MotoGP | Intervista esclusiva a Freddie Spencer: “Marquez non ha bisogno di cambiare team per dimostrare qualcosa”

In occasione del Roma Motodays abbiamo parlato con il tre volte campione del mondo, dalle leggende sul suo conto fino ai progetti futuri, un'intervista a 360°

MotoGP | Intervista esclusiva a Freddie Spencer: “Marquez non ha bisogno di cambiare team per dimostrare qualcosa”MotoGP | Intervista esclusiva a Freddie Spencer: “Marquez non ha bisogno di cambiare team per dimostrare qualcosa”

In occasione della decima edizione del Roma Motodays, abbiamo intervistato Freddie Spencer, tre volte campione del mondo.

Il pilota americano, presente alla manifestazione come testimonial ha presentato allo stand Arai due nuovi caschi per celebrare i 40 anni di rapporto con la Casa di Ohmiya.

Partiamo proprio da questi due caschi e dal rapporto con Arai

“La mia relazione con Arai è iniziata 40 anni fa. E’ stato il mio primo contratto in assoluto. Sin dall’inizio sono rimasto colpito dal comfort offerto da questo casco. A livello personale sono molto legato a questo marchio. Come già detto è stato il mio primo contratto da professionista. Nel primo anno venivo pagato da Arai 225 dollari al mese, paga che mi permise di comprare la mia prima macchina a 16 anni. Il design del nuovo casco è molto simile a quello che utilizzavo nel primo anno da professionista. Quello rosso è molto importante per me perchè con è identico a quello che indossavo quando vinsi le mie prime gare. L’altra versione è invece una riedizione del 1979, denso di significato per me con il quale ho battuto molti piloti. “


Ci sono alcune leggende che circolano sul tuo conto, in particolare quella della tua capacità vedere in maniera diversa rispetto agli altri piloti. Ci puoi raccontare cosa c’è di vero?

“Quando ho cominciato a guidare da bambino, sapevo che la vista sarebbe stato un mio grande problema e quindi da bambino ho sviluppato una particolare abilità. Posso ancora chiudere gli occhi, e sentire la sensazione del cambio di temperatura o guardare in alto e riuscire a percepire in tempo che cambia. Io penso che le persone abbiano più di quello che vedono, basta prestare attenzione. Io ho utilizzato questa cosa quando correvo e questo mia ha aiutato.”

Quindi in sostanza non è una leggenda?

“Bhe, da piccolo pensavo che tutti potessero fare questa cosa, ma è giusto un’abilità che ho sviluppato. Penso che ci sia una ragione. Penso ogni persona abbia un dono che gli è dato dall’universo. Io sono una persona che crede nella spiritualità e nella fede, ma non nel senso religioso, più dal punto di vista delle esperienze. Quindi sì, io so di avere questo dono, come penso che le persone possano averne altri, ma richiede lavoro e dedizione per riuscirlo ad usare. Guidare una moto è un insieme di sensazioni e queste le senti dentro di te.”

Tu sei stato l’inventore dell’attuale stile di guida. Pensi che Marquez stia utilizzando quello che hai fatto tu e lo abbia in qualche modo fatto evoluto?

“Assolutamente sì. Basta vederlo in ingresso curva come riesce ad avere il controllo della moto. L’abilità, in sostanza, è come riesce ad impostare il movimento della moto, un po’ come facevo io. Praticamente lui ha sviluppato quello che facevo io, porta la moto dentro e, facendola scivolare ancora prima che questa raggiunga i massimo angolo di piega, fa la curva. E’ questa abilità, questa fiducia che hai nei confronti della moto e sai che andrà tutto bene. E’ qualcosa che impari da bambino, io l’ho fatto con la dirt bike. Non puoi neanche immaginare quante ore io abbia passato tutti i giorni della mia vita, da quando avevo 5 anni, facendo pratica.”

Non ci sono piloti americani attualmente in MotoGP, l’ultimo pilota a stelle e strisce a vincere un mondiale è stato Nicky Hayden, ed attualmente c’è solo Joe Roberts che corre in Moto2. Secondo te perchè gli USA sono “spariti” da questo sport?

“E’ un gioco di numeri. Io da quando ero piccolo passavo tutti fine settimana a guardare le corse in TV del campionato nazionale, e come me c’erano migliaia di persone. Da li sono venuti campioni del livello di Nicky Hayden, e tantissimi altri. Poi quando Hayden ha vinto il mondiale è stata una grandissima opportunità, invece è stata persa la strada. La serie ha perso interesse, le case hanno cominciato ad andarsene e non siamo riusciti a dare la giusta opportunità ai piloti di crescere da quando sono piccoli, cosa che invece avviene in Spagna e adesso in Italia, dove la cosa più importante per un giovane è arrivare al mondiale. In America in questo momento va per la maggiore il SuperCross e MXGP, che attira molti soldi, e dove vanno i soldi ci sono televisioni di livello e migliaia di spettatori. I piloti migliori vanno là, e finché le gare su pista non torneranno ad essere la cosa da fare sarò preoccupato. Il numero di ragazzi che tenta questa strada è troppo piccolo per riuscire ad avere un buon livello. Non tutti possono farlo. Servono centinaia di piloti per riuscine a trovare uno che competa ad alti livelli.”


Chi pensi vincerà il campionato MotoGP nel 2018?

Bhe, secondo me Marquez. Non solo perchè ha vinto 4 degli ultimi 5 mondiali, ma perchè è riuscito a trovare sintonia con gli ingegneri della Honda ed è riuscito a dettare la giusta direzione e penso che andrà bene. Però credo che anche Dovizioso sia della partita e che continuerà da dove ha chiuso lo scorso anno. Penso che sicuramente avremo questi due più altri piloti che si presenteranno a week end alterni, ma penso che loro due potranno essere costantemente lì in tutte le piste.”

Marquez ha recentemente rinnovato con Honda fino al 2020, pensi che in futuro debba cambiare team per mostrare il suo talento?

“Io non penso che sia necessario, certo sarebbe affascinate e interessante, ma penso che il vero scopo di Marquez sia vincere più campionati del mondo possibile, più di tutti. Io penso che lui sia a suo agio lì, e non penso che abbia bisogno di provare diverse moto. Io non credo andrà da nessuna parte, rimarrà con Honda ancora a lungo.”

Ci spieghi il progetto delle MotoGP Legend?

“Wayne Gardner è venuto da 4 anni fa ha avuto l’idea di mettere tutti insieme, perchè era una cosa che volevamo fare da molto tempo ed è molto popolare come cosa. Abbiamo fatto un evento e vennero un sacco di persone. Quindi ci venne l’idea con un agenzia inglese di creare la MotoGP Legends in diversi circuiti e dare la possibilità alle persone di vedere gare con le moto a 2 tempi. Mi piace sia per le persone che per i piloti. Ad esempio quando Valentino un giorno si ritirerà, potrà venire a correre con noi, giusto per divertimento e per passione.”

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2 commenti
  • H954RR ha detto:

    Esatto, Marc non ha niente da dimostrare, lo ha già ampiamente dimostrato che è il N.1!

    1. fatman ha detto:

      …attento che i tavullidi@t1 ti fanno la macumba…nel 2037, mentre il geriatra sarà ancora in pista, spereranno anche nel decimo
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