che sono lì, a due metri di distanza, l’uno francobollato all’altro, in attesa di un errore, anche minimo, che però non arriva mai.
Hanno fatto così per 28 giri, Vale e Max, creando il vuoto, mostrando al mondo l’Italia delle due ruote, un’Italia vincente, al contrario che in molte altre discipline sportive. E’ stata bellissima, quasi commovente, la stretta di mano che i due si sono scambiati a fine gara, appena tagliata la bandiera a scacchi. E come sarebbe bello se, questo Motomondiale 2004, si potesse fotografare con quell’immagine. Ma tutti, inutile nascondercelo, sappiamo che non sarà così.
Valentino ha vinto, con il solito coraggio, con la solita grinta, con il solito sguardo. Si, ok, ma stavolta è stato diverso: l’emozione, palpabile nel box Yamaha, ha contagiato pure lui, il Dottore, colui che dovrebbe sempre mantenere il sangue freddo, anche negli interventi più complicati. Rossi, incredulo della prestazione appena prodotta, si è fermato per riflettere a bordo pista, seduto, come un bambino che sa godere la sua tenera infanzia, come un ragazzo che sa di creare una leggenda: doveva essere l’anno della disfatta, l’anno dell’amara sconfitta, l’anno della riflessione; e invece, ora quanti iniziano a mangiarsi le mani, pardon le unghie, per essersi lasciato sfuggire uno che, di vincere, non si stanca davvero mai. È tutto così bello, così stupendo: e chissà che, dentro quel casco, sotto quegli occhi tanto buffi quanto magici, oggi non ci sia scappata anche una lacrima, la lacrima della gioia, quella della vittoria, quella della speranza.
E pensare che eravamo solo alla 1° gara. Se oggi qualcuno si è commosso, beh, prepariamoci: presto, molto presto, dovremo versare una valle di lacrime. Signori, questo è il Motomondiale 2004!
Andrea Gallina
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