Phillip Island – 250 cc – Pedrosa, cronologia di un fenomeno


Diciannove anni, due titoli iridati già portati a casa. Cronologia di un fenomeno, cronologia di un talento trovato in una selva di presunti campionissimi. Daniel Pedrosa, 19 anni di Sabadell, è il nuovo titolato della 250cc, grazie alla sua Honda RSW, grazie ad Alberto Puig, ma grazie soprattutto alla sua forza e determinazione da talento puro.
Per il secondo anno consecutivo nella 250cc vige la regola del debuttante: dopo Manuel Poggiali è Dani Pedrosa a conquistare il trionfo da “novizio” della quarto di litro, ma questa volta con una superiorità disarmante, nonostante le nove pole position di Sebastian Porto, nonostante gli attacchi dell’Aprilia, che non voleva/poteva perdere il titolo nel proprio feudo.
Torna così a vincere la Honda, che deve dire grazie a Pedrosa, un campioncino da tenere sotto osservazione per il prossimo futuro. Non immediato, perché Dani, spagnolo che passa la vita a guardare gli amati Simpson, resterà in 250cc anche nel 2005, per maturare ulteriormente, apprendere, studiare e confermare il proprio potenziale. Le parole di Valentino Rossi “Per il futuro vedo come campione Daniel Pedrosa, anche se ha un carattere completamente diverso” suonano come coronamento di una stagione fantastica, partita in ritardo nei test invernali, complice il brutto infortunio a Phillip Island quando nel 2003 aveva già conquistato il titolo della 125cc.
Proprio a Phillip Island si riprende quanto gli è stato tolto, con gli interessi di chi sa il fatto suo, di chi vuole lasciare il segno in ogni categoria alla quale prende parte. Mentalità da campione, professionismo che abbina talento all’impossibilità di sbagliare. Un ruolino di marcia impressionante: sei successi, uno solo zero in campionato, nel diluvio di Jerez. Quanti possono dire di aver fatto altrettanto negli ultimi anni? Quanti hanno affrettato così tanto i tempi di ingresso nell’elite del motociclismo?
Grande il…piccolo Daniel Pedrosa, e il suo scopritore, Alberto Puig. Lo ha messo in sella selezionandolo tra centinaia di baby-motociclisti, alla tenera età di 13 anni, quando “non si reggeva in piedi”, quando, narra la “leggenda”, è caduto da fermo al box di Valencia. Sono passati sei anni da quel tremendo debutto: o è un robot, o è uno dei pochi veri talenti che si trovano nel motociclismo.
La Spagna punterà su di lui nel futuro, su di un ragazzo che nel 2000, ad Albacete, ha rischiato davvero di fermare la sua carriera per un bruttissimo crash. Non si è lasciato andare,è ripartito da zero, imparando nella stagione successiva da Toni Elias, suo compagno di squadra in 125 che quest’anno lo ha praticamente umiliato, con la stessa Honda RSW 250 ufficiale. La forza di Pedrosa è la determinazione, la capacità di martellare i tempi con una frequenza spaventosa, senza che nessuno riesca a inseguirlo. Difficilmente vince in volata, difficilmente adotta tattiche rischiose: Pedrosa, quando è in forma e sa di poter vincere, parte, saluta tutti e se ne va, chi si è visto si è visto. Così facevano i grandi campioni del passato, come Mike Doohan, ma anche Angel Nieto, un altro spagnolo pluricampione nelle classi “minori”.
Dani Pedrosa, a 19 anni, sa di avere una carriera splendida davanti a sé. Nella prossima stagione resterà naturalmente in 250, ma c’è già una Honda Moto Gp che lo attende per il 2006. Daniel Pedrosa ricorda molto, non solo per i colori, quel Daijiro Kato che ha stupito tutti nel 2001. Come Kato ha la determinazione, coraggio e velocità pura, ma anche un certo disagio sul bagnato. Più di Kato ha forza negli scontri diretti, nei duelli, dote che si prende esclusivamente correndo in 125 o in classe più combattute. Meno di Kato ha forse la velocità sul giro singolo in prova, qualità che non è essenziale nel motociclismo odierno.
Daniel Pedrosa è campione del mondo per proprie capacità: ingiuste e inappropriate le denunce da parte della concorrenza, convinta di aver perso solo grazie a un regolamento (quello dei pesi moto più pilota) che facilita i 48 kg di Daniel Pedrosa per 158 cm di altezza. Non è grazie al peso minuto dello spagnolo che si vincono due titoli: si vince soltanto per il “peso” del polso destro…
Alessio Piana
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