Aspettando i test di Losail: il bilancio di Yamaha, Honda, Ducati, Suzuki, Aprilia e KTM
Dal 10 al 12 marzo si torna in pista per l’ultima sessione di test, ma prima cerchiamo di analizzare le prove precedenti
Pre-season MotoGP 2017 – A pochi giorni dalla fine della penultima sessione di test stagionali si può iniziare a fare qualche bilancio con una premessa: il cronometro nei test ha un’importanza relativa, fare bene non comporta avere già la certezza di vincere, piuttosto, serve a farsi un’idea sulle scelte e sul metodo di lavoro di piloti e Team. Cerchiamo di analizzare un team alla volta.
Yamaha: il nuovo arrivato, Maverick Vinales, si presenta più che bene; tutti se lo aspettavano veloce ma la costanza dimostrata in tutti i test svolti finora è forse la cosa che stupisce di più. Lo spagnolo ha chiuso al comando tutte le prove svolti finora: Valencia, Sepang e Phillip Island. Sul primo si potrebbe anche sorvolare, visto che è sceso in pista nei due giorni con la moto 2016, ma dalla Malesia è evidente come sia entrato di diritto nella lista dei piloti che cercheranno di spodestare Marc Marquez. Maverick lo scorso anno chiuse al comando i test a Phillip Island, all’epoca sulla Suzuki, il che in qualche modo ci fa pensare che il circuito australiano sia un tracciato che si adatta molto bene alle caratteristiche di guida del 25#; in più quest’anno, anche grazie alla M1, è riuscito a trovare la costanza sul passo che mancava un anno fa. Maverick è stato in grado di adattarsi molto velocemente e di trovare una buona base nel set up dalla quale partire altrettanto velocemente. Non rimane che aspettare per vedere se riuscirà a lavorare bene anche nei weekend di gara con meno tempo a disposizione.
Dall’altra parte del box invece c’è Valentino Rossi: l’età, la stanchezza, l’influenza; cosa ha impedito al campione di Tavullia di trovare la giusta strada e di uscire dalle paludi della metà classifica? Probabilmente l’insieme di tutte le condizioni e gli acciacchi fisici. L’influenza sicuramente ha rallentato i lavori in Malesia, almeno nel primo giorno; e si parla (voci non confermate) di una ricaduta nel periodo dei test di Phillip Island. La stanchezza ovviamente è inclusa nel pacchetto malattie varie ed eventuali, ma va anche a braccetto con l’età, soprattutto in un periodo storico in cui gli avversari hanno poco più della metà dei suoi anni e la costanza fisica è diventata fondamentale. Esaurite le chiacchiere da bar poi bisogna analizzare i dati. A Phillip Island ha chiuso in 11° posizione, non un buon risultato, ma la mole di lavoro portato in pista è stato incredibile: confronti, set up e messe a punto hanno portato via molto tempo e probabilmente anche l’occasione di mettersi in mostra. Si sa, Rossi è un perfezionista, e finché non riesce a trovare il giusto compromesso è molto difficile che riesca ad essere competitivo. Dal punto di vista tecnico, la Yamaha si aspettava di scegliere il telaio finale proprio sulla pista di Phillip Island, ma per voce dello stesso Massimo Meregalli, la scelta è stata rinviata in occasione dei test in Qatar.
Honda: nuovo motore, completamente rivisto e riprogettato rispetto al 2016, passaggio da screamer a bing bang e abbandono dell’albero controrotante. Queste le principali novità sotto la carena della RC13V, sopra invece, quasi nessuna sorpresa: Marc Marquez continua a martellare e a far paura, e anche se a fine test afferma che manca ancora qualcosa, sicuramente è tutta un’altra storia rispetto allo scorso anno. Il campione del mondo in carica è l’uomo da battere; passo gara semplicemente mostruoso, c’è poco da commentare. Se la Honda riuscirà a risolvere il problema che toglie la serenità al pilota di Cervera si rischia un 2014 bis.
L’altra metà del box non festeggia, ma sicuramente lascia l’Australia con un accenno di sorriso. Dani Pedrosa, fermato il secondo giorno da una forma influenzale è riuscito a chiudere i test in terza posizione, a meno di 2 decimi dal compagno di squadra. Il 26# è pilota che sicuramente mette in luce quali sono attualmente i reali valori e i limiti della Honda e, insieme a Cal Crutchlow, 5°, mettono in mostra il grande potenziale che ha la moto. Un bilancio sicuramente positivo quello della casa dell’ala dorata che, con 4 moto su 4 nella top 10, si avvia ad iniziare la stagione con molta più serenità rispetto allo scorso anno.
