La vita di Kato appesa ad un filo….

SUZUKA – E’ appesa a un filo la speranza di vita di Daijiro Kato, il pilota giapponese
caduto al terzo giro del G.P. del Giappone classe MotoGP. Lo ha dichirato il dottor
Claudio Costa in tarda serata. ”Purtroppo e’ stata riscontrata – ha detto, triste
in volto, il medico dei piloti – una lussazione tra la prima e la seconda vertebra
cervicale che rende il quadro clinico di Kato temibilissimo; la speranza di sopravvivenza
per lui si assottiglia a un filo”. Questa e’ la diagnosi del medico. ”Per chiarire
la situazione posso affermare che se si salva – ha concluso Costa – Kato sara’
tetraplegico dal collo in giu’ e senza respiro. Non sara’ autonomo sia come movimento
di braccia e gambe, sia come funzione respiratoria che dovra’ essere svolta con
l’ausilio di macchine”. Il pilota giapponese della Honda, caduto alle 14:11 durante
la corsa della classe MotoGP in fondo al rettilineo che precede le nuove chicane
di Suzuka, e’ stato rianimato due volte: a bordo pista e presso il centro medico
del circuito, dove e’ stato intubato e trasferito prontamente in elicottero a
Yokkaichi. Difficile stabilire la dinamica dell’incidente. Le immagini non sono
state diffuse via satellite e neppure a richiesta nella Sala Stampa del circuito
giapponese. Poco fa il dottor Claudio Macchiagodena, nel corso di una breve conferenza
stampa, ha confermato che ”le condizioni di Kato sono estremamente serie e gravi.
Il pilota – ha detto Macchiagodena – sta lottando per la vita nel centro rianimazione
dell’ospedale di Yokkaichi. Mi e’ stata subito segnalata la gravita’ dell’incidente
e solo le pronte azioni di rianimazione, svolte a bordo dell’ambulanza e presso
il centro medico, hanno consentito a Daijiro di riprendere il battito cardiaco
e la respirazione”. Troppi incidenti in un solo week-end. Una pista proprio insicura
come ha denunciato per primo Valentino Rossi? ”Non credo che ci sia bisogno –
ha commentato Claudio Costa – di porsi questa domanda: la giornata di oggi ci
dice che questo circuito e’ pericoloso perche’ non ci si deve ferire cosi’ gravemente
o morire per un ostacolo che puo’ essere eliminato”.

(Ansa)

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