All’orizzonte importanti modifiche nel regolamento WorldSuperbike
Carmelo Ezpeleta vuole riportare le derivate di serie "all'idea originale"
Il fatto che il Campionato Mondiale Superbike sia da ormai un po’di tempo in crisi di attenzione mediatica e di pubblico, con il dominio Kawasaki, la solita Ducati a inseguire e grandi case come Yamaha, Honda, Aprilia e BMW che impegnano fondi a corrente alternata, è ormai sotto gli occhi di tutti.
Per porre rimedio a questo calo di interesse e di investimenti, Carmelo Ezpeleta, patron di Dorna, la società che organizza il Campionato, avrebbe in programma una serie di modifiche sostanziali nel regolamento, mirate a un “ritorno alle origini” per le derivate di serie.
Riportiamo qui di seguito le dichiarazioni rilasciate a Bikesportnews.com.
“In questo momento le Superbike sono molto più prototipi che moto di produzione e questo non è più possibile. In passato la Superbike è stata concepita come campionato che ha voluto competere con la MotoGP, ma questo non funziona. Non puoi competere con la MotoGP, e dobbiamo tornare all’idea originale.”
Il patron Dorna crede che il Campionato WorldSuperbike sia più popolare oggi che in passato ma per continuare così il regolamento tecnico deve cambiare, e una proposta sembra già sul tavolo: “La proposta non riguarda solo l’introduzione della centralina elettronica uguale per tutti, è più complessa. La cosa più importante è che tutti i team sono d’accordo di adattare le regole della Superstock1000 alla Superbike a poi introdurre la centralina unica” – ha continuato Carmelo Ezpeleta – “Una cosa è chiara, ovvero il fatto che il Campionato Superbike è per le moto derivate dalla produzione, punto. Per anni questo non è stato rispettato e vediamo quali sono i risultati. Qual è l’idea dietro questo campionato? Un cliente che compri una Superbike potrà utilizzarla solo in pista, perché è un modello molto sofisticato. Se invece potesse comprare una moto il quanto più possibile vicina a quelle che competono in Superbike, per lui potrebbe essere molto interessante fare un paragone tra le sue performance e quelle dei suoi idoli in pista. Potrebbe dire: guarda, su questa pista il mio giro è 20 secondi inferiore a quello di Jonathan Rea. Questo è il target”.
Staremo a vedere cosa si deciderà di fare per cercare di salvare un Campionato che negli anni ’90 era addirittura più seguito della Classe 500 (l’attuale MotoGP): serve la volontà di Dorna, quella delle squadre ma serve soprattutto l’impegno delle case costruttrici.
Ad oggi solo Kawasaki e Ducati hanno un team ufficiale e sono impegnati concretamente nel Campionato, mentre le altre destinano qui solo una parte del loro impegno, privilegiando MotoGP o altri settori/categorie.
Per creare più competitività in pista sarebbe importante anzitutto partire da qui, cercando il più possibile di uniformare l’impegno delle case, ma per fare questo, ancora, Dorna si deve mettere in prima linea come avviene nella MotoGP, creando appeal per i costruttori.
Questo Campionato, complici anche gli inevitabili episodi in pista, ha preso ormai la strada di Kawasaki ed è appeso alle prestazioni di Tom Sykes, l’unico che ancora sulla carta può togliere il titolo a Jonathan Rea.
Bisogna lavorare molto se non si vuole che anche l’anno prossimo il titolo si assegni a nemmeno metà stagione, con l’inevitabile calo di interesse di pubblico, sponsor e media.
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