Motociclismo 1914-2004: 90 anni di ‘passione infinita’
Milano, luglio 2004 – Sarà una carrellata delle moto più belle e significative di tutti i tempi quella che verrà presentata alla Triennale di Milano nell’ambito della Mostra “La passione INFINITA” –Milano, Triennale dal 7 al 19 settembre, ingresso gratuito – organizzata dalla rivista MOTOCICLISMO per festeggiare i novant’anni di vita.
Novant’anni di passione, raccontati attraverso immagini inedite, filmati e documenti unici tratti dallo straordinario archivio della rivista, ricco di oltre un milione e mezzo di foto e documenti autografi, che permettono di rivivere momenti emblematici della storia della due ruote, assieme a esemplari che sono stati pietre miliari del motociclismo mondiale: dalla Frera “Grande Turismo 570” apparsa nel 1914 sulla prima copertina della rivista alle “opere prime” di due geniali tecnici, Giuseppe Gilera e Carlo Guzzi; dalla Brough Superior, moto preferita da Lawrence d’Arabia e costruita in soli 383 esemplari tra il 1923 e il 1940 da un’azienda inglese dove si lavorava in guanti bianchi, fino alla prima Vespa, simbolo dell’ingegno italiano del dopoguerra; dalle MV e Benelli protagoniste delle epiche sfide tra Giacomo Agostini e Renzo Pasolini alla più avanzata versione dell’Harley Davidson, realizzata in collaborazione con Porsche, fino alla Yamaha da GP con cui Valentino Rossi corre quest’anno il Motomondiale.
Un appassionante viaggio nella tecnologia, nello sport e nel design, ma anche nel costume e nelle tendenze che hanno cambiato il mondo in cui viviamo.
Descrizione Moto esposte
Frera Grande Turismo 570 (1914)
Primo esempio di “made in Italy” all’altezza dell’allora dominante produzione straniera. Costruita da quella che per tutti gli anni 10 sarà la più grande fabbrica italiana. Compare sulla copertina del primo numero di Motociclismo, uscito nel maggio 1914.
Gilera 317 (1909) – Moto Guzzi Normale 500 (1921)
Sono l’opera prima di due geniali tecnici, Giuseppe Gilera e Carlo Guzzi. Entrambe caratterizzate da soluzioni d’avanguardia, la Gilera con le valvole in testa comandate, la Moto Guzzi con una serie di accorgimenti che le consentiranno di restare in produzione, opportunamente aggiornata, per oltre 40 anni.
Brough Superior SS 100 (1938)
La superbike assoluta degli anni 20/30, la Rolls Royce delle moto, costruita in soli 383 esemplari dal 1923 al 1940, da un’azienda inglese dove si lavorava in guanti bianchi. Era la preferita da Lawrence d’Arabia, che ne ha avute ben 7, percorrendo oltre 500.000 chilometri dal 1922 al 1935 prima di perire in un incidente stradale,mentre era alla guida proprio di una moto Brough Superior.
Gilera 500 quattro cilindri (1939)
E’ la madre di tutte le gran premio a quattro cilindri, nasce nel 1934 come espressione tecnica avanzatissima, quasi proveniente da un altro pianeta, sarà la prima italiana ad aggiudicarsi un titolo internazionale, il campionato d’Europa 1939 (equivalente all’attuale mondiale). Nel dopoguerra farà scuola anche ai giapponesi. Le sue linee fondamentali sono valide ancor oggi.
Lambretta C 125 – Vespa 125 (1950)
Appena terminata la seconda guerra mondiale, la genialità italiana e la preveggenza di grandi industriali (Enrico Piaggio e Ferdinando Innocenti) portano alla nascita dello scooter come mezzo di mobilità individuale e popolare. Sarà un fenomeno anche di costume di cui si fa interprete il cinema. Milioni di pezzi prodotti, esportati o costruiti su licenza in tutto il mondo e poi imitati da tanti. Un indiscutibile primato per l’Italia.
Gilera Saturno 500 – Norton Manx 500 (1955)
Le più celebri moto da corsa per i piloti privati, arci-rivali su tutti i campi di gara negli anni 50/60. La scuola italiana contrapposta a quella inglese. Alla ricerca delle massime prestazioni nei limiti di una meccanica relativamente semplice, accessibile anche economicamente a tanti aspiranti alle glorie sportive.
