Il Biaggi pensiero sulla caduta di Motegi

Biaggi:

Ho voluto giocare la carta della gomma posteriore da 17 (che è più competitiva ma dura meno) per provare tutto il possibile, dovevo farlo, lo dovevo a me stesso e al mio modo di concepire le corse, che significa non arrendersi, non accontentarsi di fare il quarto o il quinto. Sapevo che la moto non era a posto – oggi nel warm up nella numero 1 non si è risolto il problema al cambio, nella numero 2 si è rotto qualcosa nel motore – e sapevo che non avrei potuto mantenere il passo che poi hanno tenuto le tre Honda alla fine, con quella gomma. Ma l’unica strategia possibile era quella di provare a partire bene, stare davanti nella speranza di indurre chi inseguiva all’errore. La caduta, che non ha comunque nulla a che vedere con la gomma posteriore perché,come nelle due che l’hanno preceduta a Brno ed Estoril, è mancata improvvisamente l’anteriore, è per me inspiegabile anche se è normale che quando ci metti tanto del tuo per stare lì, dove non potresti, i rischi aumentano esponenzialmente. Però io sono così, se posso combattere lo faccio, non mi tiro indietro perché, se decidi di essere uno che si accontenta, ti devi poi anche accontentare della posizione che viene fuori, che non è nemmeno il podio, vedi i miei compagni di marca. Non è possibile che tutti i miei compagni alla Yamaha vadano così piano, che anche oggi Abe abbia preso quattordici secondi, Nakano ventidue, Carlos ventisette. Non sono degli sprovveduti vi pare? Sono piloti in grado di vincere delle gare. Non è un caso che anche gli ultimi arrivati quest’anno, Jacque e Nakano abbiamo lamentato gli stessi problemi nostri. Io penso di essere una persona dalla mentalità molto forte, uno che non si arrende e che mette in gioco tutto quello che ha: la Yamaha contava su questo, ed è giusto che sia così, ma non si può puntare “solo” su questo. Il campionato è stato in salita fin dall’inizio con degli sprazzi di sereno perché ogni tanto sono riuscito a vincere delle gare. Comunque sono appena uscito da una riunione con i top manager del reparto corse che mi hanno chiamato per dirmi che si sono resi conto che la nostra moto ha davvero un limite strutturale, contro il quale e oltre il quale è impossibile andare. Mi hanno detto letteralmente che la moto ha seri problemi, che sanno che io ho solo tentato di guidarla nel modo più veloce possibile ma che la YZR non ha la possibilità di essere portata al limite a cui la porto. Pensavano di poter ovviare a questo problema lavorando quasi esclusivamente sul set up ma il fatto di aver perso il mondiale ha fatto loro comprendere, finalmente, che non è risolvibile in questo modo. Parole che non diminuiscono il mio rammarico per il mondiale perso ma che comunque mi fanno capire che c’è la voglia di cambiare, di sfondare quella barriera che è di mentalità soprattutto, di linee, di idee che finora ci hanno costretto ad un raggio di azione limitato. Si sono resi conto insomma che c’è bisogno di un cambiamento radicale. E alla fine la possibilità concreta e reale di farlo è proprio l’introduzione del nuovo regolamento e dei motori quattro tempi del prossimo anno che sebbene per forza di cose comporti anche delle incognite, perché tutto ciò che è nuovo è anche foriero di rischi, offre comunque la possibilità di cominciare tutto daccapo. Sviluppando il progetto del prossimo anno con delle persone valide al fianco, con nuove idee, può essere un vantaggio in più sia per la nuova Yamaha quattro tempi, sia, di riflesso, per quei piloti che continueranno ad usare la 500 attuale, che potrà sfruttare secondo me anche il lavoro fatto sulla M1. Un cambiamento che mi auguro anche perché troppe volte quest’anno ho sentito sulle mie spalle il peso della responsabilità di essere io a dover sempre sottolineare le cose che non andavano senza che ci fosse qualcuno a farsene carico sia nei confronti della casa che dell’ambiente esterno. Cosa può pensare infatti la gente di chi dice sempre che le cose non vanno bene? E nello stesso tempo cosa si può fare se hai la voglia di vincere, sai che puoi farlo e non puoi dimostrarlo? Comunque ora il mondiale è perso, complimenti a Rossi che è stato bravo, intelligente e ha sfruttato con furbizia quello che aveva”.

Fonte:Max-biaggi.com

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