MotoGP: Intervista esclusiva a Giampiero Sacchi, #1 di Came Iodaracing Team

Il manager ternano ci ha parlato dell'inizio di stagione e del futuro delle CRT

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Siamo qui a Le Mans (quarto appuntamento del motomondiale 2013) con Giampiero Sacchi, direttore generale di Iodaracing Team. Giampiero, qual’è il bilancio di questa prima parte di stagione?

“Fin quando non vinci i bilanci sono negativi. Siamo qui tutti quanti con l’idea e il desiderio di arrivare a vincere, non si partecipa alle gare per il piacere di partecipare; c’è da dire che l’analisi per quanto riguarda la partecipazione alla MotoGP è abbastanza positiva, perchè lo sviluppo che stiamo facendo con il motore BMW e la gestione e l’elettronica con la Magneti Marelli, devo dire che sta dando i primi frutti, si stanno vivendo i primi passi di una cosa tanto complicata come quella della gestione elettronica.

Per quanto riguarda la Moto2 ci aspettavamo di più, probabilmente in termini assoluti dei risultati. Non si può credere alla fortuna o alla sfortuna, c’è però da dire che il pilota (Johann Zarco) non sia stato particolarmente fortunato nella gestione delle qualifiche, sia ad Austin che a Jerez; in gara invece ha fatto delle belle rimonte. Certo un bel risultato aiuterebbe sia lui che il team per avere un iniezione di fiducia per questa parte della stagione.”

Il lavoro che state facendo con la Magneti Marelli potrebbe darei suoi frutti il prossimo anno?

“Innanzitutto aspettiamo che esca il nuovo regolamento e che quindi sia tutto obbligatorio. Se non avessimo pensato questo, non avremmo investito tante risorse e tanti soldi, tante risorse umane e tanto lavoro. Dell’elettronica è molto facile parlare e difficile capire; sono tante combinazioni che vanno inserite per far “parlare” la centralina con tutte le varie funzioni del motore. Per esempio, con la moto inclinata in un certo modo, la centralina deve rispondere ad una certa maniera, deve leggere la sua inclinazione, deve dire quanto gas si può aprire prima di “ribaltarsi”, ci sono tutta una serie di parametri la cui gestione è complessa al massimo livello. Certo è che se tutti saranno obbligati ad utilizzare questa elettronica, un minimo di vantaggio ce l’avremo.”

Il nuovo pneumatico Bridgestone costruito appositamente per le CRT vi sta aiutando?

“L’anno scorso i distacchi con i protitipi erano molto più ampi; oggi vediamo le CRT e vedrai che dall’anno prossimo non ci sarà più questa denominazione. Ad oggi regolarmente alcune CRT si inseriscono nelle prime dieci posizioni, quindi questi distacchi abissali che ci potevano essere non ci sono più. Mi ricordo i commenti disfattisti dello scorso anno che “dipingevano” le CRT addirittura come pericolose, gente che non sa niente di corse, che parla perchè ha il piacere di urlare di più sperando di essere sentito.

Lo sviluppo è stato invece costante e forte, ci sono aziende e industrie che hanno investito milioni e milioni ed è chiaro che una gomma più performante ti può far guadagnare da sola un secondo, quindi più si “aiuteranno” queste moto, più si avvicineranno nelle prestazioni.

Ad oggi se mettessimo un Top Rider su una CRT dove potrebbe arrivare?

“Su questo argomento ognuno ha la sua idea, è come se fossimo al bar. Però se ragionevolmente dobbiamo riconoscere ai vari Pedrosa, Valentino (Rossi, ndr), Lorenzo, Marquez una superiorità per cui sono valutati milioni di euro, invece che dover trovare degli sponsor per correre, è ovvio che un minimo di differenza gli e la accreditiamo. Sicuramente in circuito tipo Jerez o tipo qui (Le Mans) dove i distacchi saranno nell’ordine dei due secondi, due secondi e mezzo, se togliessimo un secondo con il pilota è ovvio che tutta questa tutta vituperata differenza tecnica andremmo a vedere che non ci sarebbe.”

Una nota di colore, abbiamo notato che da questa gara le moto hanno cambiato la livrea, come mai questa decisione?

“E’ stata una necessità che abbiamo avuto perchè in Moto2 c’erano praticamente sette/otto moto che erano praticamente tutte uguali alla nostra. Noi non avevamo tanta voglia di cambiare e rivoluzionare, ma mentre l’anno scorso la nostra moto si “vedeva” ed era facile distinguerla, quest’anno era difficile riconoscerla. La nuova livrea tra l’altro è molto bella e spero che lo sia anche in TV.”

Ringraziamo Giampiero Sacchi per l’intervista concessa a MotoGrandPrix.

Foto: Alex Farinelli

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