MotoGP Yamaha: Quando un punto di forza diventa il punto debole

Rossi Vs Vinales, 2016 Vs 2017. Analisi sui problemi che affliggono la moto di Iwata

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MotoGP Yamaha analisi – Ormai è risaputo, la nuova Yamaha M1 soffre in condizioni di basso grip. E’ stato così a Jerez ed è stato così anche a Barcellona. Ma da cosa è dovuto questo problema? La nuova Yamaha M1 è stata progettata in modo da essere meno aggressiva possibile sulle gomme cercando di far diventare il punto debole della versione 2016, la gestione delle gomme, il punto di forza della nuova moto. Ma le cose non sono andate esattamente così; o meglio, quello che fa è esattamente quello che deve, basti vedere la gara di Le Mans, durante la quale abbiamo potuto fare un confronto diretto tra vecchia e nuova M1. In quell’occasione, Johann Zarco sulla Yamaha 2016 esattamente a metà gara ha iniziato un lento ed inesorabile rallentamento, mentre, Maverick Vinales e Valentino Rossi, con la nuova moto hanno potuto spingere e mantenere gli stessi tempi per tutta la durata della gara. Il problema è che tale rendimento lo ha ottenuto nella condizione particolare di alto grip, mentre, nell’altrettanto particolare condizione opposta la moto diventa ingestibile.

In condizioni di basso grip la moto dalla casa dei tre diapason, mangia letteralmente le gomme. Questa cosa può sembrare un paradosso, in realtà si può facilmente spiegare pensando semplicemente che in tali condizioni, in particolare, il posteriore scivoli facilmente; andando in questo modo a innalzare la temperatura della gomma e “strappandola”. All’anteriore la cosa simile, i piloti in entrambe le occasioni hanno parlato di sottosterzo. Questo porta la moto ad allargare la traiettoria, e obbliga i piloti ad aumentare l’angolo di sterzo, aumentando in questo modo anche le forze laterali sulla gomma; condizione che porta all’usura.

Ma dove è il problema? Evitando di tirare fuori complotti e complottini, con gomme e gommini, si possono ipotizzare alcune delle cause di questi problemi. In realtà la questione è molto complicata, altrimenti avrebbero già trovato la soluzione, e ha radici che partono sin dalla nascita di questa M1. Il tentativo di creare una moto che “salvasse” le gomme ha portato alla creazione di una moto dalle dinamiche molto complesse, che , evidentemente non si stanno rivelando efficaci in condizioni simili. Si può cercare di spiegare qualcosa dividendo gli scarsi risultati in due grossi problemi: il sottosterzo, e lo spinning.
Partendo dal primo, ovviamente rimanendo sempre nel campo delle ipotesi, può essere causato da un “errato” bilanciamento dei pesi, cosa che, non è facilmente risolvibile. La massa principale all’interno della carena è il motore, e andare a lavorare sul bilanciamento può essere fatto solo fino entro un certo limite. Limite che vien e poi ripreso anche dalle parole dei piloti Yamaha quando dicono di aver tentato tutti i settaggi possibili senza aver il ben che minimo miglioramento. Tra i due piloti ufficiali, quello che soffre meno di questo problema è Vinales, che probabilmente per stile di guida, richiede un carico all’anteriore minore rispetto al compagno di squadra, e questo aiuta a salvare la gomma. L’unico modo per risolvere il problema è rifare il telaio da zero, e andare a spostare o ruotare il motore.

Il secondo grosso problema è lo spinning, che in realtà è direttamente collegato al primo punto. La M1 ha un bilanciamento dei pesi che porta ad avere un avantreno molto carico, ma riesce ad ottenere una buona trazione grazie alla particolare struttura di collegamento del forcellone, che genera un grande carico. Il problema però più grande arriva quando il grip diventa troppo basso. In quel caso l’elettronica e la presa della gomma diventano fondamentali, senza di esse il carico generato dalla struttura diventa pressoché inesistente. In gara, poi, quando l ruota inizia a “spinnare” , non raggiunge la temperatura di esercizio, ma va in overrating, (si surriscalda) solo nella parte superficiale, andando a inficiare con la normale capacità della gomma di fare presa. Quando ciò accade difficilmente si riesce a riportarla la gomma alla condizione iniziale, e anzi, con il passare dei giri il problema andrà a peggiorarsi.

La soluzione a questo problema non è facile da trovare. Come abbiamo visto a Barcellona, le Yamaha hanno anche cercato di evitare lo spinning andando a tagliare elettronicamente la cavalleria. E la domanda adesso sorge spontanea, non si sono accorti del problema in fase di progetto? In teoria si, ma vedendo gli ottimi risultati che riusciva ad ottener Vinales con la moto, forse hanno sottovalutato il problema. Problema che già esisteva da Valencia e fatto notare si da subito da Rossi. Però perché solo Rossi ha sofferto dall’inizio di questo problema e invece Vinales solo in casi particolari? Tornando nel campo delle ipotesi, probabilmente Vinales utilizza un settaggio di elettronica completamente diverso da Rossi, che tende a tenere più imbrigliata la cavalleria, mentre Rossi tende a gestire più a “polso” .

In fine, la soluzione studiata dalla casa dei tre diapason è tecnicamente incredibile, e parlare di un ritorno alla vecchia moto non ha molto senso, visto che questa in teoria è molto superiore. Va solo migliorata, cosa più facile a dirsi che a farsi.
Come già anticipato durante i test Irta verranno provati 2 nuovi telai, che come anticipato in conferenza stampa da Valentino Rossi, dovrebbero avere un bilanciamento dei pesi leggermente diverso. Solo la pista ci dirà se gli ingegneri di Iwata abbiano trovato la soluzione del problema, cosa che ovviamente sperano Rossi e Vinales.

Foto di Alex Farinelli

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2 commenti
  • Raphael ha detto:

    “… i piloti in entrambe le occasioni hanno parlato di sottosterzo. Questo porta la moto ad allargare la traiettoria, e obbliga i piloti ad aumentare l’angolo di sterzo…”
    Ok, la ruota scivola e si surriscalda, ma se piloti sono piloti in sottosterzo non dovrebbero aumentare l’angolo di sterzo, altrimenti sarebbero autisti (o in questo caso motociclisti della domenica)

  • Ronnie ha detto:

    Su piste con basso grip è inutile correre con questa moto, allora piuttosto gli conviene usare la 2016 o una moto con un telaio e un bilanciamento specifico per quelle caratteristiche.

    Comunque è palese che il problema è causato dal tipo di pneumatico portato da Michelin per le condizioni di basso grip.

    La Ducati funziona meglio in quelle condizioni come anche la Honda perché non curvano nello stesso modo della Yamaha, usano le gomme in modo diverso, e l’elettronica di Ducati mi sembra veramente molto buona. E’ stata migliorata molto e Dovizioso è quello che sa preservare meglio i pneumatici rimanendo sempre nei limiti di sfruttamento, almeno questo si è visto nelle ultime 2 gare. Molta regolarità da parte sua e una buona elettronica nel gestire la potenza.

    Anche perché la logica vedrebbe la Ducati tra la più in difficoltà dato che ha sempre mangiato le gomme, e ha sempre avuto troppa potenza, e invece ora è quella che ha meno spinning e più costanza in certe gare. E’ davvero strano…

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