In vista del Gp di Spagna, una delucidazione sul circuito di Jerez

I piloti delle varie classi si sono dati appuntamento a Jarez per la terza prova del motomondiale, la prima in Europa dopo le trasferte del Giappone e del Sudafrica.

Il tracciato, costruito nel 1986, ha ospitato il primo GP nel 1987 e la pista è favorita dal clima mite e dal paesaggio che la circonda: le colline attorno ospitano le grandi tribune che assicurano una magnifica ubicazione per gli oltre 250.000 spettatori del circuito.

Considerato all’unanimità uno dei tracciati più tecnici e più selettivi del motomondiale, la particolare conformazione del circuito richiede una buona aderenza dell’anteriore sebbene molte delle curve lente impongano ai piloti della MotoGP un buon controllo dello slittamento delle gomme e della potenza in uscita di curva.

Un problema non da poco è dato anche dal forte vento, che l’anno passato ha addirittura costretto i tecnici Aprilia a forare la carena dei propri piloti per cercare di ovviare a questo inconveniente.

Negli ultimi mesi la pista è stata rimessa completamente a nuovo.

Le nuove linee di fuga il nuovo manto stradale e le nuove infrastrutture cambieranno sicuramente il rendimento dei piloti in pista e di conseguenza i record.

Riportiamo qui un comento di Loris Capirossi rilasciato a Sports.com

“La pista è molto bella, ma difficile. Difficile è mettere a punto la moto per evitare i saltellamenti dovuti alle ondulazioni della pista.

Ci sono tante frenate dure che comportano una messa a punto complessa.

Il giro: rettilineo dei box in sesta e seconda per la prima curva a destra.

Seconda, terza e prima per la stretta curva Michelina a destra.

Seconda e terza nella curva sinistra si apre ancora.

Terza, quarta e si affronta il lungo curvone a destra in terza per aprire fino alla sesta sul dritto fino alla staccatona da prima.

Seconda, terza, e si resta in terza per affrontare tutto il tratto di pista fino alle ‘C’ da prendere in seconda.

Poi in terza, quarta, verso destra e quinta subito prima della stretta curva prima dei box che si prende in prima.

Le prove fatte in precedenza non valgono più, perché la temperatura è diversa, il grip è diverso e i tempi sono tutta un’altra cosa.

La pista mi piace comunque molto e, nonostante la mia due tempi sia svantaggiata sul circuito rispetto alle quattro tempi, spero di riuscire ad entrare nel cerchio dei favoriti”.

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