Ducati: ottima a Sepang, in difficoltà a Phillip Island. La pista australiana non mette in evidenza i punti forti della moto di Borgo Panigale, anzi, ne accentua i “problemi”. Il nuovo arrivato, Jorge Lorenzo, come fatto anche sulla pista malese, impiega un po’ di tempo prima di riuscire a adattarsi alla moto come vorrebbe, le difficoltà in percorrenza curva, punto forte del maiorchino, non gli danno fiducia e gli impediscono di guidare al meglio delle sue capacità. Le difficoltà sul giro secco sono accentuate anche nel passo gara, lento rispetto alla vetta della classifica. L’aver chiuso a soli 94 millesimi dal compagno di squadra e aver tolto più di secondo rispetto al primo giorno sono sicuramente fattori che daranno fiducia al maiorchino.
Andrea Dovizioso chiude i test senza infamia e senza lode, il lavoro da fare sulla Ducati è ancora molto, ma il costante miglioramento indica che la strada scelta al momento sia quella giusta. Uno dei grandi ostacoli che si è ritrovata ad affrontare la Ducati è stato sicuramente la messa al bando delle alette, grazie alle quali, secondo Dovizioso, la moto era molto più stabile e guidabile. Non ci rimane altro da fare se non aspettare e vedere cosa stanno escogitando alla galleria del vanto di Borgo Panigale per porvi rimedio.
Suzuki: Iannone e Rins, il primo al debutto su una moto non uscita da uno stabilimento bolognese, l’altro al debutto assoluto in MotoGP; entrambi efficaci e veloci. Sulle capacità del pilota di Vasto non c’erano molti dubbi, inoltre, il passaggio da una moto difficile e fisica come la Ducati ad una più “semplice” e maneggevole come la Suzuki, dovrebbe avergli reso la vita leggermente più facile. La bontà della moto di Hamamatsu si vede anche tra le mani del compagno, Alex Rins, che ha chiuso al sesto posto i test australiani. L’italiano però può vantare un passo leggermente migliore rispetto al compagno di squadra, anche se lo spagnolo si è detto pienamente soddisfatto del lavoro svolto nella tre giorni. La Suzuki, inoltre, è stata una delle poche case a mostrare le nuove carene. In teoria ancora non è sicuro il loro utilizzo e la loro regolarità, infatti, sembra che, a differenza di Yamaha, la carena della GSX-RR non sia stata fatta ancora controllare dal responsabile della federazione.
Aprilia: continua il lavoro senza sosta della casa di Noale per portare la RS-GP nelle posizioni che merita; pian piano sembra arrivarci, almeno con Aleix Espargarò che ha chiuso i test in 10° posizione. In ombra il compagno di squadra, Sam Lowes, che paga l’irruenza che lo ha sempre contraddistinto. Il miglioramento rispetto allo scorso anno è evidente, e anche da un test all’altro il contino sviluppo e il lavoro senza sosta sta dando buoni risultati. In Australia c’è stato il debutto anche della nuova carena, con un concetto diverso rispetto a quanto visto finora, da verificare su piste con lunghi rettilinei si dimostrerà più uno svantaggio che un vantaggio.
KTM: tanto lavoro da fare ma altrettanto già fatto per la casa austriaca. La wild card a Valencia di fine 2016 è ormai un lontano ricordo, nonostante gli avversari sono ancora piuttosto lontani a ogni sessione di test le distanze si accorciano. Ovviamente nessuno si aspetta miracoli, e come già dimostrato da: Suzuki prima e Aprilia dopo, raggiungere la vetta è una strada lunga e spesso anche frustrante. Gli obiettivi però sono chiari sia da parte del team che del main sponsor: vincere il mondiale il prima possibile. Sono previsti aggiornamenti importanti per i test a Losail, vedremo se con le novità riusciranno a raggiungere almeno la zona punti.
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…l’età, la stanchezza, l’influenza…magari tutte e tre le scuse ahahahahahahahahahahah!!!
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Secondo me è anche il peso delle corna che gli ha fatto la sua ex con alonso
Hahahahahaahahahahahaah
Hahhahahahahahahhahhaahahahha ripigliatevi cerebrolesi!! Skarto pensavo fossi morto….Purtroppo mi sbagliavo! O per caso sei tu scorreggia? hai ereditato le credenziali dall’OPG?