Chi era Barry Sheene….
L’ex iridato inglese ucciso dal cancro
Il mondo del motociclismo piange Barry Sheene. All’età di 52 anni il due
volte campione iridato inglese della classe 500 nel 1976 e nel 1977, è
morto in un ospedale sulla Gold Coast australiana per un cancro alla gola e allo
stomaco. La malattia gli era stata diagnosticata lo scorso luglio. Dopo il suo
ritiro dalle corse, datato 1984, l’avversario di Agostini, Lucchinelli e Uncini,
era diventato commentatore sportivo della televisione australiana.
Lannuncio è stato dato proprio dal canale televisivo aussie
con un breve comunicato: "Barry Sheene ha perso la sua battaglia col cancro
ed è morto in un ospedale della Gold Coast". Il grande pilota britannico
aveva deciso di combattere il cancro con terapie alternative affidandosi, come
lui stesso aveva detto, a Dio. Le sue condizioni, però, sono peggiorate
rapidamente tanto che Sheene ha dovuto rinunciare a presenziare lo scorso Gran
Premio dAustralia di Formula 1 disputatosi domenica a Melbourne. Lascia
la moglie Stephanie e due piccoli bambini, Sidonie e Freddie. I funerali si terranno
alla fine della settimana. Nella sua carriera lamatissimo inglese ha vinto
19 GP della classe regina con la doppietta iridata a metà degli anni 70.
Famoso per la sua vita da playboy, grande fumatore e bevitore, Sheene era riconoscibile
in pista per il mitico numero 7 e il disegno di Paperino sul casco.
Nato a Londra il 9 novembre del 1950, Sheene fece il suo debutto nel 1968 a
18 anni guidando una Bultaco 125. Due anni dopo vinse il titolo britannico della
750, classe di cui divenne campione europeo nel 1973. Due anni più tardi
fu vittima di una gravissima caduta a Daytona quando volò via a 280 km/h
procurandosi numerose fratture. Tornò in sella sei settimane dopo. Da
lì seguirono gli anni dei trionfi, il 1976 e il 1977 quando con la Suzuki
divenne iridato della classe 500 battendo fenomeni come Giacomo Agostini e Kenny
Roberts. Sheene fu protagonista di unaltra caduta nel 1982 durante le
prove del GP di Silverstone: alla fine i medici furono costretti a inserirgli
qualcosa come 27 viti. Anche per questo la leggenda narra che gli era quasi
impossibile passare sotto i metal detector degli aeroporti senza
farli suonare. Le tante fratture lo costrinsero, poi, a trasferirsi in Australia
dove il clima più mite rispetto a quello rigido inglese gli consentivano
di vivere senza problemi. Nel 2001 era stato inserito nella Hall of Fame del
Motomondiale con una cerimonia tenutasi sul circuito di Phillip Island.
Fonte: Tgcom.it
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