Gibernau elogia la moto ufficiale, Rossi teme solo Biaggi….
Non è dei migliori l’umore di Max Biaggi all’indomani del Gran Premio di
Francia. Il romano è consapevole di aver perso, causa gomma sbagliata,
un’occasione preziosa per recuperare punti su Valentino Rossi. Complici le bizzarrie
climatiche, la roulette di Le Mans ha concesso a Biaggi, costretto a partire dai
box, un quinto posto che non rispecchia nè le aspettative della vigilia,
nè i reali valori in campo. Ma se Max mastica ancora amaro è anche
perchè, dopo le prime quattro gare, nulla s’è mosso per aiutarlo.
Non la Honda, non il suo team, reo di non puntare i piedi per pretendere, se non
una moto ufficiale, almeno qualche pezzo "buono". L’unica nota positiva
per Biaggi è che il suo avversario di sempre ha mancato la vittoria.
Dopo aver dominato le prove, infatti, Valentino Rossi ha perso la sfida finale
con Sete Gibernau. A conclusione di un vivace duello durato solo due giri, gli
ultimi della mini corsa cui la pioggia ha ridotto la gara della MotoGP, che
ha premiato grinta e coraggio del catalano di sangue blu. Il pesarese ha così
lasciato sull’infido asfalto del Bugatti cinque punti, rendendo meno scura la
deludente prestazione di Biaggi. Vale guida il mondiale con 90 punti, Max è
sempre secondo con 67. Un Rossi che perde la seconda gara su quattro in favore
di Gibernau non ha però cambiato opinione sul campionato della classe
regina. "L’avversario più pericoloso – ha ribadito Valentino
– è e resta Biaggi. Sete ha vinto due gare e forse potrà vincerne
altre, ma sarà difficile. Nell’ottica del mondiale non ho dubbi: Max
è l’avversario da non perdere d’occhio. Gibernau è un buon pilota
ma non mi preoccupa".
L’effetto Kato sembra aver cambiato Gibernau. La vittoria "commemorativa"
di Welkom pareva l’effetto sporadico di una scarica di tensione e adrenalina.
Invece c’è qualche cosa di nuovo. Non solo la moto ufficiale, identica
a quella di Rossi, ereditata dopo la morte dello sfortunato compagno di squadra.
"E’ un altro pianeta – ha detto Gibernau – e non ha nulla a che vedere
con quella ‘clienti’. Non saprei quantificare la differenza sul giro in termini
di tempo, però la differenza c’è e si nota". Parente
alla lontana della famiglia reale di Spagna, Sete ha comunque faticato all’esordio
con la Honda buona. "Perchè è un pò più
complicata da regolare. Ha molte più possibilità di regolazione,
sia per quanto riguarda l’assetto, sia l’elettronica e il motore. Per questo
ho sofferto un pò per prenderci la mano. Ma ora mi trovo benissimo".
E non tornerebbe indietro. E’ anche più maturo e aggressivo come pilota.
"Penso di essere migliorato – ha confermato Gibernau – e so di poterlo
fare ancora. Ma se voglio continuare a vincere e a far comunque bene è
per Kato e la sua famiglia. Non dimenticherò mai Daijiro e voglio che
i suoi cari lo ricordino ogni giorno vedendo tutto ciò che io e la squadra
facciamo per onorarlo".
La Francia non ha sorriso neppure a Manuel Poggiali. Il sammarinese dell’Aprilia
è rimasto leader del campionato della quarto di litro pur avendo incamerato
una battuta d’arresto. Per quel tamponamento a Sebastian Porto, un’ingenuità
che ha volatilizzato a Le Mans 25 punti utili. Regalati allo spagnolo Toni Elias
che, dopo un avvio incerto di stagione, ha infilato due vittorie di seguito
ed è secondo nel mondiale. Due successi a raffica hanno, invece, consentito
all’altro giovane iberico, Daniel Pedrosa, di confermarsi al vertice della classe
125. Il 17enne catalano precede, come ha fatto in pista a Le Mans, il veneziano
Lucio Cecchinello che di anni ne ha il doppio di lui. In attesa che inizi a
splendere con maggior fulgore la stella nascente di Andrea Dovizioso. Autore
della sua prima pole e al suo secondo podio stagionale, il forlivese (anche
lui 17 anni) potrebbe già al Mugello cercare di candidarsi a un titolo
che sembra sempre più destinato ai giovanissimi.
(Kataweb.it)
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