Moto Guzzi V8 500 (1955)
È la più alta espressione della tecnica italiana da gran premio. Nessuna così audacemente innovativa ne prima ne dopo di lei. Basti pensare al frazionamento in otto cilindri. Purtroppo scomparve dalle scene sportive quando aveva raggiunto la piena maturità per il ritiro dalle corse della Moto Guzzi alla fine del 1957.
Triumph Bonneville 650 (1958)
Inaugura l’era delle bicilindriche sportive in tutto il mondo, a cominciare dagli USA, dove la consorella Tiger qualche anno prima era stata portata sullo schermo nel Selvaggio protagonista Marlon Brando. È l’erede della Speed Twin 500 del 1938, la prima bicilindrica di moderna impostazione che farà scuola in tutto il mondo.
MV Tre Cilindri 350 – Benelli Quattro Cilindri 350 (1967)
La moto del divo Agostini (MV) e quella dell’anti-divo Pasolini (Benelli) protagonisti e protagoniste di memorabili duelli in Italia e nel campionato mondiale. La MV privilegia l’agilità, la Benelli la potenza. Il bilancio sarà favorevole alla prima che approntata anche in versione 500 vincerà fino al 1972 ben 23 titoli mondiali.
Moto Guzzi V7 Sport 750 – Laverda SFC 750 (1972)
Due bicilindriche italiane di concezione opposta, ma baciate dal successo e nobilitate da affermazioni nelle gare per moto di serie. Sono la forte risposta italiana all’offensiva giapponese.
Honda CB 750 (1970)
La prima quattro cilindri di serie, tanto attesa dal popolo dei motociclisti in tutto il mondo. Sbalorditiva per linea, tecnica, prestazioni. Sembrava calata da un altro pianeta. Apre una nuova era per le moto stradali. Resterà in produzione per 10 anni e oltre mezzo milione di esemplari.
Aprilia Futura 125 (1991)
Ha fatto battere il cuore di una infinita serie di sedicenni ed è stata una delle moto più vendute. Derivava nelle linee e nella tecnologia del telaio in lega leggera e del motore a due tempi dalle moto che gareggiavano nel mondiale 125 di quegli anni.
Honda NR750 “Pistoni ovali” (1992)
La NR è un concentrato di tecnologia innovativa per gli anni in cui è stata costruita ed è l’unica in tutto il panorama motociclistico ad avere il motore quattro cilindri a V con i pistoni ovali e otto valvole per cilindro. Realizzata in poco più di 100 esemplari è una vera moto da collezione.
Ducati 916 (1994)
Mai altra supersportiva ha avuto una vita così lunga: presentata nel 1993 al Salone di Milano è rimasta in produzione senza modifiche di linea e di telaio fino al 2003. Ha vinto il mondiale Superbike con Carl Fogarty sin dal suo debutto nel 1994. Stretta, filante, bellissima questa Ducati è stata disegnata da Massimo Tamburini che ha realizzato mostro straordinarie come le MV Agusta Brutale e F4.
Yamaha M1 (2004)
È la moto con la quale Valentino Rossi sta dando battaglia e e prova di straordinario talento nel MOtoGP, il massimo campionato mondiale della velocità per moto di 1000cc.. E’ una quattro cilindri della potenza di 220 CV e capace di superare i 330 km/h.
BMW R 1200 GS (2004) (questa moto sarà esposta solo dal 7 al 13 settembre)
E’ l’ultima evoluzione delle bicilindriche tedesche della serie GS, saga che è iniziata nel 1981 con la versione R80GS. E’ stata la prima enduro stradale di grossa cilindrata ad essere prodotta e la più venduta tra le BMW bicilindriche. La GS ha partecipato vittoriosamente a numerose Parigi-Dakar, la maratona africana più dura al mondo.
MV Agusta F4 1000 (2004)
Ha un nome glorioso, una affascinante linea e riprende, in questa versione speciale, i colori delle mitiche MV di Giacomo Agostini: Un motore quattro cilindri di 1.000 cc fasciato da un telaio in semplici tubi e prestazioni concorrenziali con le più veloci concorrenti giapponesi.
Harley-Davidson V-Rod 1100 (2004)
Spezza tutti i classici schemi della centenaria fabbrica di Milwaukee: ha un potente motore bicilindrico raffreddato ad acqua, è bassa e lunga come un dragster. La collaborazione con Porche nella realizzazione del motore garantisce prestazioni esaltanti.
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