2003, l’anno nero del motociclismo…. ci lascia anche Steve Hislop….

Il 2003, anno nero del motociclismo

Da Kato a Hislop, quante tragedie
Il motociclismo è in lutto in quello che si sta rivelando l’anno nero delle
due ruote. La morte di Steve Hislop, avvenuta in seguito a un incidente con il
suo elicottero, precipitato in Scozia, è soltanto l’ultima di questo 2003
iniziato con la scomparsa di Daijiro Kato e proseguito con l’incidente di David
Jefferies al Tourist Trophy. Nel mezzo anche la tragedia del forte crossista tedesco
Pit Beirer, rimasto paralizzato dopo una caduta in gara.

Sono passati soltanto quattro mesi dallo scorso aprile quando a Suzuka, nella
gara d’apertura della classe MotoGP, Daijiro Kato, il più talentuoso
dei piloti nipponici del Motomondiale, andava a schiantarsi contro il muretto
di protezione all’ultima chicane. Terribili le conseguenze riportare dal
pilota della Honda. Tanto terribili che dopo due settimane appeso al filo di una
flebile speranza, il 19 aprile, Kato, classe 1976, una moglie e due bambini piccoli,
si è spento per sempre in un ospedale di Tokyo lasciando attonito tutto
il grande circus della moto.

Nemmeno due mesi più tardi, gli appassionati hanno pianto la scomparsa
di David Jefferies, deceduto lo scorso 29 maggio durante il mitico e terribile
TT di cui era stato nove volte vincitore. Poco conosciuto dal grande pubblico,
l’inglese era una delle stelle di prima grandezza del panorama britannico
e il suo nome resterà per sempre legato al Tourist Trophy, la pericolosissima
corsa dell’Isola di Man, dove Jefferies è stato il primo uomo a
superare la media sul giro dei 200 km/h.

Stessa sorte per una altro grande del Tourist Trophy, il veterano Steve Hislop,
41 anni, campione in carica della Superbike che aveva infiammato le folle d’Oltremanica
rivelandosi come uno dei piloti più amati dai fan britannici. Fan che
solo due anni fa avevano perso l’eroe degli eroi: Joey Dunlop. Il più
grande centauro inglese delle gare su strada, morto nel 2000. Un fuoriclasse
e un uomo amatissimo tanto che il nostro Roberto Rolfo da ormai due stagioni
scende in pista in occasione del Gran Premio di Gran Bretagna con il casco che
ricalda fedelmente quello giallo usato dallo sesso Dunlop in tutto l’arco
della sua carriera.

Ma non sono stati soltanto i piloti della pista ad aver pagato un forte tributo
alla loro passione. A giugno, infatti, durante il GP di Bulgaria di motocross,
Pit Beirer, combattente pilota tedesco della KTM, è rimasto paralizzato
dopo una caduta nella gara della classe MXGP. Una tragedia a cui ‘Pit Bull’
ha saputo rispondere con la solita grinta e determinazione, pronto ad affrontare
una nuova vita.

Difficile dire adesso se si tratti soltanto di drammatiche coincidenze. Di
sicuro lo sport dei motori è da sempre legato al rischio e i suoi protagonisti
lo sanno. Se poi valga davvero la pena mettere a rischio la propria vita per
l’adrenalina di una vittoria, beh, questo è tutto un altro discorso.
Ma non c’è pilota che non lo sappia e per questo merita rispetto.

Fonte: Tgcom.it

Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in MotoGP

Lascia un commento

You must be logged in to post a comment Login

Articoli correlati

MotoGP | Gp Malesia, Acosta: “Siamo in forma”MotoGP | Gp Malesia, Acosta: “Siamo in forma”
MotoGP

MotoGP | Gp Malesia, Acosta: “Siamo in forma”

"L'obiettivo di questo fine settimana rimane lottare per il podio" ha aggiunto il rookie spagnolo
MotoGP Gp Malesia KTM GASGAS – Alla vigilia del Gran Premio della Malesia, Pedro Acosta esprime entusiasmo e determinazione, forte