Barcellona, 15 Giugno 2003….

BARCELLONA, 15 GIUGNO 2003

"Dannazione!" pensa il pilota della Honda numero 46 mentre rientra
in pista "forse ce la faccio ancora".
Un dritto, un maledetto dritto a otto giri dal termine; fortunatamente non è
caduto, ma ha perso otto secondi e cinque posizioni dalla belva rossa in testa
alla corsa.
C’è l’inferno a Barcellona.
Un caldo cattivo, torrido ed asfissiante aggredisce i piloti, succhia loro il
respiro e le forze.
Oggi la lotta è tra i due ex bambini prodigio.

Il vecchio bambino rosso della moto numero 65 sa dentro di se che questa volta
ce la può fare. Ha messo l’avversario sotto pressione e l’ha passato.
Tutti aspettavano la replica del campione del mondo, ma nel farla ha commesso
un nuovo errore. Il cannibale giallo, quel ragazzotto impertinente che sta demolendo
ogni record nella classe regina stavolta è fuori.
E’ questo il momento cruciale. Il falco di Borgo Rivola forza ancora di più;
la sua moto rossa aggredisce la pista con brutalità, ma il fantino sa
come domarla, mentre si avventa con ferocia sulle curve.

Sei posizioni dietro, il Cannibale è rientrato in pista, e con devastante
continuità comincia a guadagnare oltre un secondo al giro. "Ha troppo
distacco; non potrà mai farcela, nemmeno con la polverina di Peter Pan!"
commenta il telecronista.
Ma il Cannibale di Tavullia non vuole saperne; abbassa il record della pista,
e ancora, e ancora: una serie di giri stratosferici, a gomme finite, nonostante
il caldo, nonostante la fatica, nonostante l’enorme vantaggio che ha in classifica.
Vuole vincere.

In testa alla corsa il pilota numero 65 continua a divorare l’asfalto; la moto
è una belva feroce che si intraversa, urla, sbanda, ma il cuore di Loris
è troppo grande, ha troppa passione, troppa rabbia repressa per lasciarla
andare. "Ce la posso fare" pensa mentre stringe i denti.
Non è come l’anno scorso, quando è stato umiliato da un confronto
impari; quando gli è stata negata anche la soddisfazione di provare la
nuova moto dominatrice a fine campionato. Oggi ha una moto potente, rabbiosa,
cattiva, come lui e la sua voglia di riscatto. Apre la manopola e continua ad
andare. Nessuno potrà fermarlo; oggi tocca a lui.

Alle sue spalle il Cannibale sta dando tutto quel che ha; le Yamaha di Nakano
e Checa vengono sbranate prima che gli attoniti piloti riescano a capire cos’è
successo.
E’ la volta del rivale di sempre; con lui sa che sarà più difficile,
nonostante Max abbia solo una moto clienti. Lo sorpassa, ma il romano resiste
e ripassa. Non importa; il Cannibale inventa una manovra impossibile ed è
di nuovo avanti, stavolta definitivamente.
Resta solo lo spagnolo del team Gresini tra lui e la belva rossa. Lo passa:
secondo! Come prima dell’uscita di pista.

Ma ormai è tardi; Loris cuor di leone sta portando a termine il suo
capolavoro, e nessuno potrà più fermarlo.
Sta vincendo, con una moto nuova che all’esordio ha umiliato tutti i grandi
colossi, tutti i grandi Golia della MotoGP; che utilizza scelte e tecnologie
contro corrente, dimostrando che no, non erano pazzi, e vincere si può
anche nell’olimpo della moto.
L’urlo cattivo del desmoquattro invade per l’ultima volta il rettilineo finale.

Passa davanti alla bandiera a scacchi: è finita!

Non sa perchè, ma il bambino di Borgo Rivola sul podio si ritrova in
ginocchio; nessuno può sapere cosa sta accadendo dietro i suoi occhiali
scuri. Si può essere schiacciati da una gioia troppo grande?

Barcellona, 15 giugno 2003.
Loris Capirossi, su Ducati, vince il gran premio di Catalunya, con una moto
all’esordio nel motomondiale e tutti i più grandi piloti del mondo in
pista.
Erano ventisette anni che un pilota e una moto italiana non vincevano.

MIKE1964

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