Lucio Cecchinello: ‘Adesso comincia una nuova avventura’….

La nuova vita di Cecchinello
"Adesso comincia una nuova avventura"

Dopo 10 anni di onorato servizio nel Motomondiale, Lucio Cecchinello ha deciso
di appendere il casco al chiodo per dedicarsi al ruolo di team manager: "Abbandonare
le corse ha rappresentato il termine di un periodo di vita bellissimo. A ogni
modo, al muretto, avrò modo di concentrarmi unicamente su questo ruolo".
Il 2004 è ambizioso: "In 250 De Puniet puntare a migliorare il 4°
posto, in 125 il ritorno di Locatelli rappresenta una scelta di qualità".

Il palmares del pilota veneziano dell’Aprilia parla di 19 podi con 7 vittorie,
tutte in 125. Una carriera lunga e ricca di momenti da ricordare: “In dieci
anni gli episodi da poter citare sono tanti; il più bello in assoluto,
che sempre mi accompagnerà con rinnovata gioia, è sicuramente
la grande vittoria di quest’anno al Mugello: un sogno che si realizza,
fra i tifosi italiani; qualcosa di indimenticabile e che per me significa un
pò come vincere il mondiale. L’attimo più brutto è
stato sicuramente un incubo personale, più che professionale: il terribile
incidente del mio amico Ueda, nel ’98, con lesione al nervo radiale e rischio
di perdita dell’uso del braccio. Ho vissuto un periodo di terrore umano
non descrivibile".

Cecchinello ha visto cambiare il mondo delle corse motociclistiche e adesso
che è sceso dalla sella, la sua esperienza potrebbe essere utile a far
crescere ancora tutto l’ambiente: “Penso che gli organi che dirigono
e gestiscono il motomondiale stiano facendo un ottimo lavoro. E penso che lo
abbiano fatto anche in momenti in cui si respirava aria di scetticismo, soprattutto
riguardo certe rivoluzioni strane, di marchio commerciale od imprenditoriale,
e che hanno prodotto cambiamenti sul regolamento; ma, alla fine, le progressive
modifiche si sono dimostrate azzeccate e salutari per tutto il settore. Un punto
su cui ora vedo l’esigenza di confrontarsi è il progetto di restrizione
d’età per i partecipanti al motomondiale, e che trovo non condivisibile:
tagliare fuori i “vecchietti” come me, che da sempre rappresentano
un punto di riferimento per la crescita dei giovani piloti, non sarebbe una
decisione felice…".

Ma adesso spazio ai giovani: “Di giovani interessanti il motomondiale
ne presenta in quantità, da Dovizioso a Stoner, a Mattia Pasini, che
ha chiuso al terzo posto il Campionato Europeo 125. Certo, i giovani piloti
oggi hanno caratteristiche ben diverse da quelli della scorsa generazione, fra
i quali mi metto anch’io. Noi, nei primi anni novanta, avevamo come modelli
Cadalora, Lawson, Gardner, gente dalla guida pulita, precisa, elegante. Oggi
l’approccio è cambiato, e il dominio è dei grandi scivolatori,
delle grandi staccate alla Valentino Rossi. E lo stile di guida di riferimento
cambia, riflettendosi anche nelle nuove leve: più irruenza nella guida,
un rapporto più fisico con la moto e, direi, più spettacolare".

Fonte: Motomondiale.tv

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