Al Mugello la denuncia di Motociclisti Incolumi
Domenica 6 Giugno, all’autodromo del Mugello, in occasione della VI prova del “Motomondiale” ci sdraieremo sull’erba alla Casanova Savelli (15 minuti prima di ogni gara: 125, 250 e MotoGP).
Tutto questo per ricordare il numero di motociclisti (oltre 1.500) che ogni anno muoiono in Italia per strade ed infrastrutture che, mentre nel resto d’Europa (Spagna, Francia, Germania ) sono riconosciute come pericolose e quindi eliminate, da noi vengono ancora installate per rimanere pericolosamente nel futuro e fare vittime, fra automobilisti e soprattutto fra motociclisti.
Partecipa insieme a noi e aiutaci a rendere più sicure le strade italiane… fallo soprattutto per te !!! Il mondo motociclista, da troppo tempo subisce le incompetenze degli organi costruttori e dei progettisti in ambito di sicurezza stradale. Ogni nuova strada che viene costruita ed “assemblata” segue i criteri studiati in epoche oramai lontane dalla realtà moderna, mentre la manutenzione degli apparati di sicurezza già esistenti riporta ad uno stato di quasi impotenza in caso di incidente stradale. Sostituzione di sbarre piegate dopo urti violenti, riparazione di buche create dal gelo invernale e dal peso dei TIR, sistemi di rallentamento come dossi artificiali o rotatorie che deviano la traiettoria dei mezzi senza rallentarne la corsa, segnaletica verticale posta in luoghi dove l’unico vero pericolo, in caso di uscita di strada, è il cartello stesso, tutto resta costantemente inadeguato e scarsamente manutenuto (nel tratto di S.S. Cassia, tra S.Quirico d’Orcia e Radicofani, dove svolgo la mia attività di medico – commenta Marco Guidarini – con Siena 118, in meno di un anno sono morti due giovani motociclisti per aver urtato, in seguito ad una banale scivolata, un segnale di pericolo generico posto all’esterno della curva, oltre c’erano solo campi di grano – l’unico pericolo era il segnale!!!). Anche personaggi conosciuti, e campioni del motociclismo sono stati vittime di queste strade costruite senza alcun criterio di sicurezza ma solo seguendo la logica del risparmio (Maria Bisceglia, Carlo Talamo, Sergio Dal Maso e molti altri).
Questi ed altri problemi stradali fanno in modo che ogni anno aumenti il numero di morti e di invalidi permanenti tra gli utenti, i motociclisti (in proporzione) prima di tutti. Nel 2001 sono stati venduti altri 388.057 ciclomotori, di cui 263,409 scooter. In Italia ora circolano circa 7 milioni di ciclomotori (fino a 50 cc di cilindrata) e 3 milioni tra scooter e motocicli di cilindrate superiori. Il bilancio tra gli incidenti sulle due ruote, secondo Sicurstrada e Asaps, conta 1.614 morti e 79.490 feriti ogni anno ed è inaccettabile il modo in cui la società “moderna” continui con la sua politica del “risparmio” la dove esiste un problema che causa ogni anno più decessi della guerra in Iraq che, al contrario, è apparsa (giustamente) come uno sterminio di innocenti. La progettazione dei sistemi di sicurezza attiva quali tute, caschi, sistemi di frenata e gomme, hanno raggiunto livelli di affidabilità impensabili fino a pochi anni fa, ma tutto questo non è sufficiente a garantirci sicurezza. Un quesito interessante potrebbe essere questo: perché gli operai che lavorano sulle strade devono “indiscutibilmente” applicare tutte le norme descritte dalla legge 626, quando nello stesso momento stanno creando un pericolo molto più grave di quello che potrebbe essere lo spigolo vivo della cassetta degli attrezzi ? Quale criterio porta un politico a pensare che sia sufficiente “inventarsi” un limite di velocità di 30 Km/h su strade cittadine quando sarebbe molto più producente riparare le buche e creare la giusta organizzazione urbanistica ? Non possiamo continuare ad accettare questa “sufficienza” nel porsi il problema “vittime della strada”, è ora che qualcuno si metta una mano sulla coscienza e legga i documenti che certificano le percentuali di mortalità sulle strade e studi le relative cause. Se non trovano questi documenti (non esistono) si chiedano se hanno mai effettivamente preso in considerazione la possibilità di diminuire drasticamente il numero delle vittime oppure se si tratta di una strategia per “creare nuovi posti di lavoro”. Quello che chiediamo è l’applicazione di guard rail con protezioni a stretto contatto con l’asfalto, in grado di proteggerci dall’urto con i paletti di sostegno nella loro totalità, che spesso sono il male maggiore in caso di scivolata; chiediamo la realizzazione di rotatorie alla francese dove ogni senso di marcia percorra in direzione centrale alla rotonda stessa anziché in direzione tangente ad essa; chiediamo la creazione di un organo di controllo avente il compito preciso di rilevare e studiare i rischi di incidente dovuti alla scarsa sicurezza delle strade, progettando le soluzioni più adeguate ad ogni singolo problema. Solo con provvedimenti mirati possiamo sperare in un miglioramento delle condizioni stradali. Per fare questo c’è bisogno innanzitutto di un modulo scritto per prendere coscienza ad ogni incidente delle effettive cause dello stesso, proprio come si fa nel concorso di colpa tra gli automobilisti. I fattori in uno scontro dipendono spesso da cause non dipendenti dai guidatori, ma questo non viene mai preso in considerazione…. perchè ?
L’A.M.I. (Associazione Motociclisti Inc… Olumi) si prefissa i seguenti obbiettivi:
Strade ed autostrade meno rischiose (adeguate a tasse di circolazione e pedaggi pagati)
Diffusione dei corsi di guida in pista e su strada (per scooter, moto, auto) finalizzati alla sicurezza stradale.
Promuovere la costruzione di più circuiti da poter frequentare a prezzi accessibili.
Attendiamo la collaborazione di tutti i motociclisti che conoscono, più di ogni altro, le insidie delle nostre strade
Durante la manifestazione sarà possibile iscriversi alla nostra Associazione
Per info e chiarimenti: Associazione Motociclisti Inc… olumi. ONLUS
Sito internet http://www.motociclisti-incolumi.com
EMAIL info@motociclisti-incolumi.com
Presidente dott. Marco Guidarini 3283074089
marco.guidarini@motociclisti-incolumi.com
Motociclisti-incolumi.com
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